Marcolino Barbavara

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Marcolino Barbavara, indicato anche come Marco o Marcellino (Novara, ... – Milano, 1467), è stato un nobile, politico, diplomatico e umanista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Giacomo, Marcolino Barbavara nacque a Novara dove la sua famiglia aveva dei possedimenti. Ancora giovanissimo ottenne la cittadinanza milanese per sé e per i propri fratelli a motivo della parentela di Francesco Barbavara, potente ministro di Gian Galeazzo Visconti. Due suoi fratelli intrapresero la carriera ecclesiastica: Giovanni fu giureconsulto e vescovo di Tortona, mentre Pietro fu protonotario apostolico.

Nel 1429 il duca Filippo Maria Visconti lo chiamò quale membro della propria cancelleria, divenendo poi segretario ducale.

A livello diplomatico, nel dicembre del 1440 venne inviato presso Guidantonio Manfredi a Faenza ed il 10 febbraio 1442 strinse degli accordi con Carlo Gonzaga. Nel 1445 venne inviato a Roma presso papa Eugenio IV al seguito del cardinale Gerardo Landriani, vescovo di Como, per recuperare i territori pontifici occupati da Francesco Sforza e firmare nel contempo un accordo tra Milano, Roma e Napoli che venne poi sottoscritto il 30 luglio successivo. Fu in gran parte grazie alla sua sapiente azione diplomatica che fu possibile una riappacificazione tra il duca Filippo Maria Visconti e l'allora condottiero Francesco Sforza e riuscì ad accaparrarsi i servizi di quest'ultimo nel 1446 per il ducato di Milano che si trovava pericolosamente sotto la minaccia di Venezia.

Presenziò a Roma all'elezione del nuovo pontefice Niccolò V portandogli l'omaggio di Filippo Maria Visconti, ma il pontefice fece sapere di non essere particolarmente interessato a sostenere gli accordi presi dal suo predecessore al soglio relativi alla difesa del ducato di Milano; infine, grazie proprio all'azione del Barbavara, Niccolò V cedette a concedere il denaro promesso così che Francesco Sforza poté liberare la città di Jesi a favore del pontefice.

Con la morte del duca Filippo Maria Visconti nel 1447, il Barbavara tornò a Milano per preparare l'ingresso di Francesco Sforza come legittimo successore, ma si trovò invece a dover servire temporaneamente la Repubblica Ambrosiana.

Marcolino fu tra i principali animatori della cultura umanista della Milano tardo-viscontea, servendosi della collaborazione e dell'amicizia di personaggi di rilievo nel panorama culturale dell'epoca come Domenico Feruffini, Francesco Piccinino, Guiniforte Barzizza, Pier Candido Decembrio, Giovanni Lorenzo Regini, Antonio Beccadelli, Francesco Piccolpasso (vescovo di Pavia e poi di Milano) e Gaudenzio Merula. Il lodigiano Maffeo Vegio gli dedicò il primo libro delle sue Elegie.

Matrimonio e figli[modifica | modifica wikitesto]

Marcolino Barbavara sposò la nobile Donnina Casati, figlia di Francesco e di sua moglie, Antonia Casati. La coppia ebbe insieme cinque figli:

  • Scipione, signore di Gravellona (1442-1505)
  • Carlo, signore di Gravellona
  • Ottaviano, signore di Gravellona, sposò Bianca Visconti
  • Agostina, sposò Francesco Birago, signore di Mettone
  • Caterina (m. 1473), sposò nel 1463 Giovanni Simonetta

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R. Sabbadini, Ottanta lettere inedite del Panormita tratte dai codici milanesi, Catania 1910, pp. 9, 26, 39, 79, 84-86
  • C. Santoro, Gli uffici del dominio sforzesco, Milano 1947, p. 16
  • A. Paredi, La biblioteca del Pizolpasso, Milano 1961, p. 206
  • G. Sitoni di Scozia, Theatrum equestris nobilitatis, Milano 1706, p. 46
  • R. Sabbadini, Cronologia della vita del Panormita e del Valla, in L. Barozzi, R. Sabbadini, Studi sul Panormita e sul Valla, Firenze 1891, p. 18
  • I. Sanesi, Storia dei generi letterari. La Commedia, vol. I, Milano 1901, p. 137
  • L. von Pastor, Storia dei papi, vol. I, Roma 1931, pp. 367, 372, 417, 780
  • C. A. Vianello, Gli Sforza e l'Impero, in Atti e Memorie del primo congresso storico lombardo, Milano 1937, p. 188
  • E. Lazzeroni, Vano tentativo diplomatico di Francesco Sforza per ottenere l'investitura imperiale del Ducato di Milano, in Atti e Memorie del quarto congresso storico lombardo, Milano 1940, p. 238
  • G. Resta, L'epistolario del Panormita, Messina 1954, pp. 149, 218
  • F. Cognasso, Il Ducato sconteo da Gian Galeazzo a Filippo Maria, in Storia di Milano, vol. VI, Milano 1955, pp. 374 S.
  • E. Garin, La cultura milanese nella prima metà del XV secolo, in Storia di Milano, vol. VI, Milano 1955, p.594.
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