Coordinate: 44°20′24.72″N 10°07′43.32″E

Passo del Lagastrello

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Passo del Lagastrello
Lago Paduli nei pressi del passo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Toscana
Provincia  Massa-Carrara
Località collegateRamiseto
Comano
Monchio delle Corti
Altitudine1,200 m s.l.m.
Coordinate44°20′24.72″N 10°07′43.32″E
Pendenza massimada Ramiseto 7,40 %da Licciana Nardi 10,6 %
da Monchio delle Corti 7,5 %%
Lunghezzada Ramiseto 23,8 km
da Licciana Nardi 19,6 km
da Monchio delle Corti 12,8 km
Chiusura invernaleraramente
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Passo del Lagastrello
Passo del Lagastrello

Il Passo del Lagastrello (1.200 m) è un valico dell’Appennino Tosco-Emiliano che separa la Lunigiana dall'Emilia.

Il passo si trova lungo la provinciale 74 nel comune di Comano, in provincia di Massa-Carrara, e collega la Provincia di Massa-Carrara con la Provincia di Reggio Emilia, e la provincia di Parma.

Il passo di Lagastrello si trova all'interno del territorio del Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano.

Il Lago Paduli.

Cenni storici

Presso il passo sorgeva l'Ospedale dei Linari, sorto in epoca medievale (X secolo) e retto dall'Ordine dei Cavalieri d'Altopascio; ne resta qualche traccia nel versante toscano. Anticamente il valico era utilizzato per i commerci e i pellegrinaggi verso Roma e Lucca. La montagna che sovrasta il passo si chiama Monte Malpasso, forse dal latino Malus Passus, ad indicare un accesso difficile al valico attraversato in epoca romana dalla strada delle cento miglia, citata sul "Itinerarium Antonini", che collegava Parma a Luni. Grande fu l'importanza di tale strada anche in epoca longobarda essendo per decenni l'unica via sicura tra la pianura padana e la Toscana. Come citato su "Le carte longobarde di Varsi", la conquista da parte longobarda del settore appenninico si sarebbe effettuata in tempi diversi, con capovolgimenti di situazioni e fronti, ad eccezione del tratto parmense compreso tra i fiumi Enza e Taro. Pier Maria Conti in "L'Italia bizantina nella 'Descriptio orbis Romani'" cita il kastron Càmpas, castelliere bizantino che sbarrava la val Taro, mentre anche Bismantova era tenuta dai bizantini, anche se a fasi alterne conquistata dai longobardi, quindi il Lagastrello, o meglio il Malpasso era l'unica strada che offriva una certa sicurezza nel raggiungere la Toscana. Una prova può essere la forte presenza di nomi di "santi" longobardi citata da Guglielmo Capacchi in "Antichi nomi di luogo delle Valli dei Cavalieri e delle corti di Monchio" sulla sponda parmense della valle dell'Enza, e dal ritrovamento di sepolture di probabile origine longobarda, di rito ariano, nei pressi del sito dell'antica chiesa di San Giorgio di Fontanafredda in val Parmossa nel comune di Tizzano Val Parma. Solo alla fine del VI secolo ad opera di Agilulfo si ampliarono le conquiste longobarde anche nell'Appennino reggiano, mentre nel settore parmense si rendeva sicuro anche il Passo della Cisa, sicuramente più agevole del Malpasso, verso i ducati toscani e centro meridionali.

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