Public history

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La public history (storia pubblica o, meglio storia per il pubblico in lingua italiana) è costituita da una vasta gamma di attività svolte da persone, con diversi tipi di formazione nella disciplina della storia, che operano generalmente al di fuori di ambienti accademici specializzati. La pratica della public history è profondamente radicata nei settori della conservazione storica, dell'archivistica, della storia orale, della curatela museale e altri campi correlati. Il settore è diventato sempre più professionalizzato negli Stati Uniti e in Canada sul finire degli anni settanta. Alcune delle istituzioni più comuni per la pratica della public history sono i musei, le dimore e i siti storici, parchi, campi di battaglia, archivi, società cinematografiche e televisive, e tutti i livelli di amministrazione pubblica.

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

Perché incorpora una vasta gamma di pratiche e si svolge in molti contesti diversi, la public history dimostra una certa resistenza ad essere definita con precisione. Quattro sono gli elementi chiave che spesso emergono dal discorso di coloro che si identificano come storici pubblici:

  • Uso dei metodi della disciplina storica
  • Accento sull'utilità della conoscenza storica, in questioni che vanno oltre a scopi puramente accademici o di antichità
  • Accento sulla formazione e la pratica professionale
  • Obiettivo di approfondire e potenziare il collegamento pubblico con il passato

Questi elementi furono espressi, nel 1989, nel programma del National Council on Public History: "To promote the utility of history in social through professional practice." (Per promuovere l'utilità della storia nel sociale, attraverso la pratica professionale.)[1] Erano anche presenti in una definizione redatta dal consiglio NCPH nel 2007, nella quale si affermava, "la public history è un movimento, metodologia e approccio che promuove lo studio e la pratica della storia della collaborazione; i suoi praticanti abbracciano la missione di rendere le loro intuizioni accessibili e utili al pubblico." Tuttavia, questa definizione di progetto pose alcune sfide,[2] che ha sollevato dubbi sul fatto che la public history sia solo un tentativo realizzato da storici professionisti o addestrati, o se la condivisione dell'autorità storica dovrebbe essere un elemento chiave del settore. Altri hanno sottolineato che l'esistenza di molti "pubblici" per la public history complica il compito di definizione. Ad esempio, lo storico Peter Novick ha messo in dubbio che gran parte di quella che viene definita public history dovrebbe in realtà essere chiamata privata (ad esempio, la creazione di storie aziendali o archivi) o divulgativa (per esempio, ricerca o esposizioni condotte al di fuori delle norme della disciplina storica).[3] Cathy Stanton ha identificato anche un elemento più radicale nella public history del Nord America, ma ha chiesto: "Quanto spazio c'è per la componente progressiva del movimento sulla public history?"[4] Hilda Kean e Paul Ashton hanno discusso delle differenze nella public history in Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti, argomentando contro "una rigida demarcazione tra gli "storici" e "le loro opinioni sulla public history".[5] Un sondaggio del 2008, condotto su quasi 4.000 professionisti prevalentemente negli Stati Uniti, ha dimostrato che una parte consistente (quasi un quarto degli intervistati) ha espresso alcune riserve circa il termine, se applicato al proprio lavoro.[6]

In generale, coloro che abbracciano il termine public history accettano che i confini del campo siano flessibili. La sua definizione rimane un work in progress, soggetto a continue rivalutazioni dei rapporti dei praticanti con diversi tipi di pubblico, con gli obiettivi, politici, economici e culturali.

