Notocolossus

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Notocolossus
Scheletro di N. gonzalezparejasi
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Sauropsida
Superordine Dinosauria
Ordine † Saurischia
Sottordine † Sauropodomorpha
Famiglia † Titanosauridae
Sottofamiglia † Lithostrotia
Genere Notocolossus
González Riga et al., 2015
Nomenclatura binomiale
† Notocolossus gonzalezparejasi
González Riga et al., 2015

Notocolossus (il cui nome significa "colosso del sud") è un genere estinto di dinosauro sauropode lithostrotia vissuto nel Cretaceo superiore circa 86 milioni di anni fa, in quella che è oggi l'Argentina. L'unica specie ascritta a questo genere è N. gonzalezparejasi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ossa degli arti di N. gonzalezparejasi
Ossa degli arti di N. gonzalezparejasi

Notocolossus è un classico sauropode titanosauride, dotato di un voluminoso corpo, sorretto da quattro robuste zampe a colonna, oltre a possedere un lungo collo dotato di una piccola testa e un'altrettanto lunga coda che serviva per difesa e per bilanciare il peso del corpo. Le dimensioni di questo animale sono impressionanti: l'esemplare ritrovato doveva essere lungo tra i 25-28 metri (82-92 ft) per un peso di 60.000 kg (132.000 libbre), vale a dire il peso di ben 13 elefanti. Ciò fa di lui uno dei più grandi dinosauri mai scoperti.[1]

Una delle caratteristiche maggiormente riscontrate in questo animale sono le gambe e i piedi: in Notocolossus l'omero misura ben 1,76 metri (5,8 ft).[2] Il piede posteriore di questo gigante era piuttosto compatto, con un metatarso omogeneo, che i paleontologi identificano come un adattamento a supportare l'eccezionale peso dell'animale. Il piede inoltre presenta degli artigli-zoccoli dalla forma troncata, caratteristiche inusuale nei sauropodi.[3]

L'olotipo di questo animale fu scoperto dal paleontologo Bernard Gonzalez Riga nella Provincia di Mendoza. L'olotipo contiene varie ossa dell'animale facendone uno dei sauropodi meglio conosciuti. Tra le ossa ritrovate si contano: un omero completo di ben 1,76 metri, un piede posteriore completo, una vertebra anteriore dorsale e alcune vertebre caudali più una sacrale. Il fossile è stato ritrovato grazie alla collaborazione della Universidad Nacional de Cuyo in Mendoza, Argentina e dell'assistente curatore della Paleontologia dei Vertebrati del Carnegie Natural History Museum, Matt Lamanna.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b MORA MCLAUGHLIN, New Dinosaur Species Discovered With Help Of Carnegie Museum Paleontologist, su WESA, WESA. URL consultato il 23 gennaio 2016.
  2. ^ David Templeton, New fossil discoveries are HUGE, su Phys.org, Phys.org. URL consultato il 23 gennaio 2016.
  3. ^ Bernardo J. González Riga, Matthew C. Lamanna, Leonardo D. Ortiz David, Jorge O. Calvo e Juan P. Coria, A gigantic new dinosaur from Argentina and the evolution of the sauropod hind foot, in Scientific Reports, vol. 6, 2016, p. 19165, DOI:10.1038/srep19165, ISSN 2045-2322 (WC · ACNP).

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