Sebastiano de Rubeis

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Sebastiano de Rubeis
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Natoa Burano
Nominato vescovo30 ottobre 1538 da papa Paolo III
Deceduto1542
 

Sebastiano de Rubeis, o Bastiano Vio de Rubeis[1][2] o anche Sebastiano Rossi[3] (Burano, ...[1]1542), è stato un vescovo cattolico e scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Navata destra del Duomo di Caorle. Alla parete il sarcofago del vescovo Daniele De Rubeis con, sotto, la lapide commemorativa posta dal nipote Sebastiano.

Le notizie sul vescovo Sebastiano de Rubeis nelle fonti storiche dell'epoca sono scarne. Il Coronelli dà notizia che era originario di Burano, come lo zio Daniele. Della provenienza di quest'ultimo si è certi per la lapide funeraria in memoria del vescovo Daniele apposta dallo stesso Sebastiano nella cattedrale di Caorle, che recita:

«R.MI D. D. DANIELIS DE RVBEIS · DE · BVRANO · EPI CAPRVL · HIC REQ- VIESCVNT OSSA · SEBASTIANVS NEPOS EPS CAPRVL · POSVIT ·»

Le fonti storiche, tuttavia, spesso identificano entrambi come facenti parte del ramo cividalese della famiglia. Ciò è probabilmente ascrivibile al fatto che entrambi i prelati furono inizialmente canonici del capitolo della Pieve di Santa Maria della città friulana, un tempo una delle città principali del patriarcato di Aquileia insieme ad Udine. Di Sebastiano, in particolare, Gusso e Gandolfo riportano che fu anche arciprete di San Bartolomeo di Borcano, nei pressi di Brescia[4].

Il 30 ottobre 1538[5] succede allo zio Daniele come vescovo di Caorle. Secondo il Liruti[2], questo passaggio sarebbe avvenuto per espressa rinuncia del vescovo Daniele in favore del nipote, testimonianza questa di una prassi nepotistica assai in voga in quel periodo: era infatti avvenuto per il patriarca di Aquileia Domenico Grimani, che aveva lasciato la cattedra al nipote Marino. Entrambi i vescovi De Rubeis, d'altra parte, servirono ai patriarchi della famiglia Grimani quali vicari in pontificalibus, Daniele per Marino e Marco Grimani, mentre Sebastiano per Marino, che nel frattempo aveva riassunto il titolo di patriarca dal fratello. Per altri autori[3][6][4], invece, la successione sarebbe avvenuta alla morte di Daniele, o comunque non viene menzionato il motivo della successione. C'è poi da notare come il Liruti ed il Coronelli, nell'annotare la successione, indichino il nipote come Bastiano Vio (Sebbastiano Vio, nel caso del Coronelli) De Rubeis, unici nella letteratura.

Come vescovo di Caorle non restano testimonianze del vescovo Sebastiano, eccetto la lapide funeraria dello zio Daniele citata in precedenza. Quale vicario del patriarca Marino Grimani, si sa che consacrò la chiesa di San Giuseppe e San Pantaleone a Spilimbergo l'11 giugno 1541[7]. Di Sebastiano De Rubeis, tuttavia, è rimasto uno dei più completi libri di famiglia italiani[8], intitolato De Rubeis Civitalensis Liber Familiaris[9]. Dopo l'introduzione di Daniele De Rubeis, con il resoconto di un viaggio scritto in latino nel 1535[8], il grosso del corpo del testo è composto da Le Note di un viaggio per l'Italia, scritto da Sebastiano De Rubeis «Vescovo di Caorle, suffraganeo del patriarca di Aquileja»[9].

Morì nel 1542, dopo soli quattro anni sulla cattedra caprulana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Vincenzo Maria Coronelli, Biblioteca Universale Sacro-Profana Antico-Moderna (Tomo VII), 1701, Venezia
  2. ^ a b Gian Giuseppe Liruti, Notizie delle cose del Friuli scritte secondo i tempi (Tomo V), 1777, Udine
  3. ^ a b Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, 1811, nella Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia
  4. ^ a b Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, 2012, Marcianum Press, Venezia
  5. ^ Konrad Eubel, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi (Vol. III, p. 151), Libreria Regensbergiana, Münster
  6. ^ Giovanni Musolino, Storia di Caorle, 1967, La Tipografica, Venezia
  7. ^ Parrocchia Spilimbergo, su diocesi.concordia-pordenone.it. URL consultato il 14 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2020).
  8. ^ a b Raul Mordenti, I libri di famiglia in Italia, 2001, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma
  9. ^ a b Francesca Tamburlini, Introduzione a La pubblicazione dell’inventario dei manoscritti Joppi Introduzione (pdf), Biblioteca Civica V. Joppi, n. 178, Udine

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Caorle Successore
Daniele De Rubeis 1538 - 1542 Egidio Falcetta