Roncole Verdi

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Roncole Verdi è una piccola frazione situata a pochi chilometri di distanza dalla città di Busseto, in provincia di Parma. La località deve la sua notorietà all'essere il luogo natale del compositore Giuseppe Verdi. Nel suo camposanto è sepolto un altro grande della Bassa parmense, lo scrittore Giovannino Guareschi, l'autore delle figure letterario-cinematografiche di Don Camillo e Peppone, cui è dedicata una mostra antologica permanente nella sede del centro studi che porta il suo nome.

Lungo la strada provinciale che dalla frazione porta al vicino abitato di Soragna è visitabile la casa natale di Verdi mentre, poco distante si trova la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo all'interno della quale è conservato l'organo su cui, ancora giovinetto, Péppin ebbe modo di suonare le sue prime note sotto la guida di don Pietro Baistrocchi, il sacerdote che fu il suo primo insegnante di musica.

Verdi nacque - secondo i biografi - in quella che era una sorta di casa-osteria, così come è raffigurata in un noto dipinto ottcentesco di Achille Formis oggi custodito al Museo teatrale alla Scala di Milano.
Per la verità vi è più di un dubbio che Verdi sia nato realmente in quella casa, dichiarata monumento nazionale ed ora adibita a museo, mentre è certa comunque la nascita del compositore nella frazione bussetana che oggi porta anche il suo nome.

Sul frontale della casa una lapide risalente al 1872 ricorda come i marchesi Pallavicino, antichi proprietari dell'edificio, avessero disposto che lo stabile rimanesse allo stato originale.
Alla morte di Verdi, nel 1901, i poveri di Roncole beneficiati dall'amato concittadino fecero porre una lapide sulla facciata per onorarne la memoria. Soltanto una dozzina di anni dopo, nel 1913, in concomitanza con il primo centenario della nascita, nel giardino antistante la casa venne posto il busto bronzeo del compositore, opera dello scultore Cantù.

Nel gennaio 2001 nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della morte di Verdi il Comune di Busseto ha portato a compimento una ristrutturazione del percorso didattico-museale della casa natale del compositore, dotandolo di pannelli esplicativi e moderni strumenti audiovisivi ed informatici.

Casa natale di Verdi

Template:Monumento ita L'abitazione natale di Verdi si presenta - nella descrizione che ne ha fatto Giuseppe Barigazzi nel suo libro Verdi - La vita · Le opere, edito dalla Periodici San Paolo - come una casa povera, bassa e lunga, un po' sghemba, attorniata tutt'intorno da una manciata di piccoli edifici. e in cui è palpabile il senso di grama vita di quei tempi, l'impronta della fatica, della povertà dignitosa.
A piano terra vi era l'osteria-drogheria di Carlo Verdi e Luigia Uttini, casalinga e allo stesso tempo filatrice, genitori del futuro compositore, con le finestre barrate per alleggerire la cosiddetta tassa sull'aria, una delle mille gabelle che complicavano la vita, specie quella dei più poveri, in inizio Ottocento.
Nei locali destinati oggi ad abitazione dei custodi della casa-museo si trovava la cucina della vecchia osteria. Poco distante - protetti da un portone che sembra macerato da secoli di pioggia, nelle parole di Barigazzi - sono situati i locali che servivano da ricovero per il calesse, il cavallo, i maiali, le galline, il fieno, il forno, e la fornacella per il bucato.

Al primo piano, allo sbocco della scala, in una stanzetta chiusa dal tetto a spiovente, vi era il solaio; poco distante, la stanza dal soffitto basso e con travi a vista in cui Giuseppe Verdi venne alla luce il 10 ottobre 1813, giorno di domenica e festa del patrono locale, San Donnino. L'atto di nascita sarà registrato a Busseto, comune di riferimento.

A quel tempo, Roncole (allora Roncole di Busseto o, più semplicemente, Le Roncole) faceva parte del territorio di occupazione francese, fuori cioè dal territorio del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, ovvero il Dipartimento del Taro (dal nome del fiume che scendendo dall'Appennino confluisce nel Po) poi annesso al Regno d'Italia.
Carlo Verdi percorreva in calesse il breve tragitto che separava Roncole da Busseto, lungo una strada piatta e polverosa, tra campi di grano e distese di erba, per rifornirsi da Antonio Barezzi, grossista droghiere, mecenate e buon dilettante di musica (ma anche presidente della Filarmonica bussetana nonché padre della futura prima moglie di Verdi).
E sarà proprio questa amicizia a rivelarsi decisiva quando, ormai adolescente, Verdi sarà inviato a Busseto a studiare ancora presso religiosi. Sarà infatti Barezzi a metterlo in contatto con Ferdinando Provesi, direttore della scuola municipale di musica e organista della Collegiata, considerato colui che per primo ebbe consapevolezza dell'innato talento del grande compositore.
Lo stesso Barezzi - divenuto nel frattempo suocero di Verdi, che aveva sposato la figlia Margherita - risulterà decisivo nel trasferimento a Milano del suo pupillo e genero verso l'inizio di quella che sarebbe stata una sfolgorante carriera.

Una targa

A Roncole una targa ricorda un tumultuoso episodio accaduto quando Verdi non aveva neppure due anni. Nel 1814, infatti, le orde sanguinarie di Russia e d'Austria, in alleanza con Gioacchino Murat, compiono razzìe nelle campagne intorno Roncole. Luigia Verdi si accorge che il nemico è ormai alle porte del paese, acchiappa il suo piccolo e trova rifugio nel campanile della parrocchiale di San Michele, poco distante dalla casa-osteria. La targa-ricordo ricorda oggi come Luigia Verdi scampava il suo piccolo Beppino conservando all'arte un arcangelo sublime, all'auspicata redenzione d'Italia un bardo potente e a Roncole una fulgida gloria sicura.

Parrocchiale di San Michele Arcangelo

La sua origine viene fatta risalire al periodo dell'alto medioevo anche se l'aspetto attuale viene datato tra il XVI secolo e il XVII secolo.
L'interno, a tre navate, contiene numerosi affreschi votivi o simulanti pale d'altare, recuperati in tempi recenti e opera di pittori emiliani del XV secolo e XVI secolo.

In questa chiesa Giuseppe Verdi venne battezzato e apprese i primi rudimenti musicali sotto la guida del prevosto Pietro Baistrocchi, esercitandosi su un organo - ancora visibile - costruito nel 1797 da Ferdinando Bossi e restaurato in tempi diversi nell'anno 1900 e nel 1964.

Bibliografia

  • Giuseppe Barigazzi (a cura di) - Verdi - La vita · Le opere, edizioni Periodici San Paolo

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