Santa Cecilia (film 1911)

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Santa Cecilia
Paese di produzioneItalia
Anno1911
Durata377 metri[1] (21 min a 16 fotogrammi al secondo)
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generestorico
RegiaEnrique Santos
Casa di produzioneCines
Interpreti e personaggi

Santa Cecilia, noto anche col sottotitolo La martire cristiana o come Cecilia martire cristiana,[1] è un film del 1911 diretto da Enrique Santos.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Cecilia, una giovane romana di buona famiglia, si converte al cristianesimo all'insaputa dei genitori.[2][3] Ispirata dal suo vescovo Valvulo, comincia a compiere opere di bene.[2] Cecilia è anche contesa tra due pretendenti, Valeriano e Quinto Lentulo.[2][3] La sua scelta ricade sul primo, ma Cecilia gli promette di sposarlo solo a patto che anche lui si converta: a loro insaputa, Lentulo assiste alla scena.[2] Valeriano accetta e viene battezzato da Valvulo nelle catacombe, per la gioia di Cecilia.[2] I due si sposano secondo il diritto romano, ma nel mezzo della cerimonia irrompono i soldati, che arrestano Valeriano: per vendicarsi, lo scornato Lentulo ha denunciato infatti il rivale al prefetto.[2][3] Condotto dinanzi al Senato, il giovane ammette di essere cristiano, baciando un crocifisso che aveva con sé, e viene condannato a morte.[2] Cecilia e gli altri fedeli ne raccolgono il corpo nottetempo e lo seppelliscono nelle catacombe.[2][3] Poco dopo anche Cecilia viene arrestata, confessa ed è condannata a morte.[2][3] La sentenza viene eseguita nel privato della sua abitazione, dato lo status sociale della famiglia:[2][3] invano i genitori cercano di convincerla ad adorare i loro dei e avere salva la vita.[2] Proprio mentre i fedeli la piangono disperati, una croce si materializza nel punto in cui la santa è stata martirizzata.[2]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

È stato distribuito nel Regno Unito col titolo di St. Cecilia,[2] mentre in Spagna come Santa Cecilia.[4]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

«Col sussidio del Wiseman, del Bulwer, del Sienkiewicz, e soprattutto del Sue, e dello Châteaubriand, per non dire degli infiniti storici, agiografi, patristici, e archeologi, oltre quello del Breviario e del Leggendario dei Santi, si sarebbe potuto fare una ben più veritiera, nel senso il più lato ed esteso, pellicola. E poi a che prò riprodurre siffatti catacombeschi putridumi di una tradizionalità cristiana oramai sfruttatissima, coi relativi supplizi, fanatismi d'ambo le parti e incoerenze. Via, leggete l'Arte poetica d'Orazio e il Taine prima di por mano a certe imprese, e non dite che non fanno all'uopo: Poesia ed estetica sono luce da illuminare le menti più ottenebrate»

«[...] la storia [di Santa Cecilia] per come è presentata non manca di nulla nel suo trattamento curato. La pellicola è stata prodotta in maniera più che perfetta, impossibile lodarne a sufficienza la recitazione. Si tratta di un soggetto che rimarrà a lungo nella memoria dello spettatore come fedele rappresentazione di una [...] maestosa tragedia.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bernardini e Martinelli, pp. 154–155.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n (EN) "St. Cecilia": The Story of an Early Christian Martyr, in The Bioscope, n. 225, Londra, 2 febbraio 1911, p. 15. URL consultato il 17 gennaio 2024. Ospitato su British Newspaper Archive.
  3. ^ a b c d e f Pubblicità della Cines, in Cinema, n. 4, Napoli, 20 febbraio 1911. Citato in Bernardini e Martinelli, p. 154
  4. ^ Bernardini e Martinelli, p. 306.
  5. ^ Gualtiero Fabbri, Articolo, in La Cinematografia Italiana ed Estera, n. 102, Torino, 15–20 febbraio 1911. Citato in Bernardini e Martinelli, p. 154

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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