Palazzo Civico (Lugano)

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Palazzo Civico
Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneTicino
LocalitàLugano
IndirizzoPiazza della Riforma 1, 6900 Lugano
Coordinate46°00′12.67″N 8°57′04.46″E / 46.00352°N 8.95124°E46.00352; 8.95124
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1843-1844
StileNeoclassico
Realizzazione
ArchitettoGiacomo Moraglia

Il Palazzo Civico è uno storico edificio nonché sede municipale della città di Lugano nel Canton Ticino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Progettazione[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo attuale poggia sul sedime dell'antico Palazzo episcopale della Mensa vescovile di Como risalente all'età medievale, laddove si trovava inoltre anche la Chiesa dell’Immacolata al Sole.[1] Questi edifici vennero abbattuti, rispettivamente, nel 1842 e nel 1843.[1]

La decisione di costruire l'edificio venne presa dal Consiglio comunale (il corpo legislativo della città) il 27 dicembre 1841.[1] Originariamente, esso venne destinato ad accogliere la sede del governo cantonale, all'epoca itinerante, alternandosi ogni sei anni tra le città di Lugano, Bellinzona e Locarno.[1] Le spese di costruzione vennero messe a carico dei contribuenti della città; per questo motivo, il frontone sulla facciata settentrionale sulla piazza della Riforma riporta l'iscrizione "Aere civium conditum anno MDCCCXXXXIV" ("realizzato con i denari dei cittadini nel 1844").[1]

La municipalità (l'organo esecutivo della città) supervisionò l'effettiva realizzazione del palazzo, delegando il compito a una commissione composta dal sindaco Giacomo Luvini-Perseghini e da Antonio Airoldi, Carlo Morosini e Giacomo Bianchi, membri dell'esecutivo comunale.[1] La commissione si adoperò per organizzare un concorso pubblico; alla fine di dicembre del 1842, quattordici progetti vennero esposti al pubblico.[1] La commissione incaricò una giuria composta dagli architetti milanesi Giulio Aluisetti, Gioachino Crivelli e Giacomo Moraglia nonché dai ticinesi Biagio Magistretti e Domenico Gilardi.[2] Nonostante la giuria avesse proposto una lista di progetti preferiti alla municiplaità, quest'ultima decise di accelerare i tempi assegnando il progetto al Moraglia nel maggio 1843, sebbene egli fosse un membro della giuria.[3] Già noto nel Ticino per aver redatto il progetto del Teatro Sociale di Bellinzona, Moraglia è uno degli architetti più in vista all'epoca per quanto riguardava lo stile neoclassico.[3]

Costruzione[modifica | modifica wikitesto]

I lavori di costruzione dell'edificio cominciarono nel 1843 e vennero ultimati nel 1844.[1] L'iconografia della facciata fu decisa dal Moraglia.[3] Le sculture vennero realizzate da Francesco Somaini, originario di Maroggia, mentre i rilievi da Lorenzo Vela.[3]

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1851 e il 1863 e di nuovo tra il 1869 e il 1890 il palazzo svolge la funzione d'albergo, dapprima ospitando l'Albergo del Lago e poi l'Hotel Washington.[1] La complicata situazione finanziaria in cui la città venne a trovarsi anche a causa del blocco austriaco del 1848 spinse le autorità dell'epoca a valutare la vendita dell'immobile; delle trattative in questo senso furono condotte fino al 1861, ma si conclusero con un nulla di fatto.[1] Dal 1890 è quindi sede ufficiale dell’amministrazione cittadina.[4]

Il palazzo è oggi iscritto nell'inventario svizzero dei beni culturali d'importanza nazionale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio si trova sulla centrale Piazza della Riforma nel centro di Lugano. Di pianta quadrangolare, si sviluppa intorno a un cortile interno. Costituisce un elemento centrale dell'impianto urbanistico della citàà di Lugano.[1]

Presenta uno stile neoclassico.[1][4]

Esterni[modifica | modifica wikitesto]

Il prospetto nord è contraddistinto da un frontone, dotato del primo orologio pubblico della città, sorretto da due figure rappresentanti la Fama.[5] Il frontone è sormontato da quattro figure e dal blasone della città di Lugano, ornato dal cappello di Guglielmo Tell e circondato da diversi oggetti militari.[5] Ai i lati del blasone si trovano le personificazioni della Concordia e della Forza, quest'ultima ritratta con in mano una clava e nell'atto di accarezzare un leone.[5] Distaccate dal blasone e ai lati del frontone si trovano due statue in piedi, quella a sinistra raffigurante la Religione, la quale porta una corona con sette raggi e con in mano il globo crucigero, e quella a destra raffigurante la Libertà, la quale, appoggiata ad un'asta, ha ai piedi un giogo spezzato e una cornucopia nella mano destra.[5]

Altre due statue occupano le nicchie che si aprono sulla facciata all'altezza del piano nobile.[5] A sinistra, l'Autorità legislativa (il Gran Consiglio), appoggiata al blasone cantonale, regge il libro della legge, mentre a destra, l'Autorità esecutiva (il Consiglio di Stato) porta la pergamena della Costituzione cantonale.[5] Le due statue sono realizzate in pietra di Breno.[6] Sopra di esse si trovano dei bassorilievi rappresentanti le Belle Arti e il Commercio.[5]

Interni[modifica | modifica wikitesto]

Nell’atrio situato tra l’entrata ed il cortile sono collocate quattro statue ritraenti importanti personalità del cantone. Si tratta, a sinistra, dello scultore Giocondo Albertolli (opera di Giovanni Labus) e del vescovo Giuseppe Maria Luvini (di Vincenzo Vela); a destra si trovano invece quelle del filosofo Francesco Soave (opera di Giovanni Pandiani) e dell'architetto Domenico Fontana (di Antonio Galli).[5][7] Tutt'e quattro le statue sono realizzate in pietra di Viggiù.[8]

Un monumento in onore dell'architetto ticinese Luigi Canonica realizzato da Raffaele Monti venne collocata nel 1846 sullo scalone che sale al piano nobile.[5] A questo si aggiunse nel 1938 un affresco di Pietro Chiesa dedicato ai Maestri campionesi e allo scultore Stefano Maderno.[5] Queste due opere vogliono sottolineare la vocazione da "terra di artisti" della Svizzera italiana, uno degli elementi centrali del discorso identitario elaborato e promosso dal Cantone sin dalla sua creazione nel 1803.[9] Un bassorilievo situato nell'atrio ritraente Giacomo Luvini-Perseghini, sindaco di Lugano e promotore della riforma costituzionale ticinese del 1830, fu la prima opera d'arte raffigurante una personalità politica a essere collocata nel Palazzo Civico.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Sonderegger, p. 28.
  2. ^ Sonderegger, pp. 28-29.
  3. ^ a b c d Sonderegger, p. 29.
  4. ^ a b Palazzo Civico, su www.vincenzovicari.ch. URL consultato il 28 giugno 2022.
  5. ^ a b c d e f g h i j Sonderegger, p. 31.
  6. ^ Sonderegger, p. 34.
  7. ^ Piazza Riforma | ticino.ch, su www.ticino.ch. URL consultato il 28 giugno 2022.
  8. ^ Sonderegger, p. 32.
  9. ^ a b Sonderegger, p. 33.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]