Monastero di San Salvatore (Redondesco)

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Voce principale: Redondesco.
Monastero di San Salvatore
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàRedondesco
Religionecattolica
Diocesi Mantova
Demolizioneepoca imprecisata

Il monastero di San Salvatore era un edificio religioso di Redondesco, attualmente in provincia di Mantova.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il monastero o la cella monastica di San Salvatore sarebbe stato per Ragazzi il primo centro religioso nel territorio di Redondesco, che avrebbe poi dato origine alla parrocchia prepositurale del borgo.

Esso, ridotto ai resti di una cascina con chiesetta, è situato attualmente nel territorio del comune di Acquanegra sul Chiese, ma molto più vicino a Redondesco, ad est della Via Postumia, abbastanza prossimo a Mosio.[1] Seguendo il Guerrini, nelle sue annotazioni agli atti della visita pastorale compiuta nel 1566 dal vescovo di Brescia Bollani, il titolo di S. Salvatore portato da una chiesa dell'allora territorio di Redondesco è indice sicuro che colà doveva esservi un vasto latifondo del monastero di Leno o di Santa Giulia di Brescia, forse proveniente da una donazione effettuata in epoca longobarda di una terra appartenente al fisco regio.

Sotto il titolo di San Salvatore sarebbe quindi stata costruita una casa monastica, che avrebbe avuto una certa rinomanza, poiché in seguito sarebbe divenuta il cosiddetto Hospitale de Moso – in quanto il borgo ad esso più vicino doveva appunto essere Mosio -, ricordato in una donazione del conte Alberto di Sabbioneta degli Ugonidi del 1104, che raccoglieva e curava gli ammalati e i viandanti della zona, e riuniva alle sue dipendenze i coloni del posto.[2]

Sempre a detta di Guerrini e Ragazzi questo monastero, poi divenuto ospizio, a seguito di saccheggi e devastazioni subiti nelle irruzioni degli eserciti transitanti per la Via Postumia, poco distante, decadde dalla sua antica rinomanza. Gli abitanti, trovandosi troppo esposti ed indifesi, si sarebbero ritirati verso quello che doveva rimanere il centro principale della zona, cioè l'odierna Redondesco: luogo più protetto dal fiume Oglio e più sicuro. Fu allora che avrebbe avuto inizio la vita del villaggio e della comunità religiosa di Redondesco, e al chierico che l'assisteva spiritualmente per incarico del monastero di San Salvatore, sarebbe stato dato il titolo di praepositus, di sicura origine monastica, rimasto al parroco di Redondesco fino ai giorni nostri.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lombardia Beni Culturali - Chiesa di San Salvatore.
  2. ^ GUERRINI 1940, pag. 78-79; ODORICI 1853-65, CONTI in VIGNOLI 2009, BONAGLIA, CASNIGHI 1860.
  3. ^ GUERRINI 1940, pag. 79; in nota lo stesso riporta Liber Potheris Brixie, 199-208, 252-255, 233- 235 etc. Di S. Salvatore di Redondesco/Mosio parla anche il Faino in questi termini: “Sotto la Parrocchia di Redondesco l'Oratorio Campestre S. Salvatoris, che era l'antico Hospitale de Moso soggetto al monastero di Acquanegra, fu alienato dal Cardinale Sigismondo Gonzaga quando era Abbate Commendatario di Acquanegra, e passato quindi in proprietà privata di questi cittadini mantovani che a stento vi mantenevano un povero prete in funzione di Parroco, mentre essi vi detenevano i 700 piò di dotazione fondiaria di quella chiesa”. Faino, Oratorium Campestre S. Salvatoris, pagg. 287-288, riportato da GUERRINI 1940, pag. 79; RAGAZZI 1960, pagg. 11-12; BERTOLOTTI 1984, pagg. 5-6.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Bertolotti, I comuni e le parrocchie della provincia di Mantova, Mantova, 1893, Ristampa Sala Bolognese, Forni, 1984.
  • A. Bonaglia, Bozzolo ed il suo territorio nel medioevo (secoli V-XII), Montichiari, Zanetti editore.
  • G. B. Casnighi, Raccolta di memorie e documenti risguardanti Acquanegra, Brescia, 1860.
  • A. Conti, Gli ascendenti dei Casaloldo. I conti di Sabbioneta e gli ultimi conti di Parma tra il Garda e il Po (secc. XI-XIII), in M. Vignoli, Casaloldo e la battaglia del 10 maggio 1509, Mantova, 2009
  • P. Guerrini, Atti della visita del vescovo Domenico Bollani alla diocesi di Brescia, vol. III, Brescia, Ancora Edizioni, 1940.
  • Le carte cremonesi dei secoli VIII-XII, Vol. I - Documenti dei fondi cremonesi (759-1069), Edizione e introduzione a cura di Ettore Falconi, Cremona, Ministero per i beni culturali e ambientali – Biblioteca statale di Cremona, 1979.
  • F. Odorici, Storie bresciane dai primi tempi fino all'età nostra, Brescia, Gilberti 1853-65, Ristampa Brescia, Edizioni del Moretto voll. IV-VII.
  • Mario Ragazzi, Redondesco, Mantova, 1960.