Madonna di San Giorgio alla Costa

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Madonna di San Giorgio alla Costa
AutoreGiotto
Data1295 circa
Tecnicatempera e oro su tavola
Dimensioni180×90 cm
UbicazioneMuseo diocesano, Firenze

La Madonna di San Giorgio alla Costa è un dipinto a tempera e oro su tavola (180x90 cm) attribuito a Giotto, databile al 1295 circa e conservata nel Museo diocesano di Santo Stefano al Ponte a Firenze.

Storia

Lorenzo Ghiberti nei Commentari citò una "una tavola et uno crocifixo" di Giotto nella chiesa fiorentina di San Giorgio alla Costa, anche se il primo a legare questa tavola al nome di Giotto fu il critico tedesco Robert Oertel nel 1937. Offner nel 1956 parlò del Maestro della Santa Cecilia, per poi avvicinare l'opera al Crocifisso di Santa Maria Novella. Dopo numerose polemiche l'attribuzione è oggi generalmente accettata.

La tavola doveva essere cuspidata, come di norma nel Duecento, ed entro il 1705, quando fu ristrutturata la chiesa, la Madonna venne segata su tutti i lati per adattarla a una cornice barocca: su quello superiore venne sagomata una forma ad arco, ai lati si persero i braccioli del trono e in basso il gradino e un piede della Vergine. Riposta in un deposito nei pressi della chiesa di Santo Stefano al Ponte, venne danneggiata dall'attentato di via dei Georgofili del 27 maggio 1993. Dopo tale grave fatto venne intrapreso un restauro curato da Paola Bracco presso l'Opificio delle Pietre Dure, che pulì la superficie e integrò le lacune, lasciando però visibile con il metodo della selezione cromatica la lesione causata da una scheggia nella veste dell'angelo a sinistra.

Da alcuni considerata come la più antica tavola dipinta indipendentemente da Giotto, fu realizzata probabilmente subito dopo altre prove giovanili come la Madonna di Borgo San Lorenzo e forse poco dopo la Croce di Santa Maria Novella; una minoranza di studiosi la data invece a dopo le Storie di san Francesco di Assisi. Sembrano ormai superati i dubbi attributivi, come quelli di Toesca che nel 1927 aveva parlato del Maestro della Santa Cecilia, grazie ai contributi di Longhi (1948), Salvini (1952), Bauch (1953), Gnudi (1959), Battisti (1965), ecc.

Dettaglio

Descrizione

La Vergine è rappresentata su un trono marmoreo (in parte perduto a seguito della mutilazione) decorato con motivi cosmateschi (elemento che ricorre anche nei seggi dei Dottori della Chiesa nella Volta dei Dottori di Assisi, a differenza dei tradizionali seggi lignei nella pittura cimabuesca). Due piccoli angeli alle spalle di Maria tengono un drappo di broccato che nasconde in parte il trono e attenua l'effetto tridimensionale. Un elemento originale rispetto alla tradizione bizantina è lo sporgere di due ciocche di capelli dalla cuffia rossa della Madonna.

Le decorazioni incise a stilo sull'orlo delle aureole e ai bordi della cuspide sono particolarmente curate, con segni che sembrano voler imitare i caratteri della scrittura araba (nota all'epoca da tessuti e maioliche importati) e altre forme mistilinee con animali fantastici ("grilli") che sembrano citare esempi transalpini legati al gotico francese (noti tramite i manoscritti miniati, le oreficerie e le vetrate). Anche i dettagli più minuti trovano spazio, come le cordicelle e gli anellini che reggono la stoffa foderante il trono.

Stile

Il dipinto contiene i caratteri tipici della produzione giovanile di Giotto, con una solida resa della volumetria dei personaggi le cui attitudini sono più naturali che nella tradizione antecedente, arrivando a ricordare le sculture coeve di Arnolfo di Cambio; il trono è inserito in una prospettiva centrale, formando quasi una "nicchia" architettonica, che suggerisce un senso della profondità.

La novità del linguaggio di questa tavola si comprende meglio facendo un raffronto con gli esempi fiorentini di Maestà che lo avevano immediatamente preceduto, come Coppo di Marcovaldo e Cimabue. L'atteggiamento di Maria appare infatti già alleggerito dalle rigidità bizantineggianti, all'insegna del naturalismo, percepibile anche nelle figure degli angeli, per quanto affette ancora (e lo saranno a lungo) da proporzioni gerarchiche.

Bibliografia

  • Marco Ciatti e Cecilia Frosinini (a cura di), La Madonna di San Giorgio alla Costa di Giotto. Studi e restauro. , Edifir, Firenze 1995 ISBN 887970026X
  • Maurizia Tazartes, Giotto, Rizzoli, Milano 2004. ISBN non esistente
  • Luciano Bellosi, Giotto, in Dal Gotico al Rinascimento, Scala, Firenze 2003. ISBN 88-8117-092-2
  • Edi Baccheschi, L'opera completa di Giotto, Rizzoli, Milano 1977. ISBN non esistente

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