Regola dei cinque secondi

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Fragole cadute per terra
Un fumetto che ironizza sulla regola dei cinque secondi

La regola dei cinque secondi è una leggenda metropolitana per cui il cibo caduto a terra rimarrebbe incontaminato dai batteri se raccolto entro cinque secondi.[1][2] Una variante è la regola dei tre secondi, concettualmente analoga e con solo minore tempo di esposizione.[3]

Confutazione[modifica | modifica wikitesto]

In realtà tale regola non ha alcuna base scientifica se non il ridotto tempo di contatto tra terreno e cibo, che però è quasi irrilevante per un'eventuale contaminazione.[1] Oltre al tempo di esposizione diversi fattori possono influire sull'entità della contaminazione batterica, come ad esempio temperatura, genere di alimento e tipologia di superficie, ma la riproduzione batterica sul cibo avviene in ogni caso, anche se potenzialmente di minore entità ed innocua.[1] Inoltre l'applicazione di tale "regola" sarebbe del tutto arbitraria, in quanto cibi molli o appiccicosi, molto più proni a racimolare sporco e quindi batteri,[2] se caduti genererebbero ripugnanza e non verrebbero raccolti dalla maggior parte delle persone.[1]

Nel 2003 la ricercatrice Jillian Clarke dell'Università dell'Illinois ha dimostrato che il cibo caduto su una superficie può essere immediatamente contaminato dall'Escherichia coli, uno dei batteri più comuni.[3] Per questa ricerca ha ottenuto il Premio Ig Nobel 2004 per la Sanità Pubblica.[4] Un altro studio del 2006 ha dimostrato che in seguito all'esposizione alla salmonella, indipendentemente dal tipo di superficie, i batteri si trasferiscono immediatamente nel cibo, invalidando così del tutto la regola dei cinque secondi.[5][6]

Nel 2014 è stata effettuata una ricerca, non sottoposta a revisione paritaria, da parte di un gruppo di biologi della Aston University, che contraddice parzialmente i risultati degli studi precedenti, stabilendo un legame diretto tra tempo di esposizione e livello di contaminazione.[2][7][8] Secondo questa ricerca la regola dei cinque secondi, pur non essendo in realtà mai applicabile, avrebbe un fondamento di validità;[2] inoltre alcune superfici, come il legno e le piastrelle, sarebbero molto più infettive di altre, come ad esempio i tessuti.[7] Da un sondaggio condotto dagli stessi ricercatori l'87% degli intervistati ha dichiarato di seguire la regola dei cinque secondi, dimostrando così l'ampia diffusione della credenza.[2][7]

La regola è stata oggetto di analisi in programmi televisivi quali MythBusters e Bullshit!,[9][10] i quali sostanzialmente hanno confermato i risultati precedentemente ottenuti, rilevando tuttavia che i cibi secchi e salati dimostrano in genere un livello di contaminazione più basso rispetto ad altri.[2][3] È comunque fortemente sconsigliato consumare cibi venuti accidentalmente in contatto con superfici non idonee, soprattutto se in luoghi non igienici oppure molto frequentati.[5][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Cibo caduto a terra: dopo 5 secondi è ancora mangiabile?, su La Stampa, 26 luglio 2012.
  2. ^ a b c d e f Marta Buonadonna, Batteri: la regole dei 5 secondi? Probabilmente funziona, su Panorama. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  3. ^ a b c (EN) Getting the dirt on the 5-second rule, in The Southeast Missourian, 7 febbraio 2006.
  4. ^ (EN) The 2004 Ig Nobel Prize Winners, su Improbable Research (archiviato il 25 febbraio 2011).
  5. ^ a b (EN) Julie Deardorff, Capsule: The five-second rule, in Los Angeles Times, 9 agosto 2010.
  6. ^ (EN) Why the Five-Second Rule Should Be the No-Second Rule: Eating Habit Myths Exposed, su Clemson University.
  7. ^ a b c d (EN) Researchers prove the five second rule is real, su Aston University, 10 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2014).
  8. ^ (EN) Daniel Politi, Study: Five-Second Rule Is (Mostly) Legit, su Slate, 15 marzo 2014.
  9. ^ (EN) 5 Second Rule With Food On Floor, su discovery.com (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2017).
  10. ^ (EN) Ep. 609: Stranger Danger, su Penn & Teller: Bullshit!, 11 agosto 2008.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]