Lo sciamanismo di Siberia e d'Asia centrale

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Lo sciamanismo
di Siberia e d'Asia centrale
Titolo originaleLe chamanisme de Sibérie et d'Asie centrale
AutoreCharles Stépanoff,
Thierry Zarcone
1ª ed. originale2011
1ª ed. italiana2012
GenereMonografia,
saggio
SottogenereSciamanismo
Lingua originalefrancese
SerieUniversale L'ippocampo●Spiritualità
Preceduto daShiva: Liberatore delle anime e Signore degli dei

Lo sciamanismo di Siberia e d'Asia centrale (francese: Le chamanisme de Sibérie et d'Asie centrale) è una monografia illustrata sullo sciamanismo in Siberia e in Asia centrale, co-scritta da Charles Stépanoff, etnologo e specialista in Siberia, e da Thierry Zarcone, storico delle religioni e specialista in Turchia. Il libro è stato pubblicato da Éditions Gallimard nel 2011 in Francia, e da L'ippocampo Edizioni l'anno successivo in Italia, come parte della loro collana «Universale L'ippocampo».

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

In quest'opera, gli autori esplorano i rituali e le mitologie dello sciamanismo ed evocano l'emergere del neosciamanismo in Occidente[1]. Si tratta di una storia generale e un'analisi dello sciamanismo in Siberia e in Asia centrale musulmana, illustrata da molte figure: si concentra sulla storia, i miti, la vita quotidiana degli sciamani, i loro rituali, la musica e i loro armamentari rituali[2]. Gli autori spiegano anche che il vero rituale richiede uno sforzo fisico eccezionale, in passato i più esperti «passavano coltelli nell'ombelico o nell'ano, si sparavano a vicenda con una pistola, bevevano il proprio sangue, ingoiavano carboni, sassi o aghi»[3].

I capitoli[modifica | modifica wikitesto]

Corpus

  • Introduzione (pp. 1-7, un susseguirsi di fotografie a tutta pagina che illustrano i rituali sciamanici)
  • Capitolo 1: «Lo sciamanismo nella storia» (pp. 11-31)
  • Capitolo 2: «Il mito, l'uomo e la natura» (pp. 33-49)
  • Capitolo 3: «Il mondo dello sciamano» (pp. 51-65)
  • Capitolo 4: «Il rito: gesti e simboli» (pp. 67-81)
  • Capitolo 5: «Musica e oggetti rituali» (pp. 83-95)

Testimonianze e documenti

  1. Testimonianze di sciamani (pp. 98-99)
  2. Canti e invocazioni sciamaniche (pp. 100-103)
  3. Racconti di viaggiatori (pp. 104-109)
  4. Descrizioni di rituali (pp. 110-113)
  5. L'era delle repressioni (pp. 114-115)
  6. Il punto di vista degli antropologi (pp. 116-119)

Annessi

  • Bibliografia (pp. 120-121)
  • Tavola delle illustrazioni (pp. 122-124)
  • Indice (pp. 125-126)
  • Crediti fotografici/Ringraziamenti (p. 127)

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il sito Babelio attribuisce al libro una media di 3.81/5 sulla base di 8 valutazioni[4]. Su Goodreads, il libro ha una valutazione media di 3.20 su 5, basata su 5 valutazioni, indicando recensioni generalmente positive[5].

Nella sua recensione per la rivista Archives de sciences sociales des religions, la storica francese Françoise Aubin ha scritto: «Questo piccolo libro, un gioiello pedagogico in forma concentrata, completa l'argomento con una mostra brillantemente illustrata di molteplici casi possibili nel passato e nel presente. [...] Le circa 25 "Testimonianze e documenti" riportate in appendice e spesso tradotte dal russo (da Stépanoff) animano, spesso inaspettatamente, il contenuto teorico dei capitoli precedenti: così un estratto di una commedia scritta nel 1786 da Caterina la Grande, beffandosi della sciamanomania dei suoi contemporanei. Da non perdere è un testo del 1933 tradotto dall'uiguro da Zarcone e un rituale tagiko a cui ha partecipato nel 1995 (pp. 111-115). [...] Perché il punto forte del libro e che dovrebbe incoraggiare gli islamologi a farvi riferimento è l'accento posto sullo sciamanismo islamizzato – o islam sciamanizzato, come si vuole – di cui Zarcone è diventato specialista da qualche anno. [...] Il punto debole dell'insieme è la controparte: lo sciamanismo primitivo dei cacciatori è ben trascurato (la parola "caccia" non compare comunque nell'indice). […] A parte questa svista, l'opera qui elencata è un'introduzione ideale a un mondo di pensiero intrigante e sempre vivo[6]

In risposta alla recensione critica di Aubin, Charles Stépanoff osserva che le posizioni di Aubin sullo «sciamanismo primitivo dei cacciatori» rivelano pregiudizi evolutivi[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Le chamanisme de Sibérie et d'Asie centrale, su franceculture.fr, 2011. URL consultato il 18 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2021).
  2. ^ (EN) Le Chamanisme de Sibérie et d'Asie centrale, su researchgate.net, 2011. URL consultato il 18 novembre 2021.
  3. ^ (FR) Marie Jégo, Olkhon, du goulag au tourisme, su lemonde.fr, 23 luglio 2013. URL consultato il 18 novembre 2021.
  4. ^ (FR) Le chamanisme de Sibérie et d'Asie centrale, su babelio.com. URL consultato il 18 novembre 2021.
  5. ^ (EN) Lo sciamanismo di Siberia e d'Asia centrale, su goodreads.com. URL consultato il 18 novembre 2021.
  6. ^ (FR) Françoise Aubin, Charles Stépanoff, Thierry Zarcone, Le chamanisme de Sibérie et d’Asie centrale. Paris, Découvertes Gallimard, coll. « Religions », 2011, 128 p., in Archives de sciences sociales des religions, n. 164, Parigi, Éditions de l'EHESS, 2013, p. 291, ISBN 978-2-713-22430-0.
  7. ^ (FR) Charles Stépanoff, Du « chamanisme primitif » : Réponse à Françoise Aubin, in Archives de sciences sociales des religions, n. 168, Parigi, Éditions de l'EHESS, 2014, pp. 93–102, ISBN 978-2-7132-2467-6.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàBNF (FRcb42559949n (data)