Principato di Paceco

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Principato di Paceco
Informazioni generali
CapoluogoPaceco
Popolazione1.239 anime (1759[1])
Dipendente daRegno di Sicilia
Amministrazione
Principe di PacecoFardella (1609-1709), Sanseverino (1709-1812)
Evoluzione storica
Inizio1609 con Placido Fardella di Bologna
CausaInvestitura a Principe di Paceco di Placido Fardella di Bologna da parte di re Filippo III di Spagna
Fine1812 con Luigi Sanseverino Gaetani dell'Aquila d'Aragona
CausaAbolizione del feudalesimo con la promulgazione della Costituzione siciliana
Preceduto da Succeduto da
Baronia di Paceco Distretto di Trapani
Principe di Paceco
Corona araldica
Corona araldica
Stemma
Stemma
ParìaParìa di Sicilia
Data di creazione17 settembre 1609
Creato daFilippo III di Spagna
Primo detentorePlacido Fardella di Bologna
Ultimo detentoreLuigi Sanseverino Gaetani dell'Aquila d'Aragona
Data di estinzione1833
TrasmissioneMaschio primogenito
Trattamento d'onoreSua eccellenza

Il Principato di Paceco fu uno stato feudale esistito in Sicilia tra il XVII secolo e gli inizi del XIX secolo, che corrispondeva al territorio dell'odierno comune di Paceco, in provincia di Trapani.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La terra baronale di Paceco sorse su un feudo situato nella Val di Mazara, e vicino a Trapani, acquistato dal nobile trapanese Placido Fardella († 1623), signore di San Lorenzo (Xitta), che con lettere reali date il 9 aprile 1607, ottenne su di esso la possibilità di edificarvi, il mero e misto imperio, e gli diede il nome di Pacheco in onore alla sua consorte la nobildonna Maria Pacheco, dei marchesi di Villena.[2] Il medesimo Fardella, ebbe concessione del titolo di I principe di Pacheco da parte del re Filippo III di Spagna il 17 settembre 1609, esecutoriato il 19 novembre 1610.[3]

Successore fu il primogenito Giovanni Francesco Fardella Pacheco († 1645), II principe di Paceco, il quale sposato con Topazia Gaetani Saccano dei principi del Cassaro, ebbe tre figli, tra cui Placido (1637-1649), morto adolescente.[4] Alla morte di questi, si aprì una lite giudiziale tra le sorelle Maria e Antonia, e lo zio Emmanuele Fardella Paceco (1615-1680), che nel 1663 ottenne il possesso feudale dello Stato.[5] Il Principe Emmanuele che non ebbe eredi dalla consorte Isabella di Blasi Russo[4], morì nel 1680[3], e lo stato nobiliare passò alla nipote Maria Fardella Gaetani († 1709), che unitasi in matrimonio a Carlo Maria Sanseverino, IX principe di Bisignano, trasferì i suoi diritti feudali a quest'ultimo.[1][4]

Passato alla famiglia Sanseverino di Bisignano, il Principato di Paceco venne soppresso nel 1812 per l'abolizione del regime feudale nel Regno di Sicilia, e il suo ultimo feudatario, il principe Luigi Sanseverino Gaetani dell'Aquila d'Aragona (1753-1833), ottenne un seggio ereditario alla Camera dei pari del Regno di Sicilia, istituita con la promulgazione della Costituzione siciliana concessa dal re Ferdinando III di Borbone, come Principe di Paceco.[4][6]

I Sanseverino dei principi di Paceco si estinsero nel 1833 con il suddetto Principe Luigi, morto senza eredi[4], e il titolo non risulta sia confluito in altro ramo della famiglia o in altre famiglie, e nel 1888 i San Severino principi di Bisignano.

Cronotassi dei Principi di Paceco[modifica | modifica wikitesto]

Epoca feudale[modifica | modifica wikitesto]

  • Placido Fardella di Bologna (1609-1623)
  • Giovanni Francesco Fardella Pacheco (1624-1645)
  • Placido Fardella Gaetani (1645-1649)
  • Emanuele Fardella Pacheco (1663-1680)
  • Maria Fardella Gaetani (1680-1709)
  • Giuseppe Leopoldo Sanseverino Fardella (1709-1726)
  • Luigi Sanseverino Pignatelli (1726-1754)
  • Nicola Sanseverino Pignatelli (1754-1793)
  • Marianna Gaetani dell'Aquila d'Aragona Sanseverino (1794-1806)
  • Luigi Sanseverino Gaetani dell'Aquila d'Aragona (1806-1812)

Epoca post-feudale[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Sanseverino Gaetani dell'Aquila d'Aragona (1812-1833)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Amico, p. 239.
  2. ^ Villabianca, p. 38.
  3. ^ a b Villabianca, p. 39.
  4. ^ a b c d e I PRINCIPI DI PACECO (PDF), su trapaninostra.it. URL consultato il 03-11-2018.
  5. ^ Amico, pp. 238-239.
  6. ^ Costituzione del Regno di Sicilia stabilita dal Parlamento dell'anno 1812, Stamperia De Marco, 1848, p. 165.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, vol. 1, Palermo, Stamperia Santi Apostoli, 1757.
  • V. Amico, Dizionario topografico della Sicilia di Vito Amico, a cura di G. Di Marzo, vol. 1, Palermo, Di Marzo, 1858.
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