Martin Bouygues

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Martin Bouygues

Martin Pierre Marie Bouygues (Suresnes, 3 maggio 1952) è un imprenditore francese, miliardario e uno dei figli di Francis Bouygues. È stato presidente e amministratore delegato del gruppo Bouygues tra il 1989 e il 2021, cedendo poi la carica di amministratore delegato a Olivier Roussat ma mantenendo quella di presidente.

Si è classificato 9° nella classifica Challenges degli uomini d'affari di maggior successo del CAC 40 nel 2014.[1] Nell'ottobre 2017 la Harvard Business Review ha posto Martin Bouygues al 6° posto nella classifica generale dei capi di maggior successo al mondo[2][3] Secondo Challenges, nel 2023 ha, insieme al fratello Olivier, il 37° patrimonio francese con oltre 2,2 miliardi di euro.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Suresnes (Senna), Martin Bouygues è il più giovane dei quattro figli di Francis e Monique Bouygues.[4] Ha studiato alla Gerson, un istituto privato nel 16° arrondissement di Parigi. Nella sua classe di terza media c'era il futuro uomo d'affari Vincent Bolloré.[5][6]) Ha ottenuto il baccalaureato.[7].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Entra nel gruppo Bouygues nel 1974 come direttore dei lavori prima di ricoprire incarichi nella direzione commerciale dell'azienda.[8] Nel 1978 fonda la società Maison Bouygues, specializzata nella vendita di case individuali tramite cataloghi. Nel 1982 diventa direttore di Bouygues. Nel 1984 partecipa all'acquisizione della società di distribuzione idrica SAUR. Nel 1987 è nominato vicepresidente di Bouygues. Ha partecipato anche alla costruzione del forum di Halles.[4]

Mentre tutti aspettavano il figlio maggiore, Nicolas Bouygues, ingegnere dell'École centrale di Parigi (come il padre Francis Bouygues e il nonno Georges Bouygues),[9][7] è stato Martin, meno qualificato (a livello di baccalaureato ) ma che presentava facoltà di adattamento e relazioni più facili,[10] ad ottenere il l5 settembre 1989 la carica di amministratore delegato della società. Il fratello maggiore non è riuscito a mettersi d'accordo con il padre. A 37 anni, Martin Bouygues diventa così il più giovane amministratore delegato del CAC 40.[4]

Il 18 febbraio 2021, ha annunciato la divisione del posto di direttore generale durante l'assemblea generale del gruppo Bouygues. Ha mantenuto la carica di presidente, ma ha ceduto quella di direttore generale a Olivier Roussat.[11]

Lo scontro con Vincent Bolloré[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni '90, Martin Bouygues ha sviluppato le attività del gruppo attorno a tre settori: comunicazione (TF1, LCI), edilizia e telecomunicazioni, in particolare a livello internazionale. Negli anni 2000, ha rafforzato le partecipazioni del gruppo in questi settori strategici, attraverso le sue controllate Bouygues Telecom e Colas.

Prese anche difficili decisioni di gestione strategica, come, tra le altre, il rifiuto delle condizioni per la concessione della licenza UMTS nel 2001[12] o la fusione con Alstom, azienda specializzata nel settore dei trasporti e della produzione di energia, nel 2006.

Martin Bouygues ha avviato il lancio di Bouygues Telecom (1994), LCI (1994) e TPS (1996), ma è stato respingendo il tentativo di raid di Vincent Bolloré nel 1997[6] a farsi riconoscere come degno successore di suo padre. Vincent Bolloré, entrato nel capitale del gruppo Bouygues alla fine del 1997, aveva subito messo in discussione la governance, contestando nel marzo i conti 1997 del gruppo. Il conflitto è continuato ad intensificarsi fino all'acquisizione della quota di Vincent Bolloré, per un valore di 580 milioni di euro, da parte della holding Artemis di François Pinault nel dicembre 1998. Vincent Bolloré ha ricavato da questa transazione una plusvalenza di 230 milioni di euro ma l'antipatia è persistente e Martin Bouygues non sarà presente al matrimonio di sua nipote (figlia di Nicolas Bouygues) con il figlio di Vincent Bolloré.[6]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Sposato con Melissa, ex modella conosciuta negli Stati Uniti,[4] Martin Bouygues è padre di tre figli:[13] Edward, William e Charlotte.[14] Dal 21 aprile 2016, Edward Bouygues è entrato a far parte del consiglio di amministrazione del gruppo Bouygues insieme a suo cugino Cyril,[15] figlio di Olivier Bouygues, come rappresentanti permanenti della SCDM.[16] Edward Bouygues è diventato nel gennaio 2019 il direttore strategico di Bouygues Telecom[17] per poi ricoprire nel 2022 l'incarico di presidente.[18] Nel 2018 anche la figlia Charlotte è entrata nel consiglio d'amministrazione del gruppo.[19] Charlotte ha sposato Charles Guyot, la cui sorella Géraldine è sposata con il figlio di Bernard Arnault, Alexandre Arnault.[20]

Insieme a Bernard Arnault, Martin Bouygues è stato testimone del secondo matrimonio di Nicolas Sarkozy nonché padrino di suo figlio Louis.[21] È stato invitato all'incontro di Fouquet il 6 maggio 2007, la sera dell'elezione di Sarkozy.

