Rete Lenford

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Rete Lenford
Avvocatura per i diritti LGBT - Rete Lenford
Gli avvocati di Rete Lenford al WorldPride NYC 2019
Tipono-profit
Fondazione2007
FondatoreAntonio Rotelli, Francesco Bilotta, Saveria Ricci
ScopoTutela giuridica delle persone LGBTI
Sede centraleBandiera dell'Italia Bergamo
Area di azioneUnione europea
PresidenteBandiera dell'Italia Vincenzo Miri
Lingue ufficialiitaliana, inglese
MottoL'uguaglianza fa la differenza.
Sito web

Avvocatura per i diritti LGBTI - Rete Lenford, nota più semplicemente come Rete Lenford, è una associazione di promozione sociale italiana impegnata nella tutela dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali, transessuali ed intersessuali. È una associazione apolitica ed apartitica e riunisce principalmente avvocati e accademici.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Rete Lenford è stata fondata nel 2007 dagli avvocati Saveria Ricci, Antonio Rotelli e Francesco Bilotta, con lo scopo di intraprendere delle azioni legali avanti le corti italiane al fine di ottenere il riconoscimento di determinati diritti delle persone omosessuali. All'epoca della sua fondazione, infatti, nessuna associazione in Italia aveva mai intrapreso una strategia giudiziaria su scala nazionale con lo scopo di sollecitare pronunce giudiziarie su tematiche legate ai diritti LGBTI.[1]

I fondatori hanno dedicato il nome dell'associazione al giamaicano Lenford Harvey, un attivista per i diritti delle persone LGBT e per le persona colpite da HIV e AIDS, morto assassinato il 30 novembre 2005 in un attacco a sfondo omofobico.

Affermazione civile[modifica | modifica wikitesto]

L'ex presidente Antonio Rotelli.

La prima strategia nazionale è stata la cosiddetta” campagna di affermazione civile”, condotta con il Partito Radicale che, nel seguito del progetto, ha dato origine all'Associazione Radicale Certi Diritti, con lo scopo di ottenere il riconoscimento del diritto al matrimonio. La strategia si è concretizzata nel sollecitare le coppie omosessuali a richiedere la pubblicazione matrimoniali in vari comuni italiani ed impugnare, con l’assistenza degli avvocati di Rete Lenford, il diniego emesso dall'ufficiale di stato civile avanti i Giudici nazionali.

La campagna ha determinato una serie di risultati positivi. In particolare, il Tribunale di Venezia e la Corte d’Appello di Trento, una volta ricevuti i ricorsi, in accoglimento delle tesi prospettate dagli avvocati dell’associazione, hanno ritenuto non manifestamente infondata la questione di incostituzionalità ed hanno rinviato alla Consulta la questione di legittimità costituzionale con riferimento agli articoli degli 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143-bis e 156-bis del codice civile italiano.

Il procedimento è stato definito dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 138/2010, una delle sei sentenza che secondo il Corriere della Sera hanno cambiato l'Italia.[2] Nella sentenza la Corte Costituzionale per la prima volta ha affermato il diritto fondamentale delle coppie dello stesso sesso di essere riconosciute come tali ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione della Repubblica italiana.[3]

La Consulta ha chiesto al Parlamento di intervenire con sollecitudine per riconoscere il diritto delle coppie omosessuali di veder riconosciuta tutela per la loro famiglia.

Discriminazione sul mondo del lavoro[modifica | modifica wikitesto]

L'associazione sin dagli anni 2000 ha promosso avanti i Tribunali italiani alcune cause pilota volte al riconoscimento del congedo matrimoniale per i lavoratori omosessuali residenti in Italia, che hanno contratto matrimonio o unione civile all'estero.

Nel 2013 ha promosso nei confronti di Carlo Taormina un'azione di diritto antidiscriminatorio, dopo che quest'ultimo nella trasmissione radiofonica La zanzara aveva rilasciato alcune dichiarazioni di carattere omofobo[4][5] ed ha reiteratamente affermato di non voler assumere nel proprio studio avvocati, altri collaboratori o lavoratori omosessuali.[6]

Il Tribunale del lavoro di Bergamo, a seguito del ricorso presentato da Rete Lenford, ha ritenuto che le espressioni di Taormina fossero, in quanto discriminatorie verso gli omosessuali, idonee a dissuadere determinati soggetti dal presentare le proprie candidature allo studio professionale e, quindi, atte ad ostacolare il loro accesso al lavoro o a renderlo maggiormente difficoltoso, in violazione delle norme a tutela della parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.[7] Per tale ragione, il 6 agosto 2014, lo ha condannato a corrispondere la somma di 10.000,00 Euro a titolo di risarcimento del danno.[8][9]

A seguito della condanna, Taormina ha impugnato il provvedimento chiedendone la riforma alla Corte d'Appello di Brescia, che tuttavia, con sentenza dell'11 dicembre 2014, ha respinto il suo ricorso e confermato il provvedimento di primo grado.[10]

Organi[modifica | modifica wikitesto]

Consiglio esecutivo[modifica | modifica wikitesto]

L'associazione è retta da un Consiglio esecutivo, che elegge al suo interno il presidente.

