Sei Miglia

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Sei Miglia è il termine storico che indica una regione geografica del territorio della Repubblica di Lucca, che si estendeva per un raggio di sei miglia dalla città di Lucca, che corrispondono ad oltre 9 km, estesa circa 250 km².[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Diploma di Enrico IV tratto dal documento conservato presso MGH, Dipl. VI/2, n.334

La delimitazione territoriale vide la luce il 23 giugno 1081 a Roma, con l'emanazione di un diploma[2] da parte di Enrico IV di Franconia, con cui, in un momento decisivo della lotta per le investiture, concedeva ai cittadini lucchesi giurisdizione su un territorio del raggio di sei miglia intorno alla città. Alla concessione enriciana si devono i semi del successivo fiorire della autonomia comunale, dato che "per la prima volta", come scrive Mauro Ronzani, "il re considerò l’insieme dei cittadini lucchesi come un'entità a sé".[3] In seguito all'intervento reale, la città si sollevò contro i poteri consolidati del papa, del vescovo e della contessa Matilde, promuovendo l'emancipazione della classe dirigente lucchese, "causidici", giudici e notai che avrebbero poi guidato la città verso l'autonomia comunale.[4]

La disposizione del 1081 impediva a chiunque di costruire castelli in tale area, benché all'epoca di Enrico IV vi fossero già nella zona almeno otto castelli fra vescovili e privati, di cui almeno due nel Compitese.[5] Agli occhi dei cives lucenses avrebbero potuto rappresentare minacce alla sicurezza della città. Con questo atto, cosiddetto "privilegio", Enrico IV stabilizzò probabilmente una situazione già esistente: il predominio della città sulla pianura immediatamente circostante. Edifici fortificati nel contado lucchese che non fossero in mano a cives lucenses avrebbero potuto insidiare l'egemonia della civitas lucana. C'è anche chi ha pensato, come Savigni, che l'imperatore volesse impedire ai partigiani del papato di fortificare alcuni centri del contado, dove operavano di fatto signorie legate a Matilde di Canossa ed Anselmo II, come Porcari e Montemagno, dove potersi asserragliare contro il potere del vescovo scismatico Pietro, di nomina enriciana.[6] Tale privilegio fu confermato un secolo dopo da Enrico VI di Svevia, imperatore del sacro romano impero, in data 30 aprile 1186[7].

Col diploma concesso ai pisani non è prevista alcuna fascia di rispetto per la civitas, che non ne aveva necessità, anzi si liberalizza una parte del patrimonio fondiario posto nelle vicinanze della mura pisane, da vincoli di inalienabilità e indisponibilità in vigore fino a quel momento. Inoltre Pisa godeva di un rapporto privilegiato con l'imperatore, il quale perciò non invia alcun messo imperiale (missus domini imperatoris) permanente come invece fa con Lucca, dove delega a rappresentarlo Flaiperto, detto Donusdei, figlio dell'omonimo Flaiperto nominato nella stessa carica da Enrico III. Il diploma lucchese inoltre segna un punto di rottura nei rapporti tra papato e imperatore: viene cacciato il vescovo Anselmo II, al cui posto viene incardinato con poteri anche militari il vescovo Pietro, il suddiacono che aveva capeggiato la rivolta dei canonici di San Martino "enriciani", e quindi viene esautorata Matilde di Canossa, marchesa della Tuscia, che si interfacciava tra la civitas ed il re.[8]

Successivamente, l'individuazione dell'area, che fungeva da primario serbatoio di risorse agro-alimentari per la città, valse ad introdurre una nuova circoscrizione amministrativa nel Comune di Lucca, fondamentale per la vita economica lucchese, il cosiddetto Distretto delle Sei Miglia, cui corrispondeva uno speciale trattamento fiscale, differenziato rispetto al rimanente territorio della Repubblica.

Evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Le rilevazioni censuarie, i cosiddetti "estimi", venivano effettuate periodicamente sul territorio, attraverso misurazioni dei luoghi ed interviste ai proprietari: i risultati andavano a costituire registri distinti per ogni articolazione territoriale: gli esemplari di tali registri, sopravvissuti ai vandalismi[9] messi in atto durante il periodo della occupazione pisana, sono attualmente conservati presso l'Archivio di Stato di Lucca. Il primo estimo lucchese laico risale all'anno 1275 ma non ne rimane alcun registro. Dell'estimo di Colle di Compito dell'anno 1284 rimangono pochi fogli.[10] Nell'estimo del 1311 è contenuto il volume 9 che riporta l'estimo delle Sei Miglia, in pessime condizioni di conservazione.