Settori collegati[modifica | modifica wikitesto]

Come suggerisce la sua definizione, la public history è un termine generico che può riferirsi ad una vasta gamma di settori professionali e accademici. Alcuni di questi includono:

Inoltre, si è sviluppato, negli ultimi decenni, un sub settore che si concentra sulla storia e la teoria della memoria collettiva. Questo settore (caratterizzato da vincitori del Premio del Consiglio Nazionale sulla public history), può anche essere considerato public history.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La public history ha molti precedenti che sono la museologia, l'archivistica (pubblica e privata), le associazioni per la preservazione dei contenuti storici, i progetti culturali pubblici e privati e le ricostruzioni cinematografiche (ad esempio i film storici). Ludmilla Jordanova ha osservato che "lo Stato ... è al centro della public history" collegando la public history alla crescita dello Stato-nazione[7] (Il teologo inglese William Paley dichiarò nel 1794 che la public history era un "registro dei successi e delle delusioni ... e delle liti di coloro che si impegnano in contese [per] il potere'".)[8] Nel tardo XIX secolo e agli inizi del XX si andò formando una disciplina storica nelle università dell'Ovest, e questo ha avuto l'effetto di separare gradualmente gli studiosi storici professionisti da coloro che praticavano la storia a livello amatoriale.[9] Mentre veniva continuato l'addestramento degli storici che lavoravano in ambiti pubblici, vi fu una ritirata generale dal coinvolgimento del pubblico tra gli storici professionali nei decenni centrali del XX secolo.[10]

Nel corso degli anni settanta, una serie di sviluppi politici, economici, sociali, e storiografici operarono per invertire questa tendenza, convergendo nel produrre un nuovo campo che esplicitamente si identificasse come public history. I movimenti per la giustizia sociale degli anni 1960 e 1970 avevano suscitato un interesse per le storie di persone e gruppi "non dominanti", ad esempio, le donne, le persone della classe operaia, i gruppi etnici e le minoranze razziali, piuttosto che la teoria del grande uomo che era tradizionalmente stata al centro di molte narrazioni storiche. In Gran Bretagna, questo è emerso attraverso l'History Workshop Movement. Molti storici hanno abbracciato storia sociale come soggetto, e alcuni erano ansiosi di essere coinvolti in progetti pubblici.[11] Negli Stati Uniti, una grave carenza di posti di lavoro accademici per gli storici ha portato molti a prendere in considerazione una carriera al di fuori dell'accademia.[12] Allo stesso tempo, sforzi di finanziamento pubblico erano in corso in molti paesi occidentali, che andavano dalle celebrazioni nazionali come il bicentenario della fondazione degli Stati Uniti d'America a progetti di multiculturalismo in Australia e in Canada, di pari passo con l'interesse pubblico diffuso sulla genealogia, il tracciamento del folk e delle radici di famiglia e altre attività legate alla storia. Sulla scia della deindustrializzazione in molti luoghi industriali, i governi supportarono anche progetti di rinnovamento urbano che comprendevano sempre più l'uso della storia e della cultura locale come attrazione o come base per il "re-branding" di una zona depressa.[13] Per necessità, inclinazione, o per entrambe le cose, un numero crescente di laureati in storia trovò occupazione in questi tipi di impieghi non accademici. Decisioni di politica pubblica, come il passaggio negli Stati Uniti del National Historic Preservation Act del 1966 e l'aggiunta, del governo canadese, della figura del "ricercatore storico" come categoria di servizio civile negli anni settanta 1970,[14] insieme all'aumento del turismo culturale e la crescente professionalizzazione dei numerosi musei e società storiche, hanno stimolato la crescita del settore.

Negli Stati Uniti, la nascita della public history si avvia dall'Università della California, Santa Barbara, dove Robert Kelley, un professore della facoltà di storia, ottenne un finanziamento dalla Rockefeller Foundation, nel 1976, per creare un corso post laurea per giovani storici destinati ad una carriera sia nel pubblico che nel privato.[15] Kelley utilizzò la sua vasta esperienza di consulente e testimone legale nei casi di contenzioso sulle acque per concepire l'idea di public history come un campo a sé stante. Alcune conferenze a Scottsdale, in Arizona nel 1978 e Montecito, California nel 1979, aiutarono a catalizzare il nuovo settore. Il lancio di una rivista professionale, The Public Historian, nel 1978, e la fondazione del National Council on Public History nel 1979 servirono a dare agli storici accademici un senso del pubblico e ai professionisti esterni un senso che portò a condividere una serie di missioni, esperienze e metodi.

