Riccardo Perucolo

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Riccardo Perucolo (Zoppè, tra il 1515 e il 1520Conegliano, tra il 22 febbraio e il 20 marzo 1568) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Antonio Perucolo (muratore) e della moglie Cecilia, terzo di tre fratelli (Santo ed Elisabetta gli altri due), venne avviato all'arte pittorica da qualche maestro in loco (al tempo a Conegliano dimoravano Francesco da Milano, il Pordenone, Beccaruzzi, Fiumicelli e altri) ma non disdegnò qualche trasferta a Venezia dove conobbe e sposò Antonia Voltolina (ricevendo una consistente dote che gli permise, insieme ai guadagni per il suo lavoro, di acquistare casa in Borgo vecchio a Conegliano) che gli darà quattro figli: Angelo Giovanni, Gedeone, Dario e Persilia.

Arrestato il 25 maggio del 1549 con l'accusa di luteranesimo (seguiva i dettami di un singolare sacerdote di Conegliano), venne condotto in carcere e processato a Venezia davanti al tribunale del Sant'Uffizio. Accettò (probabilmente dopo torture) di sottoscrivere un atto di pentimento e di abiura e l'11 luglio del 1549 venne graziato e liberato con l'impegno dell'abiura pubblica alla messa domenicale e il rogo in caso di reiterazione ereticale. Con la sua pittura affrescò case e palazzi (un suo graffito venne scoperto anche nella cella che lo ospitò a Palazzo Ducale a Venezia) e tracce non sicure sono presenti negli affreschi di Palazzo Sarcinelli e in un Crocifisso a Casa Sbarra a Conegliano.

«Quel Ricardo pittore relapso fu per esempio de gl’altri abbrugiato publicamente in Conigliano, et questa pena del fuoco s’è in questa occasione discussa di modo che non voglio già promettere di certo»

Forse per delazione venne nuovamente arrestato, imprigionato e condannato a morte; tentò di fuggire sulle montagne del Cadore, ma venne ripreso e condannato al rogo il 21 febbraio 1568. La sentenza fu eseguita nella piazza dei mercati di Conegliano entro il 20 marzo successivo: riporta quella data un dispaccio dell'inquisitore Valerio Faenzi che lo diceva già morto[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stile art 1995, su stilearte.it. URL consultato il 20 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lionello Puppi, Un trono di fuoco. Arte e martirio di un pittore eretico del Cinquecento, 1995.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]