Portale:Antica Siracusa/invenzioni

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Una moderna centrale solare in Spagna

L'antica Siracusa è stata una grande sede di sperimentazioni e di scoperte. In ambito culturale si attribuisce al fertile ambiente siracusano l'invenzione della forma teatrale della commedia e dell'arte mimica, così come lo sviluppo della prima poesia bucolica. Ma non solo in ambito artistico, letterario e teatrale: i Siracusani convogliarono qui grandi invenzioni anche in ambito scientifico e militare. Archimede fabbricò nella sua terra numerose invenzioni che hanno fatto la storia; una delle più misteriose sue scoperte è senz'altro rappresentata dai celebri specchi ustori: egli, per primo e in tempi non sospetti, riuscì a convogliare il potente calore dei raggi del sole in un unico punto grazie all'uso degli specchi, usando l'energia della nostra stella come un'arma, fece colare a picco le navi romane che assediavano il porto di Siracusa. Per questo motivo egli viene considerato all'origine della storia dell'odierno sistema dell'impianto solare termodinamico. La Siracusa di Archimede si presta così bene ai misteri e alle cose inspiegabili, che ad essa è stata attribuita da numerosi studiosi la provenienza del primo "computer" conosciuto dall'uomo: il meccanismo o la macchina di Anticitera; si tratta di un planetario complesso rinvenuto in una nave affondata del I secolo a.C., la cui elaborazione sarebbe opera del genio archimedeo. Sempre Archimede è autore di altre comprovate, fondamentali scoperte il cui uso rientra nelle abitudini quotidiane moderne (esempio: il pi greco).

Luna: i crateri e i monti che portano il nome di Archimede

Siracusa fu patria di altri uomini notabili nel campo dell'astronomia e dell'astrologia: Iceta di Siracusa fu considerato dal noto astronomo polacco Niccolò Copernico come il precursore della sua teoria, e in quanto più antico in ordine cronologico, lo scopritore della rotazione della Terra sul proprio asse; concetto poi riproposto da Ecfanto di Siracusa, allievo di Iceta. Gli astronomi siracusani furono i primi a distaccarsi dal pensiero di Filolao (il quale sosteneva che la terra non avesse un proprio asse di rotazione, ma che piuttosto orbitasse intorno ad un Fuoco centrale) ed Ecfanto interpretò anche i numeri di Pitagora, abbracciando insieme a Democrito la teoria dell'atomo. Nel campo dell'astrologia il più vasto trattato sull'argomento giunge dal siracusano Giulio Firmico Materno, senatore nell'impero romano, il suo scritto ha fatto conoscere le dottrine astrologiche dell'antichità dei più svariati popoli della Terra (dai Babilonesi agli antichi Egizi, ai Persiani ecc...); sulla nostra luna un cratere porta il suo nome: il cratere Firmico. Anche il nome del siracusano Archimede è presente sulla luna: il più largo cratere del mare Imbrium è il cratere Archimede, accanto al quale sorgono i monti di Archimede.

Rilievo in calcare raffigurante una catapulta dell'antica Siracusa

Dalla polis proviene la prima rivoluzione nel campo militare delle macchine da guerra a lunga gettata: furono infatti gli strateghi del tiranno Dionisio I di Siracusa a ideare il primo modello di catapulta, chiamata gastraphetes, che aveva il compito di superare le linee nemiche dell'esercito cartaginese che assediava Siracusa; pochi anni dopo i Siracusani la fecero evolvere in oxybele e la montarono sulle proprie navi da guerra che solcavano le acque del Mediterraneo. Fu infine Archimede a fare evolvere ulteriormente lo oxybele, lavorando sui disegni dei suoi più antichi concittadini e sfruttando al massimo il potenziale di questa rivoluzionaria arma. Gli strateghi militari di Siracusa furono anche gli autori dell'ulteriore passo in avanti nel campo della navigazione, facendo evolvere la trireme in una quadrireme e quest'ultima in una quinquereme, le quali saranno poi sfruttate dagli eserciti ellenistici e romani. Significativo appare infine che la più grande nave dell'antichità venne costruita proprio nel porto di Siracusa: si tratta della Siracusia, donata da Ierone II a Tolomeo III d'Egitto; una nave così grande da poter essere ospitata in pochissimi porti del Mediterraneo, a parte quello di Siracusa e di Alessandria.