Regno di Abcasia

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Regno di Abcasia
Regno di Abcasia – Bandiera
Regno di Abcasia - Stemma
Dati amministrativi
Nome completoapkhazta samepo
Nome ufficialeაფხაზთა სამეფო
Lingue parlateAbcaso, georgiano
CapitaleAnacopia (778-786) Kutaisi (786-1008)
Politica
Forma di StatoPrincipato (c. 510–767) Monarchia feudale (767–1014)
Forma di governoMonarchia assoluta
SovraniElenco
Nascitacirca 786 con Leone II
Fine1008 con Bagrat II
CausaUnificazione dinastica con il regno di Georgia
Territorio e popolazione
Territorio originaleAbcasia
Il Regno di Abcasia dall'850 al 950, al culmine della sua espansione territoriale. (Sovrapposto ai confini moderni.) In colore scuro il Regno di Abcasia, in chiaro

i territori tributari e la sfera di influenza.

Evoluzione storica
Preceduto da Impero bizantino
Succeduto da Regno di Georgia
Ora parte diBandiera della Georgia Georgia
Storia della Georgia
საქართველოს ისტორია


Portale Georgia

Il Regno di Abcasia, noto anche come Regno di Apkhazeti-Egrisi o Regno degli Abcasi si riferisce all'antico stato feudale medievale situato nel Caucaso che durò dal 780-790 fino all'unione, attraverso successione dinastica, con il Regno di Georgia nel 1008.

Enigma storiografico[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito della scrittura, la storia iniziale del regno venne dominata dagli annali georgiani, armeni, bizantini e musulmani, predominanza avvalorata anche dagli attuali documenti archeologici ed epigrafici.

Il problema del Regno Abcasico, particolarmente le questioni riguardanti la natura della sua famiglia regnante e la sua composizione etnica, è il principale punto di controversia tra i moderni studiosi georgiani e abcasici. Ciò può essere ampiamente spiegato dalla scarsità di fonti primarie al riguardo. La maggior parte degli storici abcasi asseriscono che la formazione del regno fosse dovuta al consolidamento delle antiche tribù abcasiche che furono capaci di estendere il loro dominio nelle regioni limitrofe. Questa asserzione viene respinta dagli storici georgiani, alcuni dei quali asseriscono che il regno fosse stato interamente georgiano.

La maggior parte degli studiosi internazionali concordano sul fatto che sia estremamente difficile valutare l'identità etnica dei vari segmenti di popolazione[1] principalmente in base al fatto che i termini "Abcasia" e "abcasici" fossero utilizzati in un senso ampio durante questo periodo – e in alcuni brevi periodi successivi – e si riferiva, per qualsiasi scopo pratico, a tutta la popolazione del regno, comprendente sia i georgiani (inclusi anche i mingreli, laz, e Svani con le loro lingue distinte, sorelle di quella georgiana) che i possibili popoli moderni abcasici (abasgoi, apsilae e zygii).[2] Sembra probabile che una proporzione significativa (se non predominante) di popolazione di lingua georgiana, insieme allo sforzo dei re abcasi di liberarsi dall'assoggettamento politico e culturale bizantino, diede come risultato la sostituzione della lingua greca con il georgiano come lingua letteraria e culturale.[3]

Storia antica[modifica | modifica wikitesto]

L'Abacasia, o Abasgia delle fonti classiche, precedentemente parte della Colchide e più tardi di Egrisi (Lazica) fino al tardo decennio del 690, era un principato sotto l'autorità dell'impero bizantino. Situato principalmente lungo la costa del Mar Nero in ciò che adesso è la parte nord-occidentale dell'attuale sedicente Repubblica di Abcasia ed estesa verso nord nel territorio dell'odierno Kraj di Krasnodar di Russia. La sua capitale era Anacopia. L'Abcasia venne governata da un arconte ereditario (o eristavi, secondo le fonti georgiane) il quale in effetti funzionava come un viceré bizantino. La regione era in massima parte cristiana e la città di Pitsunda era la sede di un arcivescovo direttamente subordinato al Patriarca di Costantinopoli. Gli arabi, perseguitando i principi georgiani in ritirata – i fratelli Mir di Egrisi e Archil di Kartli – dilagano in Abcasia nel 736. La dissenteria e le inondazioni, insieme alla tenace resistenza praticata dall'arconte Leone I e i suoi alleati kartliani ed egrisiani, riuscirono a respingere gli invasori. Leone I allora sposò la figlia di Mir, e un successore, Leone II sfruttò questa unione dinastica per acquisire Egrisi (Lazica) nel decennio del 770. Considerato presumibilmente come stato successore di Lazica, questo nuovo sistema di governo continuò ad essere riferito come Egrisi in alcune cronache georgiane contemporanee (per es., Le Vitae dei re georgiani di Leonti Mroveli) e armene (per es., La storia di Armenia di Hovannes Draskhanakertsi).

