Miteni
Miteni | |
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Stato | ![]() |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1965 |
Chiusura | 2018 (fallimento) |
Sede principale | Trissino |
Settore | Chimico |
Prodotti | Intermedi perfluorurati acilici, intermedi fluoroaromatici |
Dipendenti | 165 (2009)[1] 122 (2018)[2] |
Slogan | «The fluorine specialist» |
Sito web | www.miteni.com |
Miteni è stata una società chimica italiana di proprietà di WeylChem (ICIG). Produceva intermedi contenenti fluoro principalmente per l'industria tessile, agrochimica e farmaceutica[3]. Un ramo della produzione forniva gli ingredienti principali per le schiume antincendio e le scioline al fluoro[4].
La società è fallita in seguito alla contaminazione della falda freatica - a partire da Trissino e ha coinvolto tutto il Veneto centro-occidentale, fino al mare - con tensioattivi perfluorurati (gli inquinanti per sempre, "forever chemicals", conosciuti come PFAS) soprattutto PFOA[5][6], GenX[7] e C6O4[8].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Miteni è stata fondata nel 1965 come centro di ricerca dal Conte Giannino Marzotto inizialmente con il nome di RiMAr (Ricerche Marzotto)[9]. Quasi dall'inizio, venne utilizzata la fluorurazione elettrochimica per la produzione di acidi carbossilici perfluorurati usati per impermeabilizzare i tessuti.
La prima produzione importante si concentra in particolare sul perfluoroottancarbossilato di ammonio (denominato con la sigla APO dall'azienda, APFO in inglese) che scaricato in acqua diventava acido perfluoroottanoico, il celeberrimo PFOA sintetizzato dalla 3M per la prima volta nel 1947 e venduto alla DuPont per l'altrettanto celeberrimo Teflon (brevettato nel 1951) usato nelle padelle antiaderenti e nei tessuti impermeabili. Diventerà la maggiore produttrice al mondo del PFOA insieme con la 3M, arrivando a una produzione di 12 tonnellate l'anno[10].
Contemporaneamente viene implementato il processo a scambio di alogeno (HALEX) e la chimica dei sali di diazonio per la produzione di aromatici fluorurati. Inizia così negli stessi anni la produzione dei nitroalogenoderivati (NAD) che comprendono il BTF, benzotrifluoruro (base di pesticidi e fitofarmaci), come alternativa economico-produttiva agli stessi perfluoroalchilici, di cui già iniziano a trapelare la pericolosità grazie allo scambio di informazioni con i laboratori americani[11].
Nel 1977, a causa di un grave inquinamento, soprattutto di BTF, la fabbrica viene bloccata per 14 mesi e i comuni a valle forniti con autobotti (militari, dalla Caserma Ederle), alcuni dei quali costretti a cambiare la fornitura acquedottistica. Il Conte Giannino Marzotto sarà portato a processo ed assolto con un escamotage giuridico.
Nel 1985 entra in società con la EniChem Synthesis S.p.A.
Nel 1988, EniChem e Mitsubishi S.p.A. (controllata dalla Mitsubishi Corpoporation) rilevano del tutto la società, con l'uscita del Conte Marzotto, e nel 1992 cambiano il nome in Miteni S.p.A. (Mitsubishi-Eni). Nel 1996, Mitsubishi acquisisce il 100% delle azioni.
Nel 2009, la società viene venduta all'ICIG, proprietaria anche del gruppo farmaceutico Cordenpharma.[12]
Nel 2011-14 si passa dalla produzione dei Pfas di vecchia generazione a quelli di nuova generazione, GenX e C6O4, ricavati da rifiuti tossici importati dall'olandese Chemours (DuPont).[13]
Nel 2011 i ricercatori CNR-IRSA Stefano Polesello e Sara Valsecchi scoprono presso le acque di scarico della Miteni la più alta concentrazione al mondo di Pfas, puntuale, mai trovata: 4834 μg/l (4,8 milioni di ng/l) per il perfluorobutansolfonato (PFBS). Nel 2013 le autorità si muovano ufficialmente, promulgando l'emergenza Pfas agli organi competenti, cercando di mitigare il danno con una prima filtrazione e primi approfondimenti sanitari, ma senza avvertire di fatto i cittadini[14].
Solo a seguito di una grande mobilitazione popolare con numerose attività, assemblee, processi, a partire dalla Marcia dei Pfiori del maggio 2016, dalle successive analisi indipendenti e mozioni contro l'inazione delle autorità del Veneto, la fabbrica perde credibilità, fino alla richiesta di chiusura.[15]
Il 26 ottobre 2018 il consiglio di amministrazione della società delibera il deposito di un'istanza di fallimento.[2]
La società MITENI S.p.A. di Trissino viene dichiarata fallita con sentenza datata 9 novembre 2018.[16]
Dal 26 aprile 2021 è in corso presso la Corte d'Assise di Vicenza il processo contro i proprietari e i dirigenti della Miteni, le multinazionali Mitsubishi, ICIG[17], considerato il più importante processo ambientale d'Italia e uno dei più grandi processi ambientali attualmente in Europa[18].
Inquinamento
[modifica | modifica wikitesto]La RiMar prima, e poi la Miteni si sono distinte per due gravissimi casi di inquinamento delle acque potabili: nel 1977, a seguito di diverse segnalazioni di acqua dal colore intenso distribuita in diversi comuni dell'Ovest Vicentino (Sovizzo-Creazzo-Altavilla), si identificò la fonte dell'inquinamento nell'allora Rimar di Trissino, e le sostanze disperse nei Nitroalogenoderivati (NAD), più tardi chiamati anche BTF, inquinamento che diede vita ad un processo che però non portò a nessuna condanna[19].
