Regione Autonoma Serba di Krajina
Repubblica Autonoma Serba di Krajina | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica Autonoma Serba di Krajina |
Nome ufficiale | Srpska autonomna oblast Krajina (Српска аутономна област Крајина) |
Lingue parlate | Serbo |
Capitale | Tenin |
Politica | |
Forma di Stato | Governo provvisorio |
Nascita | 21 dicembre 1990 |
Fine | 19 dicembre 1991 |
Causa | Nascita della Repubblica Serba di Krajina |
Territorio e popolazione | |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Cristianesimo ortodosso |
Evoluzione storica | |
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La Regione Autonoma Serba di Krajina (in serbo: Српска аутономна област Крајина?, traslitterato: Srpska autonomna oblast Krajina) fu un'entità autoproclamata dalla popolazione di etnia serba della Krajina croata. Il territorio era costituito da comuni a maggioranza serba della Repubblica di Croazia che dichiararono l'autonomia nell'ottobre 1990[1]. Si formò come Regione Autonoma Serba Knin Krajina, ma, dopo l'inclusione di ulteriori aree popolate dai serbi, cambiò nome in Regione Autonoma Serba di Krajina. Nel 1991 la Krajina e altre enclavi serbo-croate aderirono alla Repubblica Serba di Krajina.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Dopo le elezioni multipartitiche croate del 1990 aumentarono le tensioni etniche all'interno della Repubblica. Il nuovo Presidente croato Franjo Tuđman stava progettando la secessione dalla Jugoslavia, per cui i militanti serbi lo anticiparono creando una regione autonoma intorno alla città di Tenin. Questa, il 27 giugno, fu denominata Regione Autonoma Serba Knin Krajina e si unì alle municipalità serbe della Lika e del resto della Dalmazia settentrionale nella «Comunità dei comuni della Dalmazia settentrionale e della Lika». Successivamente si fuse con l'«Associazione dei comuni autonomi serbi» con un proprio governo e un proprio Parlamento (Consiglio nazionale serbo) e lentamente acquisì lo status di Stato sovrano.
Inizialmente si pensava che Franjo Tuđman volesse che la Croazia diventasse uno Stato nazionale all'interno della Jugoslavia dopo le riforme democratiche e decentrate. Quando ciò risultò essere improbabile, i serbo-croati della Krajina vollero staccarsi dalla Croazia per rimanere all'interno della Jugoslavia e il 21 dicembre 1990 proclamarono la Regione Autonoma Serba di Krajina[2].
Il 16 marzo 1991, il Parlamento della Krajina dichiarò che, in caso di indipendenza della Croazia, la regione avrebbe a sua volta dichiarato l'indipendenza da Zagabria per rimanere all'interno della Jugoslavia e il 12 maggio 1991 si tenne un referendum con oltre il 99% dei voti a sostegno dell'unificazione con la Serbia[3].
A fine marzo iniziò la guerra d'indipendenza croata tra i serbi della Krajina e le autorità croate[4]. Dopo che Croazia e Slovenia dichiararono l'indipendenza, le violenze si intensificarono, mentre i serbi ampliarono il territorio con l'aiuto dell'Armata Popolare Jugoslava, fino ad includere la Regione Autonoma Serba della Slavonia Orientale, Baranja e Sirmia occidentale e la Slavonia Occidentale. Il territorio controllato dai serbi includeva un terzo della Croazia.
Il 19 dicembre 1991 Krajina e Slavonia Occidentale si unirono, formando la Repubblica Serba di Krajina.
Note[modifica | modifica wikitesto]
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1990 91 Dinamo Zagabria Atalanta 1 1 3 ott 1990 Evair, su YouTube, 28 marzo 2011. URL consultato il 19 settembre 2018.
- ^ Ingrid Badurina, La Repubblica croata cancella il comunismo, in La Stampa, 23 dicembre 1990. URL consultato il 19 settembre 2018.
- ^ Prosecutor v. Milan Martić Judgement (PDF), su icty.org, 12 giugno 2007. URL consultato il 19 settembre 2018.
- ^ Ingrid Badurina, Jugoslavia, battaglia nel parco, in La Stampa, 2 aprile 1991. URL consultato il 19 settembre 2018.