Profezia di Neferti

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Profezia di Neferti
Ostrakon con un frammento della profezia
AutoreNeferti
Periodo2000-1800 a.C.
Lingua originaleegiziano antico
Frammento della profezia conservato al Museo egizio di Torino

La Profezia di Neferti è uno dei pochi testi letterari rimasti dell'antico Egitto. È ambientato nell'Antico Regno, sotto re Snefru (IV dinastia egizia, 2550 a.C. circa), ma probabilmente fu scritto all'inizio della XII dinastia, ossia attorno al 2000-1800 a.C. È attribuibile a un autore di nome Neferti (o Neferyt, Nefer-rohu, Neferrohu).

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Il testo è una pseudo-profezia, ossia descrive eventi avvenuti in realtà prima della redazione dello scritto stesso. Il faraone Snefru chiama a corte un saggio di nome Neferti, sacerdote di Bastet, per farsi intrattenere con un bel racconto. Costui chiede al faraone se desideri ascoltare una storia riguardante il passato o il futuro, e il faraone sceglie il secondo.[1]

Neferti descrive allora la visione di una società egiziana futura, precisamente il primo periodo intermedio, rappresentandolo come un periodo di caos e di guerra civile, in cui tutte le norme sociali e naturali dell'Egitto vengono sovvertite. Le descrizioni dei disastri presenti nel testo si ricollegano alla grande tradizione letteraria egiziana delle lamentazioni pessimistiche, come avviene nelle Lamentazioni di Ipuwer o di Jajeperreseneb.[2]

«La terra è distrutta e non c'è nessuno che se ne prenda cura, non c'è nessuno con cui parlare e nessuno che agisca di conseguenza. Vedi come piangono? [...] Il sole tramonta e non splenderà per il popolo. Nessuno vivrà quando il sole sarà nascosto dalle nuvole.»

Tuttavia, verso la fine del testo, Neferti predice l'avvento di un re di nome Ameni (Amenemhat I), che sconfiggerà i nemici e riporterà l'ordine nel paese.[2]

«Dal sud verrà un re, chiamato Ameni (Amenemhat) [...]. Indosserà la Corona Bianca, prenderà la Corona Rossa, unirà le Due Dee Onnipotenti, placherà i Due Dei con ciò che essi desiderano. [...] L'uomo buono onorerà eternamente il suo nome.»

Interpretazione[modifica | modifica wikitesto]

Il testo viene generalmente interpretato come un pezzo di propaganda politica egiziana, dal tono messianico. Il faraone Ameni, indicato come salvatore della patria, viene considerato un riferimento al primo re della XII dinastia, Amenemhat I. Questi non aveva alcun legame di parentela con il suo predecessore, di conseguenza la profezia di Neferti avrebbe la funzione di giustificare, da un punto di vista politico, l'avvento della nuova dinastia.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The Prophecy of Nefer-rohu [collegamento interrotto], su siloam.net. URL consultato il 6 luglio 2015.
  2. ^ a b c (EN) The Beginning of the Twelfth Dynasty, in Kingship, Power, and Legitimacy in Ancient Egypt: From the Old Kingdom to the Middle Kingdom, Cambridge University Press, 2020, pp. 138–160, ISBN 9781108914529.; (EN) Marc Van de Mieroop, A history of ancient Egypt, Chichester, West Sussex, 2021, p. 99, ISBN 978-1119620877.; (EN) Joann Fletcher, The story of Egypt: the civilization that shaped the world, capitolo 12, New York, First Pegasus books paperback, 2017, ISBN 978-1681774565.; (EN) Stuart Tyson Smith, Ethnicity: Constructions of Self and Other in Ancient Egypt (XML), in Journal of Egyptian History, vol. 11, 8 ottobre 2018, pp. 113–146.

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