Palazzo Bisleri Vailati

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Palazzo Bisleri Vailati
La facciata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCrema
IndirizzoVia Giuseppe Mazzini, 80
Coordinate45°21′41.26″N 9°41′27.53″E / 45.36146°N 9.69098°E45.36146; 9.69098
Informazioni generali
Condizioniin uso
CostruzioneXIX secolo
Inaugurazione1840
Stileneoclassico
Usocommerciale, servizi
Piani2
Realizzazione
CommittenteVincenzo Bisleri

Palazzo Bisleri Vailati è una dimora storica di Crema.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In loco sorgeva nel Seicento una proprietà dei nobili Bremaschi[1] mentre nel Settecento dagli Stati d'anime della parrocchia di San benedetto risultava di proprietà della famiglia Martini[1]; nel 1815 lo stabile apparteneva a Francesco Martini ed era destinato a casa d’affitto[1].

Di seguito, la costruzione fu acquistata da Vincenzo Bisleri il quale, con istanza del 12 aprile 1840, chiese e ottenne di abbatterla fino alle fondamenta per erigere un nuovo edificio; non si conosce il nome del progettista[1].

Il Bisleri morì nel 1848 e nel 1852 scomparve ad appena 23 anni il figlio Giuseppe, per cui la dimora passò alla famiglia della moglie di Vincenzo, la nobildonna Carolina Vailati[2].

Personalità legate al palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Vailati.
  • Vincenzo Bisleri per 35 anni fu direttore dei Pii Luoghi Elemosinieri di Crema[2][3]. Fu anche fabbriciere di San Benedetto[4] e assessore comunale[5]. Nel suo testamento dispose 40 mila lire austriache da distribuire al Pio Luogo Mendicanti, all'Ospizio dei Poveri, al Pio Luogo delle Ritirate e alle parrocchie per opere a favore dei poveri[6]. Testò 10 mila lire anche a favore dei padri cappuccini dei Sabbioni da impiegare per l'allungamento della loro chiesa[7].
  • Giovanni Vailati visse in questo palazzo; fu matematico, filosofo, studioso, in contatto tanto con la cultura europea quanto quella statunitense, docente in vari licei e università[8]. La città lo ha omaggiato dedicandogli una via e una scuola secondaria di primo grado[2].
  • Agostino Giuseppe Vailati, fratello di Giovanni, rilevò una fabbrica di ferri da cavallo, la Grioni & C di Luciano Grioni, rifondandola nella “G. Vailati & C. affidando al cognato Paolo Stramezzi la possibilità di svilupparla; vennero così poste le basi per fondare nel 1913 la Ferriera di Crema Stramezzi P. e C. con capitale iniziale di 120 mila lire[9].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Particolare della facciata.

Il palazzo aveva la caratteristica – unica a Crema – di possedere due ingressi, dei quali quello di sinistra ora è occupato da un esercizio commerciale[10]; quello di destra, che porta al cortile interno, possiede un cancello che conserva le iniziali V. e B. di Vincenzo Bisleri[10].

Al primo ordine, caratterizzato da intonaco con scanalature orizzontali interrotte in prossimità degli ingressi, si aprono le finestre sorrette da mensole e dotate da inferriate[10] (eccetto le tre centrali che ora svolgono la funzione di vetrine). Tra queste è stata murata un'epigrafe nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di Giovanni Vailati, che recita:

«GIOVANNI VAILATI
1863-1903
ILLUSTRE MATEMATICO E FILOSOFO
EBBE IN QUESTA CASA I NATALI
I CONCITTADINI POSERO
NEL CINQUATENARIO DELLA SCOMPARSA
14 MAGGIO 1959»

L’ordine superiore è diviso da due cornici marcapiano, delle quali quella inferiore è più aggettante, che contengono nella loro altezza l'imponente balcone sorretto da sei mensole[10].

Le finestre del secondo piano sono architravate con l'esclusione della porta-finestra centrale che dà sul balcone, provvista di un timpano triangolare[10].

La sommità dell'edificio è completata da un timpano al cui interno si apre un oculo[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Perolini, p. 291
  2. ^ a b c Perolini, p. 292
  3. ^ Allocchio, p. 116
  4. ^ Allocchio, p. 177
  5. ^ Allocchio, p. 92
  6. ^ Benvenuti, p. 63
  7. ^ Bellodi, p. 41
  8. ^ Vailati, Giovanni, su treccani.it. URL consultato il 14 aprile 2024.
  9. ^ Acciaieria e Ferriera di Crema P. Stramezzi e C., su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 14 aprile 2024.
  10. ^ a b c d e f Piantelli, p. 19

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Allocchio, Almanacco cremasco per l’anno bisestile 1836, Lodi, Tipografia Orcesi, 1836.
  • Francesco Sforza Benvenuti, Dizionario biografico cremasco, Bologna, Forni editore, 1888.
  • Sauro Bellodi, Cappuccini ai Sabbioni di Crema, Gorle, Editrice Velard, 1993.
  • Mario Perolini, Vicende degli edifici storici e monumentali di Crema, Leva Artigrafiche, 1995.
  • Annamaria Piantelli, Crema, passeggiando guardando i palazzi, Pro Loco di Crema, 2010.