Locomotiva FS 626

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Locomotiva FS gruppo 626
Locomotiva a vapore
Anni di costruzione 1902 - 1910
Anni di esercizio 1919- 1937
Quantità prodotta 9 (acquisite in conto danni bellici)
Costruttore Hohenzollern, Schwartzkopff
Dimensioni 17.958 mm x ? x ?
Massa in servizio 57,1 t
Massa aderente 44,6
Tipo di motore a vapore
Alimentazione carbone
Velocità massima omologata 90 km/h
Rodiggio 1-3-0
Portanti anteriori 1.600 mm
Portanti posteriori 1.000 mm
Distribuzione Walschaerts
Tipo di trasmissione bielle
Numero di cilindri 2
Diametro dei cilindri 540 mm
Corsa dei cilindri 630 mm
Superficie griglia 2,28 
Superficie riscaldamento 134,93 m²
Superficie surriscaldamento 41,91 m²
Pressione in caldaia 12
Potenza massima 630 kW
Dati tratti da:
Mascherpa,IF 1,2,11, pp. varie

Le locomotive FS 626 erano locomotive a vapore con tender di rodiggio 1-3-0, a 2 cilindri esterni e a semplice espansione, che le Ferrovie dello Stato acquisirono dopo il 1918 in conto riparazioni di guerra.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Locomotiva prussiana P 6.

Le locomotive di cui era costituito il gruppo 626 FS, erano le "prussiane P 6", progettate da Robert Garbe e costruite, intorno al 1902 (nello stesso periodo in cui nacquero le prussiane G 8 corrispondenti alle FS 422), dalle industrie tedesche dell'epoca per conto delle ferrovie prussiane (KPEV, Koniglich Preussische Eisenbahnverwaltung). In seguito alle ripartizioni operate dopo la fine della prima guerra mondiale ne vennero assegnate nove unità anche all'Italia; le Ferrovie dello Stato ne curarono l'assegnazione al gruppo 626, con progressivo da 001 a 009[1]. Le "626" operarono inizialmente in Toscana, assegnate al deposito locomotive di Pistoia; verso la metà degli anni trenta vennero assegnate al Deposito locomotive di Milano Smistamento. Qualche anno dopo, tra 1936 e 1937 vennero accantonate e successivamente demolite[2].

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

La locomotiva era una macchina a vapore surriscaldato con il surriscaldatore (progettato dallo stesso Garbe)[3] inizialmente posto in camera a fumo e in seguito dotata di surriscaldatore tipo Schmidt. Il motore era a 2 cilindri esterni a semplice espansione. Le due unità, 626.001 e 002, appartenevano al primo gruppo (quello con surriscaldatore in camera a fumo) e quindi avevano rendimento complessivo e prestazioni inferiori alle altre sette unità costruite con surriscaldatore posto entro la superficie tubiera della caldaia. La distribuzione era a cassetto cilindrico e sistema Walchaerts[4]. La locomotiva fu costruita con il rodiggio 1-3-0. Era costituita da un carro su cui erano disposte le tre ruote motrici accoppiate. Sul carro poggiava la caldaia per la produzione di vapore surriscaldato con pressione di esercizio a 12 bar. La potenza continuativa attribuita dalle FS alle "626" era di 850 CV. Il sistema di frenatura era pneumatico. Alla locomotiva era accoppiato un tender a carrelli tipo 2'2'T 16.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cornolò, p. 142.
  2. ^ Mascherpa, IF 1, p. 23.
  3. ^ Itreni, n. 363 dell'ottobre 2013
  4. ^ Mascherpa,IF 11, p. 601

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel Ferrovie, (IF 1) (gennaio 1977) n. 200, pp. 15-25.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel Ferrovie, (IF 11) (novembre 1976) n. 198, pp. 592-601.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel Ferrovie, (IF 2) (febbraio 1977) n. 201, pp. 93-96.
  • Giovanni Cornolò, Locomotive di preda bellica, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2009. ISBN 978-88-87372-74-8

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