Palazzo Durazzo-Cattaneo Adorno

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Palazzo Durazzo-Cattaneo Adorno
Facciata del palazzo su via Gramsci
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoVia del Campo, 12
Coordinate44°24′45.57″N 8°55′39.06″E / 44.412658°N 8.927517°E44.412658; 8.927517
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo; XVIII secolo; 1835
InaugurazioneXVI secolo
Stilebarocco
Usoabitazione/uffici
Realizzazione
ArchitettoGiovanni Battista Storace

Il palazzo Durazzo-Cattaneo Adorno è un edificio sito in via del Campo al civico 12 nel centro storico di Genova. L'edificio fu inserito nella lista dei palazzi iscritti ai Rolli di Genova. È detto anche Palazzo di Stefano Durazzo, dal committente che nel Settecento ne finanziò la decorazione.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Edificato su un lotto dell'"albergo" nobiliare dei Savignoni, nel 1664 è proprietà di Cesare Durazzo, eletto doge della Repubblica di Genova nell'anno successivo.

È oggetto di ristrutturazione nel XVIII secolo su disegno di Giovanni Battista Storace che progetta in questa occasione il prospetto rococò verso mare con balconata marmorea al secondo piano nobile. Negli anni trenta del Settecento, su commissione di Stefano Durazzo, viene eseguita dal pittore più in vista della Genova dell'epoca, Domenico Parodi, la decorazione della sala dei fiumi, con le allegorie di Magra, Vara, Bisagno e Polcevera in forma di fontane, e della sala di Nettuno, ove lo spettatore si trova a guardare le divinità marine sulla volta come dal fondo del mare[1]. Nel 1797 il palazzo, di quattro piani con il piano terra a destinazione commerciale, appartiene a Pietro Durazzo e nel 1808 a Stefano Durazzo.

Il taglio di via Carlo Alberto (l'odierna via Antonio Gramsci) nel 1835 determina l'unione dell'edificio con quello di testata inglobando via Sottoripa la Scura che li separava. In tale occasione viene spostato il vano scala e alterata la distribuzione interna. Nel 1871 è proprietà del marchese Lazzaro Negrotto, che se ne riserva due piani e, alla sua morte, passa alla moglie Teresa Pallavicini.

La facciata su via del campo presenta una marcata scansione orizzontale, finestre con timpani alterni a triangolo e semicerchio, cornicione a mensoloni e portale in marmo con specchiature nello spessore dello stipite. I prospetti esterni dell'edificio sono stati oggetto, negli anni 2000-2001, di un accurato restauro conservativo.

Oggi parte dell'edificio, tra cui il secondo piano nobile , ospita un hotel a 5 stelle Lusso di 12 suites.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gavazza Ezia, Magnani Laura, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Settecento, Cassa risparmio Genova e Imperia, Genova, 2000, p. 168.

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