Serbia (1941-1944)
Serbia | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Governo di salvezza nazionale |
Nome ufficiale | Влада Националног Спаса |
Lingue ufficiali | Serbo |
Inno | Oj Srbijo, mila mati |
Capitale | ![]() |
Dipendente da | ![]() |
Politica | |
Forma di Stato | Governo provvisorio militare (de iure) Stato fantoccio tedesco (de facto) |
Forma di governo | Dittatura autoritaria |
Primo ministro | Milan Nedić |
Nascita | 1º settembre 1941 con Milan Nedić |
Causa | Invasione della Jugoslavia |
Fine | 4 ottobre 1944 con Milan Nedić |
Causa | Invasione dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Penisola balcanica |
Territorio originale | Regno di Jugoslavia |
Massima estensione | 47.500 kmq nel 1941 |
Popolazione | 3.810.000 nel 1941 |
Economia | |
Valuta | Dinaro |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Chiesa ortodossa |
Religioni minoritarie | Protestantesimo, Chiesa cattolica |
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Evoluzione storica | |
Preceduto da | ![]() |
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Ora parte di | ![]() |
La Serbia di Nedić (cirillico serbo: Недићева Србија, latino: Nedićeva Srbija) è il nome con cui era noto lo Stato serbo sotto l'occupazione militare della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale in seguito all'invasione della Jugoslavia.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo Stato era guidato dal generale serbo Milan Nedić, sotto il comando militare tedesco e con il nome ufficiale di Vlada Nacionalnog Spasa (cirillico serbo:Влада Националног Спаса, italiano: Governo di Salvezza Nazionale), esistito tra il 1941 e il 1944. Geograficamente comprendeva la parte centrale della Serbia, la zona a nord del Kosovo (attorno a Kosovska Mitrovica), e la regione autonoma del Banato.
Incapace di resistere ai tedeschi, il generale Nedić consentì l'esistenza di campi di concentramento nel suo territorio, di una Gestapo serba, e di una legione di volontari serbi, il Corpo Volontario Serbo.
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1941
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1941-1944
Scioglimento[modifica | modifica wikitesto]
Con l'avanzata dell'Armata Rossa dalla Romania (che aveva abbandonato l'Asse e si era schierata con l'URSS nell'agosto del '44) verso i suoi confini, i tedeschi si ritirarono a nord-ovest per evitare l'accerchiamento, lasciando il governo di Nedić senza sostegno. Davanti alla prospettiva di essere egli stesso catturato fuggì in Slovenia (ancora sotto controllo tedesco) con tutto il suo governo. Molti serbi collaborazionisti furono catturati e giustiziati. I partigiani di Tito presero le redini della Serbia evitando che essa stessa fosse invasa dai sovietici col pretesto della liberazione; ciò permise, a fine conflitto, la costituzione di un regime socialista sotto la guida di Tito e indipendente dal Patto di Varsavia.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Bulgaria nella seconda guerra mondiale
- Stato Indipendente di Croazia
- Territorio del comandante militare in Serbia
- Campagna dei Balcani
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]