Maestro di San Nicolò ai Celestini

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Maestro di San Nicolò ai Celestini da Nova (... – fine 1300) è stato un pittore italiano del periodo gotico, attivo nella secondo quarto del XIV secolo a Bergamo e dintorni.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un artista molto attivo nell'ultimo quarto del Trecento di elevate qualità ma di cui non si conoscono i natali e neppure il nome, viene considerato proprio per le affinità artistiche molto vicino a Pecino da Nova tanto da portare ad associare da qualche critico le due personalità.

San Martino adorato da una monaca-Maestro di san Nicolò dei Celestini

Viene identificato con il nome convenzionale della chiesa di San Nicolò ai Celestini nell'antico borgo di Plorzano[1] di Bergamo dove sono presenti suoi lavori indicati nella realizzazione alla data del 1393.[2] Questi affreschi sono posti nel transetto destro dell'aula che originariamente era la zona absidale. Questa viene considerata l'opera migliore dell'artista. I Cinque santi: sant'Antonio abate, santo vescovo, santa Caterina d'Alessandria, san Nicola e sa Cristoforo sono posti dentro arcate finemente dipinte come se fosse un polittico indicano una raffinata capacità artistica con notevole ricercatezza nella scelta cromatica. Anche le raffigurazioni dei santi sono curate e eleganti, sicuramente vi fu dall'artista particolare cura nell'esecuzione dell'opera. A queste pitture si avvicina il dipinto Vergine col Bambino conservato nel Museo dell'affresco nella sala delle capriate di Bergamo e proveniente dalla basilica mariana cittadina.

La prima opera dell'artista documentata, risale agli anni ottanta del Trecento, per la sagrestia della chiesa di san Francesco, poi strappata e conservata presso la pinacoteca dell'Accademia Carrara di Bergamo, come indicato da un'iscrizione poi perduta che riporta la data del 1382. Gli affreschi raffigurano Madonna col Bambino in trono, san Francesco e santa Caterina d'Alessandria e due devoti. Del medesimo periodo sono le pitture strappate dall'antica chiesa del Monastero Matris Domini raffigurante Madonna in trono col Bambino santi e offerente.

Sicuramente riconducibile all'artista è il grande affresco Madonna in trono col Bambino e santi Bartolomeo e Lorenzo e offerente proveniente dalla chiesa di Santa Marta di Bergamo strappato nel 1915 con lo studio di Luigi Angelini e conservato presso la sede della Banca Popolare di Bergamo. Il dipinto fu commissionato da Tommasino fu Bertolus de Zoerlis e doveva essere il decoro della tomba del padre che è raffigurato genuflesso in preghiera. San Bartolomeo, posto alle sue spalle, gli pone la mano destra sul capo in atto di patronato. L'affresco è una immagine votiva dove i personaggi non sono rappresentanti nelle misure proporzionate ma secondo una certa gerarchia. Il devoto indossa abiti semplici dai colori pastello, quasi penitenziali paragonati a quelli ricchi dei santi e il suo volto è stato raffigurato in maniera molto realistica sembra quasi anticipare l'arte dei pittori bergamasca propensa al naturalismo.[3] Sempre riconducibili all'artista sono la Madonna col Bambino e angeli, Santa Marta e un devoto e San Marco, Madonna del parto e santa Elisabetta conservati in colleziona nella Banca Popolare di Bergamo.[4]

La pittura a fresco raffigurante San Martino adorato da una monaca purtroppo mancante della parte centrale, è conservato presso il museo dell'affresco nel citato palazzo della Ragione, indica che fosse di grandi dimensioni e di ottima realizzazione, come si può rilevare dalla cura con cui l'artista ha dipinto il cavallo bianco centrale alla scena che doveva essere di grande impatto cromatico. La monaca domenicana infatti è genuflessa di fronte al cavallo di grandi dimensioni e carico di dettagli del naturalismo epidermico da riportare l'opera a un ottimo gusto internazionale.[5] La parte rappresentante san Martino di Tours è andata perduta, rimane solo la gamba dove visibile è la scarpa dalla lunghissima punta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Poi borgo santa Caterina.
  2. ^ AA.VV., Dizionario biografico dei Pittori bergamaschi, Bergamo, Provincia di Bergamo editrice Bolis, 2006, pp. 316-317.
  3. ^ Francesco Rossi, Cultura e memoria, BPU, Bolis, 2006, p. 28.
  4. ^ Francesco Rossi, Cultura e memoria, BPU, Bolis, 2006, pp. 30-31.
  5. ^ Francesco Rossi, Cultura e memoria, BPU, Bolis, 2006, p. 32.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Grazia Recanati, La pittura in Lombardia. Il trecento, Electa.
  • AA.VV., Dizionario biografico dei Pittori bergamsachi, Provincia di Bergamo, Bolis, 2006, pp. 316-317.
  • Francesco Rossi, Cultura e memoria, BPU, Bolis, 2006.

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