Lu Ban

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Monumento a Lu Ban di fronte al Museo dell'aquilone di Weifang, in Cina.

Lu Ban[1] (cinese semplificato: 鲁班; cinese tradizionale: 魯班; pinyin: Lǔ Bān; Wade-Giles: Lu Pan) (507 a.C.440 a.C.) è stato un ingegnere, filosofo, inventore, architetto, statista e stratega cinese.

Contemporaneo del filosofo Mozi, è una figura di grande importanza nella storia tradizionale cinese (nella quale assume anche alcuni tratti leggendari). È patrono e protettore dei costruttori e degli artigiani cinesi.

Un'immagine del tempio dedicato a Lu Ban a Hong Kong.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lu Ban nacque a Dunhuang, in quella che è l'attuale provincia cinese del Gansu, durante il Periodo delle primavere e degli autunni. Fu un ingegnere di talento e un abile architetto e carpentiere. Gli sono attribuite dalla tradizione diverse invenzioni e imprese straordinarie;[2] esse, legate più o meno direttamente alla sua professione, hanno contribuito alla sua canonizzazione come antenato e protettore di tutti i costruttori e carpentieri, oltre che come "Dio Protettore" dell'industria.[3]

La notorietà di Lu Ban è collegata principalmente alla presunta costruzione da parte sua di un grande aquilone, o primitivo aliante, il quale stando alla tradizione sarebbe stato in grado di volare continuativamente per tre giorni, anche trasportando un essere umano.[4]

La leggenda vuole che Lu Ban abbia costruito il suo aliante di legno e bambù mentre dirigeva la costruzione di una pagoda a Liangzhou, presso Wuwei. Prese l'abitudine di tornare a casa regolarmente per mezzo della sua macchina volante, iniziando a fare la spola tra la sua città natale e Liangzhou all'insaputa di tutti. Un giorno la famiglia di Lu Ban venne a conoscenza del fatto che la moglie di lui era incinta, e da questo vennero a sapere che tornava spesso a casa grazie a un "uccello di legno".[2]

Nonostante la possibilità che Lu Ban abbia effettivamente volato risulti molto improbabile, non è considerato impossibile il risultato di tenere in volo un aeromobile di legno e bambù, anche per tempi prolungati, sia stato effettivamente ottenuto grazie a un vento stabile e forte con l'aquilone, o aliante, ancorato a terra per mezzo di un cavo.

Intorno al 450 a.C. si trasferì nello stato di Chu, dove si mise al servizio delle autorità costruendo macchine belliche di vario tipo, tra le quali si ricordano un tipo di rampino da arrembaggio, un attrezzo per lo speronamento adatto all'impiego navale e una scala basculante da assedio dotata di un contrappeso.[3]

Un'altra delle realizzazioni leggendarie di Lu Ban fu una statua di legno con una mano tesa; puntando la mano su una regione all'orizzonte, la siccità avrebbe colpito quella zona; rompendo la mano, sulla stessa regione sarebbero cadute pesanti piogge.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Lu" è il cognome.
  2. ^ a b c (EN) Ouyang Ziyun, Lu Ban and His Flying Machine, in PureInsight.org (English Version of Zhengjian.org). URL consultato il 9 gennaio 2012.
  3. ^ a b (EN) Lu Ban – The Ancestor of Carpenters, in Cultural China. URL consultato il 9 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2011).
  4. ^ «[...] 公输子削竹木以为鵲,成而飞之,三日不下», «[...] Costruì un uccello di legno e bambù, e quando lo ebbe completato lo fece volare, tenendolo in aria per tre giorni». Si veda (ENZH) Mozi (traduzione dal cinese di W. P. Mei), Lu's Question (Book 13), in Mozi, Chinese Text Project. URL consultato il 9 gennaio 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Du Shiran, Biographies of Ancient Chinese Scientists Series One: Lu Ban, Pechino, Kexue Chubanshe, 1992, pp. 22-25, ISBN 7-03-002926-7.
  • Wang Fu, Records of Lu Ban: China's Earliest Inventor, Beijing, Zhongguo Kexue Jishu Chubanshe, 1994, pp. 3–6, ISBN 7-5046-1676-1.
  • Li Shaoyuan; Zhao Beizhi, Stories of Chinese Scientist and Inventors, Pechino, Jindun Publishing House, 1996, pp. 1–8, ISBN 7-5082-0168-X.
  • Yu Xuecai; Li Chunfu May, Gongshu Ban, No. 22 Monograph in Research Library of Chinese Architectural Culture, in Huazhong Architecture Bimonthly, maggio 2004.

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