Ha fatto costruire un castello in una tenuta di caccia in Sologne.[4]. Con suo fratello Olivier, possiede due tenute vinicole a Bordeaux, Château Montrose e Château Tronquoy-Lalande, oltre a Clos Rougeard, una rinomata tenuta nella Valle della Loira.[22][7] Dal 2018 è anche proprietario della tenuta Henri Rebourseau.[23]

Il 28 febbraio 2015 è stata annunciata dall'Agenzia France-Presse (AFP) la morte di Martin Bouygues[20] per poi essere smentita poco dopo.[24]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

È stato più volte rinviato a giudizio per casi di abuso di beni aziendali, prima di essere scagionato.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Le classement 2014 des patrons les plus performants de France, in Challenges.
  2. ^ (FR) Trois Français dans le top 10 des grands patrons les plus performants au monde, in Challenges, 24 ottobre 2017.
  3. ^ (EN) The Best-Performing CEOs in the World 2017, in Harvard Business Review, novembre-dicembre 2017.
  4. ^ a b c d e f (FR) Bertille Bayart, Martin Bouygues sur tous les fronts, in Le Figaro Magazine, 4 luglio 2014, p. 44-52.
  5. ^ (FR) Martine Orange, Les huit mois d'assaut de Vincent Bolloré contre l'empire Bouygues, in Le Monde, 11 agosto 1998. URL consultato il 28 luglio 2021.
  6. ^ a b c (FR) Martin Bouygues a la rancune tenace envers Vincent Bolloré, su JDNet.
  7. ^ a b c (FR) Raphaëlle Bacqué, Martin et Olivier, les frères d’armes de l’empire Bouygues, in Le Monde, 30 luglio 2021.
  8. ^ (FR) Martin BOUYGUES sa biographie économique, su abcbourse.com. URL consultato il 12 maggio 2020.
  9. ^ (FR) Nicolas Bouygues, in Le Point, 17 gennaio 2007.
  10. ^ (FR) Martin Bouygues, le réveil de l'ours Le ciment du management compense les aléas du capita, in Les Echos.
  11. ^ (FR) Bouygues: Martin Bouygues abandonne ses fonctions de directeur général, in Le Parisien, 18 febbraio 2021. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  12. ^ (FR) "Le dossier UMTS est une calamité européenne", in Le Figaro, 29 settembre 2001.
  13. ^ (FR) Martin Bouygues, derniers défis, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 7 ottobre 2023.
  14. ^ (FR) Martin Bouygues lance sa succession, su lejdd.fr, 28 febbraio 2016. URL consultato il 27 giugno 2016.
  15. ^ (FR) Martin Bouygues fait entrer son fils et son neveu au conseil d'administration du groupe, in Le Monde, 21 aprile 2016. URL consultato il 27 giugno 2016.
  16. ^ (FR) Conseil d'administration du groupe Bouygues, su bouygues.com. URL consultato il 27 giugno 2016.
  17. ^ (FR) Raphael Balenieri, Edward Bouygues rejoint le comité de direction de Bouygues Telecom, in Les Echos, 16 gennaio 2019. URL consultato il 27 gennaio 2019.
  18. ^ (FR) Composition du Conseil d’Administration: William Bouygues, su bouygues.com.
  19. ^ (FR) Composition du Conseil d’Administration: Charlotte Bouygues, su bouygues.com.
  20. ^ a b (FR) Raphaëlle Bacqué e Vanessa Schneider, Le clan Arnault ou la fabrique des héritiers, in Le Monde, 27 luglio 2021. URL consultato il 28 luglio 2021.
  21. ^ (FR) Les petits secrets de Martin Bouygues, le P-DG du Groupe Bouygues, in Capital, 6 ottobre 2015. URL consultato il 18 giugno 2018.
  22. ^ (FR) Les frères Martin et Olivier Bouygues se mettent au vin bio, in Challenges, 26 giugno 2017.
  23. ^ (FR) Vin: Martin Bouygues met la main sur le domaine Henri Rebourseau, in Les Echos, 11 ottobre 2018. URL consultato il 25 settembre 2022.
  24. ^ (FR) Retour sur la fausse mort de Martin Bouygues, su Franceinfo, 1° marzo 2015. URL consultato il 2 febbraio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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