Serge Toubiana

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Serge Toubiana

Serge Toubiana (Susa, 15 agosto 1946) è un critico cinematografico francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

All'età di 13 anni lascia la Tunisia per seguire la famiglia in Francia, stabilendosi a Marsiglia, a Grenoble e infine a Parigi, dove vive dal 1971. Fino al 1968 è iscritto al Partito Comunista Francese, successivamente alla repressione della Primavera di Praga aderisce temporaneamente a una formazione maoista. In seguito assumerà posizioni politiche meno radicali, e nel 2002 è uno dei firmatari di una petizione di intellettuali per l'elezione di Lionel Jospin alla presidenza della Repubblica.[1]

Critico dal 1972 dei Cahiers du cinéma, ne diventa in breve tempo direttore (dal 1974 al 1981 a fianco di Serge Daney e dal 1981 al 1991 come direttore unico). Durante la sua lunga gestione rilancia la rivista, che nel 1986 raggiunge una diffusione record di 35 000 copie.[2] La politica editoriale di Toubiana è caratterizzata, in particolare, da una rivalutazione del cinema statunitense, dall'attenzione al cinema asiatico e dall'apertura al contributo di intellettuali come Michel Foucault. Scopritore di nuovi talenti nel campo della critica cinematografica, è coautore di una monumentale biografia di François Truffaut.

La sua competenza e professionalità gli sono unanimemente riconosciute, tanto che nel maggio 2003 è nominato direttore generale della Cinémathèque française di Parigi dal ministro della Cultura Jean-Jacques Aillagon, esponente del partito di Jacques Chirac.

Dal 29 marzo 2009, è presidente del consiglio d'amministrazione dell'École nationale supérieure d'architecture di Paris-Malaquais. L'incarico gli è stato rinnovato con decreto del 24 giugno 2011.

Collabora con l'emittente radiofonica France Culture ed è autore di documentari televisivi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale della Legion d'onore (31 dicembre 2015).

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Serge Toubiana, l'homme cinémathèque, Le Monde, 2 maggio 2003.
  2. ^ [1] Archiviato il 2 ottobre 2008 in Internet Archive. Gros plan sur les Cahiers du Cinéma, Libération. 30 settembre 2008.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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