Misofonia

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La misofonia è una forma di ridotta tolleranza al suono. Si ritiene[1] possa essere un disturbo neurologico risultante da un'esperienza negativa riguardo a uno specifico suono, indipendentemente dal fatto che sia forte o debole[2]. Il termine è stato coniato dai neuroscienziati statunitensi Pawel e Margaret Jastreboff[3] ma è spesso sostituito con l'intercambiabile sensibilità selettiva al suono[4].

A differenza dell'iperacusia, la misofonia è specifica per un determinato suono. Si sa ben poco riguardo alla localizzazione anatomica delle anomalie che causano il quadro clinico, ma si ritiene possano trovarsi a livello dei centri superiori del sistema nervoso centrale[5], una localizzazione più centrale rispetto alle anomalie alla base dell'iperacusia[6].

Clinica[modifica | modifica wikitesto]

I soggetti affetti da misofonia sono di solito infastiditi, e talvolta infuriati, dall'esposizione a un suono ritenuto ordinario da altre persone, come quelli generati da persone che si tagliano le unghie, si lavano i denti, che mangiano, respirano, annusano e parlano, oppure da sbadigli, fischi, russamenti o colpi di tosse, inoltre da certe consonanti o da alcuni suoni ripetitivi[7]. Altri soggetti sono anche influenzati da stimoli visivi, come movimenti ripetitivi del corpo, dei piedi o delle dita e, più in generale, da movimenti che osservano con la coda dell'occhio. Possono sviluppare un intenso stato ansioso e un comportamento evitante, che può portare a una riduzione della capacità di socializzare. Alcune persone possono provare compulsione nell'imitare quello che sentono o vedono[8].

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

La prevalenza della misofonia è sconosciuta, ma si ritiene che sia una condizione più comune di quanto stimato in precedenza[8]. Nei pazienti con tinniti, ovvero il 4-5% della popolazione generale[9], alcune rilevazioni riportano una prevalenza del 60%[8], mentre uno studio del 2010 la stima intorno al 10%[10].

Uno studio del 2013 condotto su 42 pazienti con misofonia ha riportato una bassa incidenza dei più comuni disturbi psichiatrici, con l'eccezione del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, stimata al 52,4%[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Edelstein, D. Brang, V. S. Ramachandran, Sensory modulation in misophonia (PDF), su Program No. 367.07. 2012 Neuroscience Meeting Planner, New Orleans, LA: Society for Neuroscience, 2012, 1042. URL consultato il 3 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2013).
  2. ^ Jonathan Hazell, Decreased Sound Tolerance: Hypersensitivity of Hearing, su tinnitus.org, Tinnitus and Hyperacusis Centre, London UK. URL consultato il 3 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2012).
  3. ^ Pawel J. Jastreboff, Margaret M. Jastreboff, Tinnitis retraining therapy for patients with tinnitus and decreased sound tolerance, in Otolaryngol Clin, vol. 36, n. 2, aprile 2003, pp. 321–36, PMID 12856300.
  4. ^ M. Neal, AE. Cavanna, Selective sound sensitivity syndrome (misophonia) in a patient with Tourette syndrome., in J Neuropsychiatry Clin Neurosci, vol. 25, n. 1, 2013, pp. E01, DOI:10.1176/appi.neuropsych.11100235, PMID 23487200.
  5. ^ id-ISBN 978-0-12-372519-6 Aage R. Møller, Hearing, Second Edition: Anatomy, Physiology, and Disorders of the Auditory System, Academic Press, 2006.
  6. ^ Aage R. Møller, Textbook of Tinnitis, part 1, 2001, pp. 25–27, DOI:10.1007/978-1-60761-145-5_4. URL consultato il 3 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2019).
  7. ^ Joyce Cohen, When a Chomp or a Slurp is a Trigger for Outrage, in The New York Times, 5 settembre 2011. URL consultato il 3 maggio 2013.
  8. ^ a b c George Hadjipavlou, Susan Baer, Amanda Lau e Andrew Howard, Selective Sound Intolerance and Emotional Distress: What Every Clinician Should Hear, in Psychosomatic Medicine, vol. 70, American Psychosomatic Society, 2008, pp. 739–40. URL consultato il 3 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2013).
  9. ^ Jastreboff, P., Jastreboff, M., Components of decreased sound tolerance : hyperacusis, misophonia, phonophobia (PDF), su tinnitus.org, 2 luglio 2001. URL consultato il 3 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2006).
  10. ^ Sztuka A, Pospiech L, Gawron W, Dudek K., DPOAE in estimation of the function of the cochlea in tinnitus patients with normal hearing., in Auris Nasus Larynx, vol. 37, n. 1, 2010, pp. 55–60, PMID 19560298.
  11. ^ A. Schröder, N. Vulink; D. Denys, Misophonia: diagnostic criteria for a new psychiatric disorder., in PLoS One, vol. 8, n. 1, 2013, pp. e54706, DOI:10.1371/journal.pone.0054706, PMID 23372758.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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