La public history in Canada seguì un percorso simile in molti settori, tra cui l'esperienza di un'accademica "crisi occupazionale" negli anni settanta e l'importanza del governo come fonte di occupazione per gli storici pubblici.[16] Nel 1983, L'Università di Waterloo creò un Masters public history (ora eliminato), seguita dalla The University of Western Ontario nel 1986, e dalla Carleton University nel 2002. Così come negli Stati Uniti, il finanziamento pubblico canadese per i progetti di storia e del patrimonio culturale si è ridotto negli ultimi due decenni, con gli storici pubblici sempre più responsabili, nei confronti dei finanziatori, dell'efficacia del loro lavoro.[17] Public history also exists as an identifiable field in Australia[18] e in misura minore in Europa[19][20] ed altri paesi. In America Latina, la public history trova la sua massima espressione in Brasile, dove viene strettamente connessa alla storia sociale e alla storia orale. La Rete storica pubblica brasiliana, creata nel 2012, è stata istituita per la pubblicazione e la sponsorizzazione di eventi di portata nazionale e internazionale volti a promuovere un dialogo creativo e cosmopolita.[21] Così come negli Stati Uniti e in Canada, vi sono molti progetti pubblici che coinvolgono gli storici e l'interpretazione della storia che non necessariamente fanno diretto riferimento all'etichetta di public history. La International Federation for Public History,(IFPH-FIHP)[22] venne costituita nel 2010 e divenne un'associazione internazionale con un comitato eletto nel gennaio del 2012.[23] IFPH è anche una[24] Commissione internazionale di storici (ICHS-CISH). Lo IFPH cerca di ampliare gli scambi internazionali sulla pratica e l'insegnamento della public history.

