Coordinate: 44°29′51.75″N 11°21′12.74″E

Pinacoteca nazionale di Bologna

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Pinacoteca nazionale di Bologna
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBologna
IndirizzoVia Belle Arti 56, 40126, Bologna, Italia
Coordinate44°29′51.75″N 11°21′12.74″E
Caratteristiche
Tipopinacoteca
Istituzione1762
Apertura1802
Visitatori86 192 (2022)
[[1] Sito web]

La Pinacoteca Nazionale di Bologna è un museo italiano sito in via delle Belle Arti 56 nell'ex noviziato gesuita di Sant'Ignazio al quartiere universitario, nello stesso edificio storico che ospita l’Accademia di Belle Arti. Il museo, offre una vasta panoramica della pittura emiliana dal XIII al XVIII secolo, tuttavia non mancano testimonianze fondamentali di artisti non bolognesi che ebbero contatti diretti e non con la città.

Storia

Accademia Clementina

Secondo Luigi Crespi fu il cardinale Prospero Lambertini, futuro papa Benedetto XIV, che progettò "una Galleria che fosse superiore a quante altre Gallerie Principesche si ammirano nella nostra Europa, collocandovi tutte le più superbe tavole d'altare, che sono nelle chiese, de' più celebrati autori, redimendole così e salvandole dalle ingiurie, per cui altre si compiangono rovinate e guaste".

Vitale da Bologna, San Giorgio e il drago

Primo nucleo della futura Pinacoteca fu l'acquisto nel 1762, da parte di monsignor Francesco Zambeccari, di otto tavole del primo Cinquecento provenienti dalla demolizione della chiesa di Santa Maria Maddalena, per l'Istituto delle Scienze e destinate ad essere conservate nell'Accademia Clementina, la sezione artistica dell'Istituto scientifico. Nel 1776, sempre per l'Accademia Clementina, vennero acquistate una dozzina di tavole trecentesche e di icone bizantine, provenienti dal lascito di Urbano Savorgnan, già site nell'Oratoriano di San Filippo Neri.

Altro polo di conservazione cittadino fu l'Appartamento del Gonfaloniere nel Palazzo Pubblico, dove accanto ad opere come la Pala del Voto di Guido Reni, lì conservate per l'alto significato civico, vennero incamerati, fin dall'ultimo scorcio del Seicento, dipinti della scuola di Raffaello, di Lavinia Fontana e di Annibale Carracci.

Quadreria dell'Accademia di Belle Arti

Nel 1796 con la caduta del regime pontificio e con la nuova legislazione repubblicana, che portò alla soppressione di numerosi conventi, di tutte le corporazioni dei mestieri e allo smantellamento delle sedi dell'antico regime, il senato bolognese decise di raccogliere i dipinti delle chiese e dei conventi soppressi e dell'Accademia delle Scienze in un'unica collezione, raccogliendo quasi un migliaio di opere, sistemate prima nell'ex Convento di San Vitale; poi nel 1802 presso l'ex noviziato gesuita di Sant'Ignazio nel Borgo della Paglia, attualmente via delle Belle Arti 56, realizzato nel 1726 da Alfonso Torreggiani, come quadreria della neonata Accademia Nazionale di Belle Arti.

Ottocento e Novecento

Con la caduta dell'Impero napoleonico nel 1815, molte opere requisite dai francesi ritornarono dal Louvre in città. Al quel tempo risale il primo intervento di ampliamento ad opera di Leandro Marconi. Del 1826 fu il primo catalogo ad opera di Gaetano Giordani. Ampliata nel 1844, includendovi la cappella del Convento, affrescata nella volta con l'Apoteosi di Sant'Ignazio. Tra il 1867-68, vennero incamerati molti dipinti provenienti da altre soppressioni, nel 1875 venne aperta regolarmente al pubblico, nel 1882 la Quadreria venne resa autonoma dall'Accademia e, nel 1884, vennero acquistate le Collezioni Zambeccari.

Ai primi del Novecento venne realizzata una nuova ala su progetto di Edoardo Collamarini. Alla fine degli anni sessanta, sotto il soprintendente Cesare Gnudi e su progetto di Leone Pancaldi, venne realizzato il Salone del Rinascimento e vennero collocati gli affreschi staccati della chiesetta di Sant'Apollonia di Mezzaratta. Nel 1997 la Pinacoteca è stata completamente rinnovata ed adeguata agli standard europei, è da annoverare tra le più moderne ed importanti Gallerie nazionali conosciute ed apprezzate all’estero grazie anche ad uno spazio espositivo adibito esclusivamente alle mostre temporanee ed alla attività didattica.

Bibliografia

  • G.P. Cammarota, La formazione della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Bologna, volume I 1997, volume III 2000, volume II 2004.
  • A. Emiliani, La Pinacoteca Nazionale di Bologna, Milano, 1997.

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