Luisa Becherucci

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Luisa Becherucci (Firenze, 29 maggio 1904Firenze, 19 marzo 1988) è stata una storica dell'arte, museologa e docente italiana.

Biografia

Si laurea con Pietro Toesca, con una tesi sulle sculture del Duomo di Firenze, prende il diploma di perfezionamento a Roma con Adolfo Venturi. Inizia la sua carriera nel 1933 come funzionaria di Soprintendenza, ispettrice prima a Napoli e poi in Emilia Romagna, dove collabora alla mostra del 1938 su Melozzo da Forlì, sotto la direttiva di Roberto Longhi, affiancata da Cesare Gnudi e Carlo Ludovico Ragghianti. Le sue prime ricerche si rivolgono all'architettura e scultura fiorentina del Quattrocento[1] e poi all'architettura e scultura italiane del Cinquecento. Nel 1939 torna a Firenze, alla Soprintendenza ai monumenti dove resta qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale. In occasione della Mostra del '500 toscano tenutasi a Firenze nel 1940, scrive una recensione sulla rivista Le arti[2]. Avvia gli studi critici sul manierismo; nel 1943 scrive un saggio sui disegni del Pontormo e nel 1944 scrive "Manieristi Toscani"[3]correggendone le bozze nei rifugi antiaerei di Palazzo Pitti. Nel 1955 prosegue quel filone di studi con un saggio sui disegni di Andrea del Sarto e nel 1958 firma la voce su “maniera e manieristi” dell'Enciclopedia Universale dell'Arte. Giunta alla Soprintendenza alle Gallerie di Firenze, sviluppa un interesse alla museologia, dirige e riordina sia il Museo nazionale di San Marco, allestendo nel 1955 la mostra sul Beato Angelico[4], sia la Galleria dell'Accademia. Infine nel 1957 subentra a Roberto Salvini nella direzione della Galleria degli Uffizi e assume la carica di soprintendente nel 1960 che mantiene fino al 1969, anno del suo pensionamento.

Sostenitrice del Progetto Grandi Uffizi, ne vede realizzata una prima tranche nel 1967 con la riapertura della Scala buontalentiana e, sensibile alle problematiche emergenti del turismo di massa, stende insieme a Nello Bemporad, un piano architettonico per una migliore fruizione degli spazi museali, che prevede il recupero delle stanze del primo piano allora occupate dall'Archivio di Stato. Avvia restauri a capolavori, mostre antologiche, recuperi di opere costrette a forzati depositi. Ma avrebbe anche voluto, in una anticipazione moderna della fruizione museale, offrire un'accoglienza confortevole con sedili appropriati lungo il percorso, possibilmente progettati da designer in esclusiva. Gli Uffizi furono infatti il primo museo italiano ad avere un servizio pubblico di bar, situato al primo piano aggettante su Piazza Signoria.

È protagonista di episodi vistosi, quali il volo negli Stati Uniti nel 1963 con Rodolfo Siviero per il recupero delle due tavolette di Antonio del Pollaiolo raffiguranti le Fatiche di Ercole trafugate dai nazisti e portate negli Stati Uniti.

In occasione dell'alluvione di Firenze del 1966 accorre agli Uffizi nella notte tra il 3 e il 4 novembre per mettere in salvo dalle acque dell'Arno capolavori in pericolo e i preziosi originali degli inventari conservati nel mezzanino delle scale[5]. Ne viene fatta una mostra di 43 pezzi dal titolo: Dipinti salvati dalla piena dell'Arno[6].

Si spegne nel 1988 a Firenze. Nella sua casa di via Gioberti sono custodite le sue carte e documenti, insieme all'archivio di famiglia, una famiglia di imprenditori e commercianti di merce deperibile, attiva fino dalla fine dell'Ottocento nel commercio in tutta Europa . Legatissima alla sua famiglia, ne ha curato una Storia in un manoscritto autografo.

Insegnamento

Divenuta nel 1967 la museologia materia di insegnamento universitario, Luisa Becherucci è una delle prime docenti a impartirne i fondamenti nell'Università internazionale dell'arte (UIA) e nelle università di Pisa, Firenze e Urbino. Nel 1972 fonda e dirige insieme a Luciano Berti la rivista Museologia del Centro di ricerche dell'UIA. Ancora per un ventennio, insegna e pubblica. È docente prima alla Syracuse University a Firenze, in seguito all'Università di Pisa e poi presso l'UIA. Le sue Lezioni di museologia sono pubblicate postume[7].

Opere

  • Luisa Becherucci, La scultura italiana del Cinquecento, Firenze, Novissima enciclopedia monografica illustrata, 1934.
  • Luisa Becherucci, L'architettura italiana del Cinquecento, Firenze, Novissima enciclopedia monografica illustrata, 1936.
  • Luisa Becherucci (a cura di), Disegni del Pontormo, Bergamo, Istituto italiano d'Arti grafiche, 1943.
  • Luisa Becherucci, Manieristi toscani, Bergamo, Istituto italiano d'Arti grafiche, 1944.
  • Luisa Becherucci e Giulia Brunetti (a cura di), Il Museo dell'Opera del Duomo a Firenze, Firenze, Cassa di risparmio di Firenze, 1969.
  • Luisa Becherucci (a cura di), I musei di Santa Croce e di Santo Spirito a Firenze, Milano, Electa, 1983, ISBN 88-435-0996-9.
  • Luisa Becherucci, I tesori degli Uffizi, Firenze, Giunti, 1998, ISBN 88-09-21435-8.
  • Luisa Becherucci, Lezioni di museologia: 1969-1980, a cura di Alberto Boralevi e Monica Pedone, Firenze, UIA, 1995.

Note

  1. ^ Desiderio da Settignano, in: Enciclopedia italiana,Treccani, pp 679-680
  2. ^ Luisa Becherucci, La Mostra del '500 Toscano a Firenze (PDF), in Le Arti, n. 5-6, giugno-settembre 1940.
  3. ^ Luisa Becherucci, Manieristi toscani, Bergamo, Istituto italiano d’Arti grafiche, 1944.
  4. ^ L. Berti, R. de Campos e U. Baldini (a cura di), Mostra delle opere di Fra' Angelico nel quinto centenario della morte (1455-1955), catalogo della mostra, Firenze, Giuntina, 1955.
  5. ^ Luciano Berti, Luisa Becherucci. Ha diretto gli Uffizi durante l'alluvione, in in Giornale dell'Arte, n. 56, maggio 1988.
  6. ^ Silvia Meloni Trkulja, Dipinti salvati dalla piena dell'Arno: 4 novembre 1966. Catalogo della mostra, Firenze, Giuntina, 1966.
  7. ^ Luisa Becherucci, Lezioni di museologia: 1969-1980, a cura di Alberto Boralevi e Monica Pedone, Firenze, UIA, 1995.

Bibliografia

  • Cristina De Benedictis, Giovanna Giusti, Mara Miniati e Eva Pallotta (a cura di), Presenze femminili nella cultura del Novecento: Adriana Tramontano, Maria Luisa Bonelli Righini, Luisa Becherucci, Firenze, Centro Di, 2008, ISBN 978-88-7038-467-3.

Voci correlate

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