L'efficace difesa attuata contro gli arabi e le nuove acquisizioni territoriali diedero ai principi abcasici sufficiente potere per rivendicare maggiore autonomia all'impero bizantino. Verso il 786 circa, Leone ottenne la sua piena indipendenza con l'aiuto dei cazari, assumendo il titolo di re degli abcasi e trasferendo la sua capitale alla città georgiana occidentale di Kutatisi (attuale Kutaisi). Secondo gli annali georgiani, Leone suddivise il suo regno in otto ducati (saeristavo): Abcazia propriamente detta, Tskhumi, Bedia, Guria, Racha e Takveri, Svaneti, Argveti, e Kutatisi.[4]

Il periodo più prospero del regno abcasico fu tra l'850 e il 950. Nei primi anni del X secolo si estendeva, secondo fonti bizantine, lungo la costa del Mar Nero per trecento miglia greche, dalle frontiere del thema caldeo alle foce del fiume Nicopsis, con alle spalle il Caucaso. Le tendenze espansionistiche in aumento del regno portarono ad un allargamento del suo reame verso est. Iniziando con Giorgio I (872/873 - 878/879), i re abcasi controllavano anche Kartli (la parte centrale ed orientale della Georgia), interferendo negli affari dei georgiani e dei bagratidi armeni. Nel 908 circa, il re Costantino III (898/899 - 916/917) aveva alla fine annesso una porzione significativa di Kartli, strappata al regno confinante di Tfilisi (attuale Tbilisi) controllato dagli arabi. Con il figlio, Giorgio II (916/917 - 960), il regno abcasico raggiunse il suo culmine di potenza e prestigio. Per un breve periodo di tempo, anche Kakheti nella Georgia orientale e Hereti nelle regioni limitrofe georgiane-albanesi riconobbero la sovranità abcasica. Come un temporaneo alleato dei bizantini, Giorgio II favorì le attività missionarie di Nicholas Mystikos nell'Alania.

Bagrat II di Abcasia fu anche Bagrat III di Georgia della casata dei Bagrationi.

I successori di Giorgio, tuttavia, furono incapaci di mantenere la forza e l'integrità del regno. Durante il governo di Leone III (960-969), Kakheti ed Hereti vennero ad emanciparsi dal potere abcasico. Un'aspra guerra civile e le rivolte feudali, iniziate con Demetrio III (969-976), condussero il regno nella totale anarchia sotto lo sfortunato re Teodosio III il Cieco (976-978). A quel tempo l'egemonia nella Transcaucasia passò infine ai bagratidi georgiani di Tao-Klarjeti. Nel 978, il principe bagratide Bagrat, nipote (figlio della sorella) di Teodosio (senza figli), si insediò sul trono abcasico con l'aiuto del suo padre adottivo David III di Tao. Nel 1008, Bagrat succedette alla morte del suo padre naturale Gurgen come il re dei re dei georgiani. Così, questi due regni, unificati attraverso la successione dinastica, vennero praticamente a fondare la monarchia georgiana unificata, ufficialmente denominata regno degli abcasi e georgiani.

Invasione selgiuchide[modifica | modifica wikitesto]

La seconda metà dell'XI secolo venne contraddistinta dalla disastrosa invasione dei turchi selgiuchidi che alla fine del decennio del 1040 riuscirono a creare un vasto impero nomade che comprendeva la maggior parte dell'Asia Centrale e Iran. Nel 1071 le armate dei selgiuchidi distrussero le forze unificate bizantine-armene e georgiane nella battaglia di Manzikert, e nel 1081, tutta l'Armenia, Anatolia, Mesopotamia, Siria e la maggior parte della Georgia vennero conquistate e devastate da queste orde.

Nella Georgia, soltanto l'Abcasia e le regioni montane di Svanetia, Racha e Khevi-Khevsureti non riconobbero la sovranità dei turchi selgiuchidi, e queste regioni comunque vennero a costituire un rifugio relativamente sicuro per i numerosi profughi. Alla fine del 1099 Davide IV di Georgia smise di pagare il tributo ai selgiuchidi, portando la maggior parte delle terre georgiane, eccetto Tbilisi ed Ereti, sotto il suo effettivo controllo, con l'Abcasia e la Svanetia che fungevano come sue affidabili basi di retroguardia. Nel 1105–1124 le armate georgiane comandate da re David intrapresero una serie di brillanti campagne militari contro i turchi selgiuchidi liberando non solo il resto della Georgia, ma anche la regione di Ghishi-Kabala abitata da cristiani, nello Shirvan occidentale, e una grande porzione dell'Armenia.

Regnanti[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte dei re abcasi, ad eccezione di Giovanni e Adarnase degli Shavliani (presumibilmente di origine Svana), provenivano dalla dinastia talvolta registrata nella storiografia moderna come Leonidi, dal nome del primo re Leone, o Anosidi, dal nome del principe Anos, dal quale la famiglia reale rivendicava le sue origini. Il principe Cyril Toumanoff riferisce il nome di Anos alla nobile famiglia georgiana-abcasica degli Anchabadze.[5] Per convenzione, i numeri di regni dei re abcasici viene fatto proseguire da quelli degli arconti di Abasgia. Vi è anche qualche incoerenza riguardo alle date dei loro regni. La cronologia sottostante viene fornita da Toumanoff.

Casata degli Anosidi (Anchabadze)[modifica | modifica wikitesto]

Casata degli Shavliani[modifica | modifica wikitesto]

Casata degli Anosidi (Anchabadze)[modifica | modifica wikitesto]

Casata dei Bagratidi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Graham Smith, Edward A Allworth, Vivien A Law et al., pagine 56-58.
  2. ^ (EN) Graham Smith, Edward A Allworth, Vivien A Law et al., pagine 56-58; Abkhaz di W. Barthold V. Minorsky nell'Encyclopaedia of Islam.
  3. ^ (EN) Alexei Zverev, Conflitti etnici nel Caucaso; Graham Smith, Edward A Allworth, Vivien A Law et al., pagine 56-58; Abkhaz di W. Barthold [V. Minorsky] nell'Encyclopaedia of Islam; Lo stato georgiano-abcasico (compendio), di George Anchabadze, in: Paul Garb, Arda Inal-Ipa, Paata Zakareishvili (curatori), Aspetti del conflitto georgiano abcasico: continuità culturale nel contesto dello formazione statale, Volume 5, 26-28 agosto del 2000.
  4. ^ Vakhushti Bagrationi, La storia di Egrisi, Abkhazeti o Imereti, parte 1.
  5. ^ Rapp, pagine481-484.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]