Massacro di Gwangju
Il massacro di Gwangju (광주 민주화 운동?, 光州民主化運動?, Gwangju minjuhwa undongLR) avvenne a seguito di una rivolta popolare scoppiata il 18 maggio 1980 nel centro di Gwangju in Corea del Sud contro la dittatura di Chun Doo-hwan.
Gli scontri e la successiva repressione ad opera dell'esercito sudcoreano portarono ad un numero di vittime stimato tra le diverse centinaia ed alcune migliaia.
Questi eventi sono anche chiamati "5 1 8" (오일팔?, 五一八?, o-ilpalLR), in riferimento alla data della rivolta.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La dittatura di Chun Doo-hwan si era instaurata a seguito di un colpo di stato avvenuto il 12 dicembre 1979, il secondo nel giro di un anno. Il primo colpo di stato aveva visto l'assassinio del presidente Park Chung-hee (28 ottobre 1979) da parte di Kim Jaegyu, all'epoca direttore della Korean Central Intelligence Agency[1]. Nel marzo 1980, aumentarono le manifestazioni da parte di professori e studenti che volevano delle riforme democratiche per il paese come la ricostituzione delle unioni studentesche e l'abolizione della legge marziale. Il governo rispose con una violenta repressione delle manifestazioni (operazione "Lavish Holiday") ed estese la legge marziale in tutta la nazione (17 maggio 1980).
I rivoltosi presero controllo del centro città prima che l'esercito reprimesse le proteste, riprendendo il controllo dei luoghi il 27 maggio[2][3]. Il leader politico democratico Kim Dae-jung venne condannato a morte in seguito agli eventi, ma graziato in seguito.
Dopo la repressione militare, le proteste aumentarono e, in particolare, a Gwangju, attorno alle 10 del mattino del 18 maggio 1980, davanti all'entrata della Chonnam National University, un gruppo di studenti e di spettatori[non chiaro] vennero aggrediti dalle milizie. La violenza da parte dei soldati nei confronti dei manifestanti aumentò fino a culminare il 21 maggio 1980, attorno all'1 del pomeriggio, in una repressione a colpi di fucile davanti agli uffici della provincia di Jeolla meridionale. La cittadinanza, in risposta a questo atto di violenza, assalì le stazioni di polizia, da cui trafugò armi.
La città di Gwangju fu isolata e i cittadini provarono a informare tutta la provincia riguardo alle proteste che stavano avvenendo nella città. Nel frattempo, un gruppo di cittadini cercava di negoziare con l'esercito, ma tali negoziazioni non portarono a nulla. I rivoltosi presero controllo del centro città prima che l'esercito reprimesse le proteste, riprendendo il controllo dei luoghi il 27 maggio[2][3]. Lo stesso giorno, i carri armati entrarono in città e presero il controllo dell'Ufficio provinciale e vi fu una violenta repressione delle proteste. Vi furono scontri tra studenti dell'Università Nazionale di Chonnam e forze armate a causa delle proteste degli studenti per la chiusura dell'ateneo; ci furono circa 2000 o 3000 vittime rimaste sul terreno dell'università. La rivolta del 18 maggio si concluse dopo 10 giorni in un bagno di sangue, con un bilancio di circa 1000-2000 vittime[2][3].
Sotto la dittatura, questi eventi vennero presentati alla popolazione come una rivolta comunista; fu solamente una volta instaurato un regime democratico nel paese che il massacro venne riconosciuto come une violenta repressione di un movimento che mirava a difendere le libertà individuali dei coreani.
Nel 1997, i presidenti Chun Doo-hwan e Roh Tae-woo vennero condannati in un processo nel quale erano anche accusati della responsabilità del massacro di Gwangju, assieme a 17 altri imputati. Vennero graziati in seguito. Nel 2002 fu creato un cimitero nazionale per le vittime del massacro e il 18 maggio venne dichiarata giornata nazionale di commemorazione[4].
Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]
- La scrittrice sudcoreana Han Kang nel 2016 ha scritto un romanzo che ripercorre le vicende del massacro: Atti umani, pubblicato in Italia da Adelphi nel 2017.
- Le vicende del massacro sono riprese nei film drammatici May 18 (2007) scritto da Na Hyun e diretto da Kim Ji-hoon, A Taxi Driver (2017) scritto da Yu-na Eom e diretto da Jang Hoon e nella serie melodrammatica Youth of May (2021) scritto da Lee Kang e diretto da Song Min-yeob
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) May 18th Democratic Uprising, su eng.gwangju.go.kr.
- ^ a b c (EN) History of the 5.18 Democratic Uprising, in The May 18 Memorial Foundation, vol. 1, Gwangju, 2008, pp. 236-239, ISBN 978-89-954173-1-7.
- ^ a b c (EN) Charles Armstrong, Contested Peninsula, in New Left Review, n. 51, Londra, maggio-giugno 2008.
- ^ (EN) Shin Bok-jin, Hwang Chong-gun, Kim Jun-tae, Na Kyung-taek, Kim Nyung-man, Ko Myung-jin, May, The Triumph of Democracy, in Gwangju: May 18 Memorial Foundation, 2004, p. 275.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Massacro di Gwangju
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Massacro di Gwangju, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85073546 · J9U (EN, HE) 987007548470805171 (topic) |
---|