Let England Shake

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Let England Shake
album in studio
ArtistaPJ Harvey
Pubblicazione14 febbraio 2011
Durata40:08
Dischi1
Tracce12
GenereRock alternativo
Folk rock
Indie rock
EtichettaIsland Records
Vagrant Records
ProduttorePJ Harvey
John Parish
Mick Harvey
Flood
RegistrazioneNel Dorset (UK) tra aprile e maggio del 2010
FormatiCD, LP, Download digitale
Certificazioni
Dischi d'oroDanimarca (bandiera) Danimarca[1]
(vendite: 10 000+)

Regno Unito (bandiera) Regno Unito[2]
(vendite: 100 000+)

PJ Harvey - cronologia
Album precedente
(2009)

Let England Shake è un album studio di Polly Jean Harvey conosciuta come PJ Harvey pubblicato nel 2011.

È il suo ottavo disco, senza considerare Dance Hall at Louse Point (1996) e A Woman a Man Walked By (2009) collaborazioni con John Parish, che comunque partecipa come musicista e produttore ma non viene ufficialmente riconosciuto come coautore dell'album.

La nascita artistica del disco ha richiesto tre anni circa ma è stato registrato in soli due mesi, tra aprile e maggio del 2010, in una chiesa del XIX secolo nella contea del Dorset in Inghilterra. Quasi un anno dopo, il 14 febbraio 2011 è stato distribuito dalle etichette indipendenti Island Records in Europa, Canada e tutte le altre nazioni e dalla Vagrant Records negli Stati Uniti.

Le tematica principale affrontata nei testi delle canzoni è la guerra, citando in particolare la battaglia di Gallipoli (1915-1916) e i Conflitti arabo-israeliani.

Testi e musiche di PJ Harvey.

  1. Let England Shake – 3:09
  2. The Last Living Rose – 2:21
  3. The Glorious Land – 3:34
  4. The Words That Maketh Murder – 3:45
  5. All And Everyone – 5:39
  6. On Battleship Hill – 4:07
  7. England – 3:11
  8. In The Dark Places – 2:59
  9. Bitter Branches – 2:29
  10. Hanging In The Wire – 2:42
  11. Written On The Forehead – 3:39
  12. The Colour Of The Earth – 2:33

Durata totale: 40:08

  1. ^ (EN) 2012-7, su IFPI. URL consultato il 6 ottobre 2019.
  2. ^ (EN) Mercury Prize: The best-selling winning albums, su Official Charts, 19 settembre 2019. URL consultato il 6 ottobre 2019.

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