Grazie alla vastissima documentazione conservata presso l'Archivio di Stato di Lucca, in gran parte ancora inesplorata, soprattutto nel XX secolo sono stati realizzati numerosi studi di tipo storiografico, sociologico e antropologico sulla popolazione delle Sei Miglia, alcuni dei quali, ove la documentazione è alquanto cospicua e attendibile come nel caso degli Estimi Guinigiani (1411-1413), si sono preoccupati esclusivamente di approfondire le prospettive di ulteriori ricerche.[11][12] Secondo gli studi di Franca Leverotti sull'Estimo Guinigiano, rilevato tra il 1411 e il 1413 durante la signoria di Paolo Guinigi, all'inizio del XV secolo distretto di Sei Miglia era costituito da:[13]

  • Contrade suburbane: Sant'Anna, San Donato extra portam, San Ponziano, San Pietro Maggiore, Via Mezzana, San Colombano e San Concordio (Estimo vol. 121); San Bartolomeo in Silice, San Iacopo alla Tomba, Pulia, San Filippo, Santa Annunziata, Acqua Calda (Estimo vol. 124).
  • Comuni suburbani: Ponte San Pietro, Sant'Angelo in Campo, Salissimo, Monte San Quirico, Sant'Alessio (Estimo vol. 122); San Vito a Picciorana, San Cassiano a Vito, San Pietro a Vico, San Cassiano di Guamo, Pontetetto, Santo Stefano a Verciano, San Vincenzo a Verciano, Sorbano del Vescovo, Sorbano del Giudice (Estimo vol. 123).
  • Pivieri (insiemi di comuni dipendenti da una Pieve[14]): Santo Stefano (Estimo vol.107), San Pancrazio (Estimo vol.108), Torre (Estimo vol.109), Lunata (Estimo vol. 110), Monsagrati (Estimo vol. 111), Arliano (Estimo vol. 112), Compito ( Estimo vol.113), San Gennaro e comunità riunite di Valdotavo (Estimo vol. 114[15]), Segromigno (Estimo vol. 115), San Paolo (Estimo vol. 116), San Macario e comune di Marlia (Estimo vol. 117[15]), Massa Pisana e Massaciuccoli (Estimo vol. 118), Brancoli e Flesso (Estimo vol. 119), Lammari e Sesto Moriano (Estimo vol. 120[15]), Vorno, Vicopelago e delle contrade suburbane (Estimo vol. 121-3 volumi registri cuciti assieme).

La distinzione amministrativa delle Sei Miglia rimase in vigore, per i medesimi fini, dal XIII secolo fino alla fine della Repubblica oligarchica lucchese, che coincise con l'instaurazione del Governo provvisorio del 1799.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Franca Leverotti. Popolazione, famiglie, insediamento Le Sei Miglia lucchesi nel XIV e XV secolo - Pacini editore - 1992 . Pag.15.
  2. ^ Imperatore Enrico IV di Franconia, DIPLOMATA VI, n. 334, in MGH DD H IV.2, Diplomata, 23 giugno 1081, pp. 437-438.
    «Statuimus etiam, ut a pedicta urbe infra sex miliaria castella non hedificentur; et si aliquis munire presumpserit, nostro imperio et auxilio destruantur et homines ciusdem civitatis vel suburbi sine legitima iudicatione non capiantur»
  3. ^ Ronzani, Lucca dall’arrivo dei Longobardi al Comune, p. 11.
  4. ^ Raffaele Savigni, LA SIGNORIA VESCOVILE LUCCHESE TRA XI E XII SECOLO: CONSOLIDAMENTO PATRIMONIALE E PRIMI RAPPORTI CON LA CLASSE DIRIGENTE CITTADINA, in Aevum, maggio-agosto 1993, Anno 67, Fasc. 2, Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, p. 335.
  5. ^ Chris Wickham, Ecomonia e società rurale nel territorio lucchese durante la seconda metà del secolo XI: inquadramenti aristocratici e strutture signorili, in Atti del convegno "Sant'Anselmo vescovo di Lucca (1073-1086)...a cura di Cinzio Violante, Roma, 1992, p. 399 nota 16.
  6. ^ Raffaele Savigni, Episcopato e società cittadina a Lucca da Anselmo II (+1086) a Roberto 8+1225), Lucca, 1996, p. 37.
  7. ^ J. A. Quirós Castillo,1998, El incastellamento en el territorio de la ciudad de Luca (Italia), 3.2. 6 Miglia. L’incastellamento nella Pianura di Lucca.
  8. ^ Mauro Ronzani, L’AFFERMAZIONE DEI COMUNI CITTADINI FRA IMPERO E PAPATO: PISA E LUCCA DA ENRICO IV AL BARBAROSSA (1081-1162), in Academia.edu.
  9. ^ Inventario del R. Archivio di Stato in Lucca.vol.II pag.129 "Estimo".
  10. ^ Salvatore Bongi, fondo Estimo, in Bongi II. Inventario dell'achivio di Stato di Lucca, II.
  11. ^ Alessandra Potenti, GLI ESTIMI GUINIGIANI DEL 1411-1413: PROSPETTIVE DI RICERCA.
  12. ^ Franca Leverotti, Gli estimi lucchesi del 1411-1413 - Una fonte per lo studio del paesaggio agrario e della demografia. (Scritti in ricordo di Giorgio Buratti). Pacini Editore 1981.
  13. ^ Franca Leverotti, Gli estimi lucchesi del 1411-1413: una fonte per lo studio dell'amministrazione del paesaggio agrario e della demografia, in Scritti in ricordo di Giorgio Buratti, Pisa, Pacini Editore, 1981, p. 199.
  14. ^ Il concetto di Pieve è spiegato bene dal Nanni a pag. 48 e seguenti del suo libro La parrocchia studiata nei documenti lucchesi dei secoli 8°-13°
  15. ^ a b c due registri cuciti assieme
  16. ^ SEI MIGLIA E CONTADO Palmiro Filippo Bini . 2018, pag.115.