Lauda Sion Salvatorem
La sequenza Lauda Sion Salvatorem è una preghiera della tradizione cattolica. In essa, dopo la lode all'Eucaristia, viene espresso il dogma della transustanziazione e spiegata la presenza completa di Cristo in ogni specie. I versi in questione sono Dogma datur Christiánis, / quod in carnem transit panis, / et vinum in sánguinem.[1]
L'autore è san Tommaso d'Aquino, che la compose attorno al 1264, su richiesta di papa Urbano IV. Nel 1679 la paternità dell'Aquinate fu posta in dubbio dai Gesuiti, che generarono un'accesa discussione con i Domenicani, i quali citavano la testimonianza di Tolomeo da Lucca, un contemporaneo di Tommaso.
È una delle cinque sequenze conservatesi dopo la drastica riduzione voluta dal Concilio di Trento, e viene recitata o cantata prima dell'Alleluia che precede il Vangelo nella messa del Corpus Domini (facoltativamente dal 1970).
Ne sono state tramandate più versioni, unificate solo nel Missale Romanum del 1570.[2]
È ritenuto uno dei vertici della poesia religiosa di ogni tempo, per profondità dottrinale e sapienza estetica.[3] Alcuni versi richiamano, quanto al contenuto ed alle espressioni utilizzate, l'inno Pange Lingua.
Il Lauda Sion è stato tradotto in musica da molti compositori, fra cui Orlando di Lasso, Pierluigi da Palestrina, Felix Mendelssohn e Federico Caudana.
Testo
Testo latino[4] | Traduzione letterale in italiano | Traduzione italiana liturgica |
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Galleria d'immagini
Note
- ^ Tiziana Di Iorio, La salute del christifidelis celiaco tra dieta gluten free e invalidità delle ostie quibus glutinum ablatum est (PDF), in Stato, Chiese e Pluralismo Confessionale, Università di Milano, novembre 2016, DOI:10.13130/1971-8543/4777, ISSN 1971-8543 , OCLC 7179535911. URL consultato il 6 giugno 2020 (archiviato il 6 agosto 2019). Ospitato su archive.is.
- ^ (EN) Peter Caban, On the History of the Solemnity of the Body and Blood of Christ (PDF), in Colloquia Theologica Ottoniana, n. 2, dicembre 2009, pp. 114-117, ISSN 1731-0555 , OCLC 8253703485. URL consultato il 6 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2020). Ospitato su archive.is. e record WorldCat.
- ^ Vedi ad esempio il giudizio dello studioso di poesia medievale dell'università di Cambridge F. J. E. Raby, citato in (EN) Mike Aquilina, Praying in the Presence of Our Lord: With St. Thomas Aquinas, Hutington, IN, 2002, pp. 29-30, ISBN 9780879739584, OCLC 50671076 (archiviato il 24 novembre 2018).
- ^ Missale Romanum 1962, p. 376.
Bibliografia
- (EN) Stanisław Garnczarski, Lauda Sion, Salvatorem Sequence and its Polish Translations in the Source Songbooks (PDF), in The Person and the Challenges, vol. 11, n. 2, 2020, pp. 219–253, DOI:10.15633/pch.3759, ISSN 2083-8018 , OCLC 8697187901 (archiviato il 21 novembre 2020). Ospitato su archive.is.
- Fonti archivistiche
- (ES) Mons. Josè Marìa de Jesus dies De Sollano y Dàvalos (per imprimatur) (a cura di), Traduzione dell'inno del santo dottore angelico Tommaso d'Aquino che inizia con le parole "Lauda Sion Salvatorem" (PDF), Leòn, Tip. de Monzon, 15 giugno 1876, p. 6 (archiviato il 12 novembre 2020).
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lauda Sion Salvatorem
Collegamenti esterni
- Il Lauda Sion cantato dal coro della chiesa cattolica di St. Andrews - Edimburgo-Scozia, su youtube.com (archiviato il 15 marzo 2016).
- Valori polifonici e traduzione multilingue, su Choral Public Domain Library (archiviato il 7 luglio 2006).
- (EN) (FR) (DE) (ES) (PT) Tomás Luis de Victoria, Lauda Sion Salvatorem per ensemble a otto voci, su Youtube, Roma, Andrea Scalia - Early Music, 8 giugno 2020. (con spartito e traduzione multilingue)