Prisma a tetto di Amici

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Un disegno di un prisma a tetto di Amici.

In ottica, un prisma a tetto di Amici, così chiamato dal nome del suo inventore, l'astronomo italiano Giovanni Battista Amici, è un tipo di prisma dispersivo riflettente in grado di deviare un raggio luminoso di 90° invertendo contemporaneamente l'immagine; per questo esso trova largo impiego negli oculari di diversi strumenti ottici come sistema di raddrizzamento dell'immagine.

Questo prisma riflessivo, talvolta chiamato anche semplicemente "prisma di Amici", non va confuso con il prisma dispersivo di Amici, talvolta anch'esso chiamato "prisma di Amici".

Struttura e funzionalità[modifica | modifica wikitesto]

Il prisma a tetto di Amici ha la forma di un comune prisma retto, ossia una forma a triangolo rettangolo, con in più una superficie a forma di "tetto", ossia suddivisa in due superfici che si incontrano perpendicolarmente, in corrispondenza del lato più lungo. Una volta che il raggio di luce entra da uno dei due cateti, le sue componenti vengono totalmente riflesse internamente dalle superfici "a tetto" per due volte prima di uscire in corrispondenza dell'altro cateto e in tale processo, che vede la deviazione di 90° del raggio in entrata, l'immagine viene invertita mantenendo comunque la propria chiralità.[1]

Le due superfici site in corrispondenza dell'ipotenusa, che devono essere perfettamente perpendicolari onde evitare che si crei uno sdoppiamento dell'immagine,[2] possono talvolta essere rivestite da uno strato riflettete, il che consente di realizzare prismi che deviano il raggio anche di angoli diversi da 90° pur mantenendo la totale riflessione interna.

Applicazioni e prismi simili[modifica | modifica wikitesto]

L'oculare di un telescopio dotato di un prisma a tetto di Amici.

L'utilizzo più ampio del prisma a tetto di Amici è quello di raddrizzatore d'immagine negli oculari dei telescopi. Se il vantaggio dell'uso di questi prismi nei telescopi è quello di avere come risultato un'immagine non capovolta e quindi uguale a quella che si avrebbe osservando il cielo a occhio nudo o una carta stellare, lo svantaggio delle "immagini corrette" da un prisma di Amici è che, poiché nel suo percorso la luce subisce diverse riflessioni, queste possono introdurre aberrazioni ottiche. A ingrandimenti elevati (>100×), gli oggetti osservati presentano una linea luminosa che li attraversa, dovuta alla linea di unione delle due superfici a tetto, pertanto, la maggior parte dei prismi a tetto Amici è più adatta per una visione a basso ingrandimento o nei cannocchiali per uso terrestre piuttosto che astronomico È vantaggioso qui che la posizione verticale e laterale degli oggetti nel telescopio renda più facile l'orientamento, poiché la direzione di movimento dello strumento e lo spostamento osservato nell'oculare sono gli stessi.

Prismi usati per scopi simili sono il pentaprisma a tetto, particolarmente utilizzato nelle macchine fotografiche reflex, e il doppio prisma di Porro, spesso installato nei binocoli. Oltre ai sopraccitati, altri prismi che utilizzano superfici a tetto per l'inversione dell'immagine sono quelli di Schmidt-Pechan, di Abbe-Koenig e di Uppendahl.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fritz Deumlich, Surveying Instruments, Walter de Gruyter, 1982, pp. 31. URL consultato il 12 luglio 2021.
  2. ^ Paul R. Yoder, Design and Mounting of Prisms and Small Mirrors in Optical Instruments, SPIE Press, 1998, pp. 28. URL consultato il 12 luglio 2021.
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