Palazzo Freri Cappellazzi

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Palazzo Freri Cappellazzo
La facciata.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCrema
IndirizzoVia Giacomo Matteotti, 40
Coordinate45°21′40.21″N 9°41′19.54″E / 45.36117°N 9.68876°E45.36117; 9.68876
Informazioni generali
Condizioniin uso
CostruzioneXV secolo-XVII secolo
RicostruzioneAnni 1840
Stileneoclassico
Usouffici, residenziale
Piani3
Realizzazione
ArchitettoGiovanni Massari
ProprietarioLeonia Srl
CommittenteLivio Benvenuti

Il palazzo Freri Cappellazzi, già Clavelli, Benvenuti, è una dimora storica di Crema.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale dimora ha sostituito nel XIX secolo un precedente stabile del XV secolo appartenente in tempi antichi alla famiglia Clavelli, del cosiddetto ramo di Giovanni[1].

Nel 1595 vi abitava Flavio Clavelli che testò il 5 ottobre 1614 (notaio Nicolò Patrini) disponendo la dimora e i beni in fidecommesso perpetuo; tuttavia qualora la famiglia si fosse estinta l'eredità sarebbe dovuta andare all'Ospedale degli Infermi[1].

Alla sua scomparsa il palazzo andò ai fratelli Matteo, Ascanio e Camillo e ai nipoti Scipione e Giovan Battista[1].

Nel 1631 vi abitava il nipote Scipione, nel 1647 Matteo, figlio del cugino di secondo grado di Scipione a cui successe il figlio Giulio Cesare deceduto nel 1735 all'età di 93 anni, ragguardevole per l 'epoca[2]>. I figli di Giulio Cesare furono Eleonora, deceduta qui nubile all'età di 74 anni, e il diacono conte Curzio Alessandro, deceduto nel 1785. Si stabilirono così le condizioni per le quali tutti i beni e l'abitazione furono ereditati dall'Ospedale degli Infermi[2].

L'ente vendette il palazzo a Giovan Battista Guarini che risultava abitarvi nel 1815 e quindi pervenne al conte Livio Benvenuti che ritenendo la costruzione fatiscente ne dispose l 'abbattimento e la totale ricostruzione negli anni quaranta del XIX secolo su progetto dell'architetto Giovanni Massari[2].

Il Benvenuti morì all'età di 51 anni nel 1847: due anni dopo gli eredi vendettero il palazzo ad Antonio Freri[2]. Di seguito l 'abitazione fu acquistata dai Cappellazzi, un famiglia benestante originaria di Monte Cremasco e stabilitasi a Crema nel XVIII secolo [3].

Negli anni sessanta del XX secolo il retrostante cortile con giardino fu parzialmente occupato da una palazzina di due piani che secondo l 'architetto Paolo Monaci risulta in contrasto con le tipologie tipiche del nucleo storico[4].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio si presenta con una facciata lineare sviluppata su tre piani.

Al centro in posizione centrale si colloca il portale con cornice a diamanti in marmo a bianco sovrastato da un balcone con ringhiera in ferro battuto[4].

Le finestre del primo piano si distinguono per la forma arcuata e sono provviste di inferriate. Semplici quelle degli altri piani.

L'elemento più interessante della facciata interna è il portico a tre luci con colonne in marmo bianco e capitello di ordine ionico; il soffitto è a cassettoni[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Perolini, p. 255.
  2. ^ a b c d Perolini, p. 256.
  3. ^ Piantelli, p. 52.
  4. ^ a b c Relazione tecnica (PDF), su comune.crema.cr.it. URL consultato il 23 aprile 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Perolini, Vicende degli edifici storici e monumentali di Crema, Crema, Leva Artigrafiche, 1995.
  • Annamaria Piantelli, Crema, passeggiando guardando i palazzi, Pro Loco di Crema, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]