NGC 189

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NGC 189
Ammasso aperto
NGC 189 nelle immagini DSS.
Scoperta
ScopritoreCaroline Herschel
Data27 settembre 1783 [1]
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneCassiopea
Ascensione retta00h 39m 35.7s [2]
Declinazione+61° 05′ 40″ [2]
Distanza2 migliaia di a.l. [1][2]
( 752 parsec) [3][4]
Magnitudine apparente (V)8,8 [5]
nella banda B: [5][6]
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
ClasseIII2p [5][2][1]
Dimensioni3,6 a.l.   [2]
Età stimata10 milioni di anni [3]
Altre designazioni
Cr 462, C 0036+608, OCL 301 [2][5][6]
Mappa di localizzazione
NGC 189
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 00h 39m 35.7s, +61° 05′ 40″

NGC 189 è un ammasso aperto situato nella costellazione di Cassiopea.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'ammasso ha un'età di circa 10 milioni di anni.[3]

Secondo la classificazione degli ammassi aperti introdotta da Robert Trumpler, NGC 189 appartiene alla classe III2p, in quanto contiene meno di 50 stelle (lettera "p"), con una concentrazione media (III) e con le magnitudini ripartite in un intervallo medio (2).

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

L'ammasso NGC 189 è stato scoperto il 27 settembre 1783 da Caroline Herschel, ma la sua scoperta non venne registrata nel catalogo del fratello e andò perduta. Fu riosservato dal nipote John Herschel il 27 ottobre 1829.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Courtney Seligman, Celestial Atlas Table of Contents, NGC 189, su cseligman.com. URL consultato l'11 aprile 2024.
  2. ^ a b c d e f g Results for object NGC 189, su ned.ipac.caltech.edu, National Aeronautics and Space Administration / Infrared Processing and Analysis Center. URL consultato l'11 aprile 2024.
  3. ^ a b c (EN) WEBDA page for open cluster NGC 189, A site Devoted to Stellar Clusters in the Galaxy and the Magellanic Clouds, su univie.ac.at.
  4. ^ (EN) Students for the Exploration and Development of Space (SEDS), su messier.seds.org.
  5. ^ a b c d (FR) Les données de «Revised NGC and IC Catalog by Wolfgang Steinicke», NGC 100 à 199, su astrovalleyfield.ca. URL consultato l'11 aprile 2024.
  6. ^ a b SIMBAD Astronomical Database, in Strasbourg astronomical Data Center. URL consultato l'11 aprile 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]