Notturno (musica)

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Il notturno (in francese nocturne; in tedesco anche Nachtstück[1]) è una composizione musicale evocativa della notte o comunque d'ispirazione notturna.

Pezzo caratteristico,[2] ha carattere generalmente calmo, meditativo e lirico,[1] spesso patetico; non sono escluse tuttavia, specie in alcuni degli autori più rappresentativi come Chopin, punte di drammaticità e inquietudine. Il notturno è tipico della sensibilità romantica, e richiama l'atmosfera naturale e gli stati d'animo legati alla notte, definendo un preciso clima espressivo musicale a cui possono ricondursi anche composizioni (sia anteriori sia contemporanee) non strettamente concepite come notturni.[3]

Nomenclatura[modifica | modifica wikitesto]

La nomenclatura musicale italiana comprende sotto il nome di notturno anche una diversa e più antica forma, che nella musica classica del XVIII secolo indicava una composizione in più movimenti, concepita per l'esecuzione notturna[2] (intorno alle 23) e simile alla serenata. In altre lingue, come l'inglese, il termine italiano ha continuato a designare tale forma,[4] mentre il francese nocturne è stato riservato ai notturni romantici.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nella sua forma più familiare di brano composto da un unico movimento scritto solitamente per pianoforte solista, il notturno divenne popolare soprattutto nel XIX secolo.

Tra le opere di questo genere, vi sono quelle di Felice Blangini che, pubblicate nel 1801, ebbero un notevole successo, pur senza essere dei capolavori. Ciò è dovuto in primo luogo al fatto che i tempi erano propizi al nuovo genere: le melodie facilmente orecchiabili, di carattere lirico ispirato all'opera teatrale, ma anche con una componente di sogno, ne favorirono la diffusione presso la borghesia e i salotti dell'epoca. Inoltre il pianoforte era lo strumento più presente nei salotti borghesi dell'epoca, ed era dunque necessario avere composizioni che non impegnassero eccessivamente le mani di pianisti poco esperti, o spesso dilettanti, come molti dei nobili ottocenteschi.

Il primo grande compositore di Notturni fu John Field, irlandese, vissuto fra Settecento e Ottocento, nonché allievo di Clementi. Egli si può considerare il padre dei Notturni: composizioni per pianoforte di carattere cantabile, con melodie ispirate al belcanto italiano e di andamento tranquillo. Esse sono per lo più opere in un'unica sezione monotematica, in forma di una monodia accompagnata.

In ogni caso, l'esponente più famoso di questa forma musicale fu Fryderyk Chopin, che ne scrisse 21. Le sue opere, in parte ispirate al melodramma italiano del tempo, sono il regno del bel suono e dell'espressione; divise in più sezioni tematiche contrastanti, alternano a sentimenti dolci e sognanti momenti cupi o di profondo sconforto.

Notturni per pianoforte sono stati scritti anche in epoca successiva da compositori quali Gabriel Fauré ed Erik Satie.

Uno dei pezzi più famosi della musica del XIX secolo fu il Notturno n. 5 di Ignace Leybach, che è al giorno d'oggi praticamente dimenticato.

Altri esempi di notturni comprendono quello per orchestra dalla musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate composto da Felix Mendelssohn e i tre per orchestra e coro femminile di Claude Debussy, che ne compose anche uno per pianoforte.

Il primo movimento della sonata "Chiaro di luna" di Beethoven è anche stato considerato un notturno (certamente Ludwig Rellstab, che le diede quel nome, lo percepiva come evocativo della notte), anche se Beethoven non lo definiva come tale.

Altri "Notturni"[modifica | modifica wikitesto]

Come molti termini della musica classica, "notturno" ha trovato applicazioni anche nella musica pop. Ad esempio, Nocturne è il titolo di un disco di Siouxsie and the Banshees. Nocturne è anche il titolo della canzone con cui i Secret Garden hanno partecipato e vinto nel 1995 l'Eurovision Song Contest.

"Notturno" è il titolo di un album jazz di successo del Claudio Ottaviano Trio.

Nella musica leggera italiana famoso il "Notturno" di Riccardo Cocciante, quello delle Orme, del M°Giovanni Fenati, mentre Mia Martini incise due brani diversi con questo titolo.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) nocturne, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
  • (EN) Maurice J. E. Brown, Nocturne, su Grove Music Online, 2001. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  • (EN) Hubert Unverricht, Notturno, su Grove Music Online, 2001. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  • Roberto Caggiano, Notturno, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934. URL consultato il 14 febbraio 2024.
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