Dal 30 maggio 2020 Vincenzo Miri è presidente dell'associazione ed è succeduto a Miryam Camilleri. La vicepresidente è Francesca Rupalti. Gli altri membri del consiglio esecutivo sono Benedetta Ciampa, Marco Geremia, Pasqua Manfredi, Effiong L. Ntuk e Francesco Rizzi.

Comitato scientifico[modifica | modifica wikitesto]

Stefano Rodotà, membro del comitato scientifico dal 2007 al 2017.

Il comitato scientifico è costituito dai seguenti membri:

  • Patrizia Borsellino, ordinario di Filosofia del diritto dell'Università degli studi di Milano, Bicocca
  • Vittorio Lingiardi, ordinario di Psicologia Clinica dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Direttore della 2ª Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica
  • Barbara Pezzini, professore ordinario al dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Bergamo, prorettrice delegata alle Politiche di equità e diversità
  • Marzio Barbagli, professore emerito di sociologia dell'Università di Bologna
  • Nicla Vassallo, ordinario di Filosofia Teoretica dell'Università degli studi di Genova

Sino al 2017 è stato membro del comitato scientifico, Stefano Rodotà, professore emerito di diritto civile dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”.

Segreteria del Comitato scientifico[modifica | modifica wikitesto]

La segreteria del Comitato scientifico è composta da Patrizia Fiore, coordinatrice; i componenti sono: Chiara Angiolini, Marta Bonavolontà, Miguel Coraggio, Giovanni Genova e Stefano Osella.

Centro Studi Europeo Stefano Rodotà[modifica | modifica wikitesto]

L'associazione ha fondato il Centro Studi Europeo Stefano Rodotà (Centro Studi Europeo sull'orientamento sessuale e identità di genere) sviluppato grazie al Progetto dell'Unione europea Equal Jus.

Il Centro Studi è diretto da Stefano Chinotti, Presidente del Comitato Pari Opportunità presso l'Ordine degli Avvocati di Bergamo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rete Lenford, 16 anni di battaglie per i diritti Lgbt+ - Luce, su luce.lanazione.it, 10 marzo 2023. URL consultato il 19 marzo 2023.
  2. ^ Le sei sentenze che hanno cambiato l’Italia, in Corriere.it, 26 aprile 2016.
  3. ^ Marco Gattuso, La Corte costituzionale sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, di Marco Gattuso, in Famiglia e Diritto, 2010, p. 653.
  4. ^ «I gay hanno anomalie fisiche e mentali, la maggioranza delle persone la pensa così. Gli omosessuali sono anormali, hanno anomalie fisiche e genetiche. (...) Ritengo che si possa sapere prima della nascita, perché ci sono anomalie genetiche. (...) Perché mi dovete imporre la vostra opinione, io la penso così e non mi faccio tappare la bocca. Certe cose mi fanno ribrezzo. Ho una crisi di rigetto, mi viene il vomito. Mi fa ribrezzo vedere due persone dello stesso sesso fare porcherie. Mi fa schifo il rapporto tra uomini, è gente malata. Comunque, basta che non diano fastidio agli altri... [alla domanda: se avesse un figlio gay?] Sarebbe una tragedia insuperabile. Certo la violenza non si può esercitare, ci vuole la rassegnazione. Se trova una residenza separata mi sta bene. Cacciarlo? Lo metterei in condizione di vivere in un'altra casa, non a casa mia. Ha le sue abitudini, le sue necessità e le sue frequentazioni. Io non lo permetterei. A casa mia non no. (...) l'opinione pubblica è eterosessuale, non c'è dubbio. Non siamo tutti nelle stesse condizioni.»
  5. ^ Carlo Taormina shock: «I gay hanno anomalie fisiche e mentali»
  6. ^ http://www.articolo29.it/2015/confermata-in-appello-prima-condanna-per-discriminazione-in-ragione-dellorientamento-sessuale/
  7. ^ In particolare dell'art. 3, comma 1, lett. A) del Decreto Legislativo 9 luglio 2003, n. 216 "Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro
  8. ^ http://www.articolo29.it/decisioni/tribunale-bergamo-ordinanza-6-agosto-2014/
  9. ^ Discrimina gay, Taormina condannato
  10. ^ http://www.articolo29.it/wp-content/uploads/2015/01/TAORMINA-LGBT-sent-cda-brescia-23-01-2015.pdf

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