La Miteni è stata citata nello scandalo delle navi dei veleni, per il caso della nave Zanoobia nel porto di Koko in Nigeria negli anni '80[20].
La Miteni è salita alle cronache nazionali ed internazionali per la scoperta pubblicata nella primavera del 2013 (ma studi sull'inquinamento da queste sostanze erano finanziati dalla UE dal 2006, e analisi erano in corso in Veneto a più riprese dal 2011[21]), di una grave dispersione nelle acque potabili, di falda e superficiali in tre provincie del Veneto (Padova, Verona e Vicenza) e in una trentina di comuni, di sostanze appartenenti al gruppo dei tensioattivi perfluorurati (PFAS) fra cui PFBA, PFPeA, PFBS, PFHxA, PFHpA, PFBS, PFOS PFOA[5][6], GenX[7] e C6O4[8].
La sorgente è stata indicata da ARPAV nello stabilimento Miteni nel settembre del 2013[22][23]. Alcune di queste sostanze, liberate dal sito produttivo inquinato[24] sono state trovate anche nel Po, provenienti dal bacino del Tanaro[21][25], soprattutto per la produzione della Solvay di Spinetta Marengo, azienda che collaborava con la Miteni fino alla chiusura degli impianti.
Impianti e brevetti della Miteni sono stati spostati in India[26].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ International Chemical Investors Announce Acquisition of Miteni, Italy, 2. Febbraio 2009, su ic-investors.com. URL consultato il 31 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
- ^ a b Corrado Zunino, Pfas. Chiude la Miteni, la fabbrica che ha inquinato il Veneto, su repubblica.it, 26 ottobre 2018.
- ^ Copia archiviata, su miteni.com. URL consultato il 31 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2017).
- ^ Marina Forti, I veleni nelle acque del Veneto, su Internazionale, 5 agosto 2020. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ a b Documenti parlamentari (PDF), su camera.it.
- ^ a b SOSTANZE PERFLUORO-ALCHILICHE Analisi sulle Fonti di Pressione Ambientale Collettore consortile ARICA Sistema dei cinque depuratori Ditta MITENI S.p.A. (PDF), su arpa.veneto.it.
- ^ a b GenX, la replica della Miteni a Greenpeace, su vicenzatoday.it, 15 luglio 2018.
- ^ a b Miteni, nuova sostanza nella falda. M5S: "Stabilimento da sequestrare", su veronasera.it, 6 agosto 2018.
- ^ Giovanni Luigi Fontana e Gaetano Bressan, Trissino nel Novecento, Il Poligrafo.
- ^ Alberto Lanzavecchia, Alberto Peruffo e Matteo Telatin, «Chi inquina paga, o no?» I casi DuPont e Miteni, in Quaderni di ricerca sull'artigianato, n. 3/2022, 2022, DOI:10.12830/106464. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ isde, PFAS, una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa, su ISDE News, 6 giugno 2024. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ Storia sul sito azienda, su miteni.com. URL consultato il 31 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2018).
- ^ Sette scomode verità sul GenX, su Greenpeace Italia, 6 maggio 2025. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ Pfas in Veneto. Orellana: “Violato il diritto alla salute delle comunità locali” | Il Bo Live UniPD, su ilbolive.unipd.it, 25 maggio 2022. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ Giuseppe ROCCO ha detto, 31 dicembre 2022 | BREVE STORIA SOCIALE DELLA MITENI (E DEL MOVIMENTO NO PFAS). NEI TERRITORI CONTAMINATI. UNA PRIMA TRACCIA PER IL FUTURO, su forever chemicals - archivio pfas.land, 31 dicembre 2022. URL consultato il 13 maggio 2025.
- ^ Il tribunale dichiara il fallimento della Miteni: «Auspichiamo esercizio provvisorio» Il tribunale dichiara il fallimento della Miteni: «Auspichiamo esercizio provvisorio», su veronasera.it, 9 novembre 2018.
- ^ Non torneranno i prati, su Cierre Edizioni. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ Laura Fazzini, Pfas Veneto: parte il processo ambientale più importante d’Italia, su Osservatorio Diritti, 28 aprile 2021. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ Sentenza del 1979, su slideshare.net.
- ^ Andrea Palladino, Bandiera nera: le navi dei Veleni, Manifestolibri, 2010, ISBN 978-88-7285-604-8.
- ^ a b Ricerche di Stefano Polesello (PDF), su irsa.cnr.it.
- ^ Pagina PFAS della Regione del Veneto, su regione.veneto.it.
- ^ Pagina sui Pfas dell'ARPAV, su arpa.veneto.it.
- ^ Concentrazione di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque prelevate da ARPAV [collegamento interrotto], su arpa.veneto.it.
- ^ Pfas nelle acque del Po il Veneto avverte Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, su veronasettegiorni.it, 17 aprile 2019.
- ^ 6 aprile 2023 | STOP PFAS ALL OVER THE WORLD. ROAD TO INDIA: CRONACA DI UN VIAGGIO PER ATTIVARE ATTIVISTI. CON UN PASSAGGIO CRITICO SU LE MONDE FRANCE E UNA POSTILLA SUL BAN PFAS MANIFESTO EUROPEO E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA LOTTA, su forever chemicals - archivio pfas.land, 6 aprile 2023. URL consultato il 14 maggio 2025.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su miteni.com.