La public history continua a sviluppare e definire se stessa. Ci sono attualmente molti programmi di public history per laureati e laureandi negli Stati Uniti, Canada e altri paesi. Il settore ha una naturale sinergia con la storia digitale, con la sua enfasi sull'accesso e l'ampia partecipazione alla creazione della conoscenza storica. Negli ultimi anni c'è stato un crescente sviluppo della ricerca storica pubblica, comprese le opere riconosciute dall'annuale NCPH Book Award[25]. In molti paesi, sono stati condotti studi per capire come le persone si confrontano con il passato, per approfondire il senso di come il lavoro degli storici può meglio connettersi con quello delle persone.[26]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Reflections on an Idea: NCPH’s First Decade[collegamento interrotto] by Barbara J. Howe, Chair's Annual Address, The Public Historian, Vol. 11, No. 3 (Summer 1989), pp. 69–85
  2. ^ ""Public History Redux"[collegamento interrotto], Public History News (September 2007)
  3. ^ Peter Novick, That Noble Dream: The "Objectivity Question" and the American Historical Profession (1988), 510-21
  4. ^ Cathy Stanton, The Lowell Experiment: Public History in a Postindustrial City (U. of Massachusetts Press, 2006), p. 28
  5. ^ Paul Ashton and Hilda Kean (eds), People and their Pasts: Public History Today (Palgrave Macmillan, 2009), p. 1
  6. ^ John Dichtl and Robert B. Townsend, "A Picture of Public History Archiviato il 4 marzo 2010 in Internet Archive.: Preliminary Results from the 2008 Survey of Public History Professionals" in Public History News, Vol. 29, No. 4 (September 2009)
  7. ^ Ludmilla Jordanova, The Practice of History (London: Edward Arnold, 2003) p. 155.
  8. ^ Editorial, Public History Review, vol 10, 2003, p. 5.
  9. ^ Ian Tyrrell, Historians in Public: the Practice of American History, 1890-1970 (Chicago: University of Chicago Press, 2005), p. 209.
  10. ^ Rebecca Conard, Benjamin Shambaugh and the Intellectual Foundations of Public History (Iowa City: University of Iowa Press, 2002), p. 148
  11. ^ James Green, Taking History to Heart: The Power of the Past in Building Social Movements (Amherst, Massachusetts: University of Massachusetts Press, 2000), p. 2
  12. ^ Novick, That Noble Dream, p. 512
  13. ^ Bella Dicks, Culture on Display: The Production of Contemporary Visitability (Maidenhead, UK: Open University Press, 2003), p. 35
  14. ^ John R. English, "The Tradition of Public History in Canada," The Public Historian Vol. 5, No. 1 (Winter 1983), pp. 58-59
  15. ^ G. Wesley Johnson, "The Origins of The Public Historian and the National Council on Public History," The Public Historian Vol. 21, No. 3 (Summer 1999), pp. 167-79
  16. ^ English, "Tradition of Public History in Canada"
  17. ^ Lyle Dick, "Public History in Canada: An Introduction," The Public Historian Vol. 31, No. 1 (February 2009), pp. 9-10
  18. ^ Ann Curthoys and Paula Hamilton, “What Makes History Public?” Public History Review 1992, pp. 8-13
  19. ^ Jill Liddington, "What is Public History? Publics and Their Pasts, Meanings and Practices," Oral History (Spring 2002)
  20. ^ Anthony R. Sutcliffe, "Gleams and Echoes of Public History in Western Europe: Before and After the Rotterdam Conference," The Public Historian Vol. 6, No. 4 (Fall 1984), pp. 7-16
  21. ^ Brazilian Public History Network, su historiapublica.com.br (archiviato il 18 dicembre 2014).
  22. ^ International Federation for Public History - Fédération Internationale pour l'Histoire Publique Archiviato il 17 maggio 2014 in Internet Archive.
  23. ^ Serge Noiret: Next Steps for the International Federation, Public History News, Volume 32, Number 4, September 2012, p.10 Archiviato il 17 maggio 2014 in Internet Archive.
  24. ^ Internal Commission for the International Committee of Historical Sciences Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive.
  25. ^ NCPH Book Award
  26. ^ Si veda Margaret Conrad, Jocelyn Létourneau, and David Northrup, "Canadians and Their Pasts: An Exploration in Historical Consciousness," The Public Historian Vol. 31, No. 1 (February 2009)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrew Hurley. Beyond Preservation: Using Public History to Revitalize Inner Cities (Temple University Press; 2010) 248 pages; focus on successful projects in St. Louis and other cities.
  • What is Public History? from the NCPH
  • Reflections on an Idea: NCPH's First Decade[collegamento interrotto] by Barbara J. Howe, Chair's Annual Address, The Public Historian, Vol. 11, No. 3 (Summer 1989), pp. 69–85
  • Public History in Canada. Special Issue, The Public Historian, Vol. 30, No. 1 (Winter 2009).
  • Juniele R. Almeida & Marta G. O. Rovai (ed.) Introdução à História Pública (Letra e Voz; 2011); first Brazilian public history handbook.
  • La “Public History”: una disciplina fantasma? in Serge Noiret (ed.): "Public History. Pratiche nazionali e identità globale", Memoria e Ricerca, n.37, May–August 2011, pp. 10–35. (assieme a "Premessa: per una Federazione Internazionale di Public History", pp. 5–7.)
  • Serge Noiret. Internationalizing Public History Archiviato il 19 marzo 2016 in Internet Archive. in Public History Weekly Vol. 2, No. 34 (sept. 2014)
  • Public History. Discussioni e pratiche, a cura di Paolo Bertella Farnetti, Lorenzo Bertucelli, Alfonso Botti, Milano, Mimesis, 2017, pp. 338.
  • Verso la public history: fare e raccontare storia nel tempo presente, Maurizio Ridolfi, Ospedaletto, Pisa, Pacini, 2017.

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