Coordinate: 43°46′27.96″N 11°15′27.31″E

Palazzo Pucci

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Disambiguazione – Se stai cercando il palazzo di Amendolara, vedi Palazzo Pucci (Amendolara).
Il grande corpo del palazzo

Palazzo Pucci è uno storico palazzo di Firenze, che dà il nome anche alla via de' Pucci dove sorge.

Storia

Il balcone con la serliana di Palazzo Pucci

Tra il 1528 e il 1534 fu costruito l'attuale palazzo su antiche case della famiglia Pucci, attribuito a Bartolomeo Ammannati, su incarico dei cardinali Roberto e Lorenzo Pucci, anche se il suo completamento, almeno della parte centrale, è documentato nella seconda metà del Cinquecento, molti anni dopo la morte del cardinale Lorenzo.

Del primitivo palazzo cinquecentesco rimangono alcune tracce all'interno della parte centrale, come il balcone con le colonne su via Pucci. Le ragioni dell'attribuzioni all'Ammannati sono alcune somiglianze con i vicini Palazzo Giugni e Palazzo Grifoni, con l'uso della pietraforte al piano terra, la serliana riccamente decorata al primo piano, i mascheroni negli stipiti laterali e la finestra con timpano spezzato al primo piano.

Successivamente nel 1664 la proprietà si ampliò ulteriormente e nel 1688 Orazio Roberto Pucci, primo marchese di Barsento dal 1670, fece riunire in un unico corpo le costruzioni di mezzo isolato, su disegno di Paolo Falconieri, che armonizzò le parti nuove con quella centrale più antica. Oggi si presenta quindi estremamente grande, con tre accessi principali allineati su via de' Pucci che danno su altrettanti cortili.

Il cortile centrale venne restaurato su iniziativa di Puccio Pucci solo nel 1980, come ricorda una targa con un disegno del palazzo confrontato con le antiche case medieavali dei Pucci. Da allora ospita una galleria commerciale.

Architettura

Primo cortile

Prospetto antico e moderno di Palazzo Pucci

Il primo cortile (a sinistra) corrisponde alla zona ancora abitata dai marchesi Pucci, centro anche della maison Emilio Pucci. Risale alla sistemazione settecentesca in stile neoclassico e vi si accede da un androne coperto da volta a botte. È di forma quadrata con loggiato su due lati. Finemente restaurato di recente, ospita un'antica carrozza ottocentesca, che si può intravedere dalla grata.

Cospicue, ma non visitabili, sono le collezioni di arredi e opere d'arte antiche della famiglia, che comprendono anche una tavola di Botticelli eseguita dal maestro proprio per le nozze Giannozzo Pucci nel 1483: fa parte di una serie di quattro scene delle Storie di Nastagio degli Onesti (dal Decamerone), tre delle quali si trovano al Museo del Prado e una, quella forse ritenuta dagli antichi proprietari come la più bella, ancora qui.

Secondo cortile

La parte più antica del palazzo è quella centrale, che si sviluppa attorno a quello che si può chiamare "secondo cortile", nato dalla fusione tra il cortile cinquecentesco dell'Ammannati e un secondo cortile, più arretrato rispetto alla strada, opera seicentesca del Falconieri.

La facciata in questa parte centrale è caratterizzata dalla pietra forte al piano terra, dal grande finestrone centrale piano con balconcino, dai mascheroni decorativi, il fregio dorico e i timpani spezzati delle finestre al secondo piano: tutte estrose invenzioni tipiche del periodo manierista. Si notano inoltre il simbolo del cappello cardinalizio e lo stemma Pucci con la testa di moro.

Dal portone principale, attraverso la bella cancellata lignea, si accede ad un vasto androne che immette nel cortile restaurato dal marchese Puccio Pucci che è a oggi visitabile e ospita alcuni negozi. Le severe colonne tuscaniche dovrebbero risalire al Cinquecento. Le finestre affacciate sul cortile si rimpiccioliscono via via che sale l'altezza formando un cusioso effetto prospettico di slancio in altezza.

Vi si può ammirare anche un antico stemma monumentale dei Pucci su legno dipinto (XVII-XVIII secolo) e un'iscrizione che mostra il palazzo prima e dopo l'ingrandimento del Buontalenti.

Terzo cortile

Il terzo cortile infine, quello più vicino a via de' Servi, è al centro di un'ala interamente occupata da istituzioni religiose di matrice cattoliche. Questa disposizione è il retaggio di una donazione fatta dall'arcivescovo e cardinale Alfonso Maria Mistrangelo nel 1924, quando destinò una parte del palazzo alle associazione cattoliche in seguito ad una donazione di Papa Benedetto XV, ricordata da una lapide e dal simbolo pontificio posto all'angolo esterno di questa ala del palazzo.

Questa parte del palazzo è la più antica, con interventi attribuiti a Baccio d'Agnolo appensantiti però da manomissioni sette-ottocentesche, come la riduzione dello spazio del cortile e l'apposizione di sontuosi stucchi.

Altre immagini

Bibliografia

  • Toscana Esclusiva XII edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane 2007.
  • Mariella Zoppi e Cristina Donati, Guida ai chiostri e cortili di Firenze, bilingue, Alinea Editrice, Firenze 1997.
  • Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Le Lettere, Firenze 1995 ISBN 88-7166-230-X

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Voci correlate

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