Maria Maddalena dell'Incarnazione
Beata Maria Maddalena dell'Incarnazione | |
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Religiosa e fondatrice | |
Nascita | Porto Santo Stefano, 16 aprile 1770 |
Morte | Roma, 29 novembre 1824 |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 3 maggio 2008 da papa Benedetto XVI |
Ricorrenza | 29 novembre |
Maria Maddalena dell'Incarnazione, al secolo Caterina Sordini (Porto Santo Stefano, 16 aprile 1770 – Roma, 29 novembre 1824), è stata una religiosa e mistica italiana, beata, fondatrice delle monache adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Famiglia e vita religiosa
[modifica | modifica wikitesto]Caterina, figlia di Lorenzo Sordini e Teresa Moizzo, quarta di nove figli, ha vissuto la sua infanzia a Porto Santo Stefano. Nonostante il trascorrere dei secoli, il luogo di nascita conserva intatte molte tracce del passaggio terreno di questa fanciulla, dove la famiglia possedeva un podere, che comprendeva un grande oliveto di circa mille piante, varie vigne e un folto bosco di lecci[1]. Tra i luoghi cari alla religiosa, molto venerato è il leccio di Cala Grande, ancora presente, dove lei amava sostare e pregare in ginocchio, avente alla base alcune impronte che la tradizione attribuisce alla stessa[2][3].
Entrò, all'età di sedici anni, nel monastero dei Santi Filippo e Giacomo in Ischia di Castro (Viterbo) delle terziarie francescane. L'ingresso fu alquanto tempestoso. Caterina aveva appena rifiutato la proposta di matrimonio del padrone di bastimenti di Sorrento, tal Alfonso Capece, e si fece accompagnare dal padre per una visita al monastero. In realtà vi entrò formalmente, senza che il padre sapesse preventivamente della sua decisione. A 19 anni emise i voti ed assunse il nome di Maria Maddalena dell'Incarnazione.
Secondo la tradizione, nel febbraio 1789 ricevette una rivelazione privata nella quale Gesù le chiedeva di fondare un nuovo ordine di vita contemplativa dedito all'adorazione eucaristica.[4]
Badessa
[modifica | modifica wikitesto]Nell'aprile del 1802, a soli 32 anni, venne eletta badessa del convento. Si impegnò nel rafforzare la vita di povertà e di penitenza del convento. Nel 1803 fece visita al convento il sovrano Carlo Emanuele IV di Savoia, re di Sardegna, che volle parlare con la badessa. Il colloquio durò circa due ore. Episodi come questo, insieme ad alcuni fenomeni mistici, diffusero la fama di Maria Maddalena in tutto il circondario. Nel frattempo, sotto la guida spirituale di padre Giovanni Baldeschi, andò maturando la fondazione di una comunità religiosa monastica che si dedicasse unicamente all'adorazione del santissimo Sacramento.
Fondazione delle adoratrici perpetue
[modifica | modifica wikitesto]Con l'autorizzazione di mons. Pierleone, vescovo di Acquapendente, iniziò a redigere la regola del nuovo Istituto religioso. Nel 1807 lasciò il convento di Ischia di Castro e si recò a Roma, dove, con il consenso di papa Pio VII, diede vita al primo convento di adoratrici, in un ex monastero carmelitano presso le Quattro Fontane.[5] L'anno seguente il cardinale della Somaglia, vicario del papa, sottoscrisse il Decreto di approvazione delle Regole. Lo stesso anno, però, i francesi occuparono Roma e sciolsero le comunità religiose, compresa quella delle adoratrici perpetue del santissimo Sacramento. Maria Maddalena fu costretta a riparare in Toscana, dalla quale, però, ritornò a Roma con un gruppo di nuove compagne nel 1814, stabilendosi nella chiesa di Sant'Anna al Quirinale. Nel 1817 viene approvato, sotto la supervisione dello stesso pontefice, l'abito delle monache (tonaca bianca, velo nero e scapolare rosso con un ostensorio bianco ricamato sul petto). Papa Pio VII approvò definitivamente il nuovo istituto nel febbraio del 1818.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Morì a Roma il 29 novembre 1824. Fu sepolta in Sant'Anna al Quirinale, con il permesso del papa, che allora aveva la sua residenza nel palazzo del Quirinale, ma nel 1839 le sue spoglie furono traslate nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Monte Cavallo, nuova sede di Roma delle Adoratrici Perpetue e contemporaneamente furono avviati i processi canonici per la sua beatificazione. Dal 1968 i suoi resti si trovano nella chiesa del Monastero delle Adoratrici in Roma,[6] traslati il 28 gennaio 2004 nell'area a lei dedicata.
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Maria Maddalena è stata dichiarata venerabile, in data 24 aprile 2001, da papa Giovanni Paolo II e beatificata da papa Benedetto XVI il 3 maggio 2008 a Roma presso la basilica di San Giovanni in Laterano.[7] La sua memoria liturgica ricorre il 29 novembre.
Film sulla religiosa
[modifica | modifica wikitesto]- Il cantico di Maddalena, regia di Mauro Campiotti (2011)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cala Grande/fonte di approfondimento, su calagrande.com. URL consultato il 25 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2017).
- ^ Comunità Cristiana di Porto Santo Stefano/Il leccio della Beata, su parrocchieportosantostefano.it. URL consultato il 25 marzo 2016.
- ^ Articolo Il Tirreno, su iltirreno.gelocal.it. URL consultato il 25 marzo 2016.
- ^ Maria Maddalena dell’Incarnazione, una vita di profezie e miracoli, su lanuovabq.it. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ santiebeati.it.
- ^ Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento - Roma Archiviato il 30 aprile 2014 in Internet Archive.
- ^ Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento Archiviato l'8 novembre 2016 in Internet Archive.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vita della serva di Dio suor Maria Maddalena dell'Incarnazione fondatrice dell'Istituto dell'Adorazione perpetua del SS. Sacramento, Torino, G. Marietti, 1844.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Maria Maddalena dell'Incarnazione
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maria Maddalena dell'Incarnazione
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Maddalena dell'Incarnazione, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- Maria Maddalena dell'Incarnazione, su causesanti.va, Congregazione delle cause dei santi.
- Beata Caterina Sordini, su parrocchieportosantostefano.it (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 186311889 · ISNI (EN) 0000 0003 5639 0418 · CERL cnp01096922 · GND (DE) 132767198 · BNE (ES) XX1016297 (data) · BNF (FR) cb15008695z (data) |
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