L'eredità (film 2003)

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L'eredità
Ulrich Thomsen in una scena del film
Titolo originaleArven
Lingua originaledanese, francese, svedese, norvegese
Paese di produzioneDanimarca, Svezia, Norvegia, Regno Unito
Anno2003
Durata115 min
Generedrammatico
RegiaPer Fly
SceneggiaturaPer Fly, Kim Leona, Mogens Rukov, Dorthe Warnø Høgh
Distribuzione in italianoTeodora Film
FotografiaHarald Gunnar Paalgard
MontaggioMorten Giese
MusicheHalfdan E
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

L'eredità (Arven) è un film del 2003, diretto da Per Fly ed è il secondo capitolo di una trilogia, iniziata con La panchina (2000) e conclusa con Gli innocenti (2005).

Girato con alto margine d'improvvisazione, il film ha riscosso un gran successo in patria (Danimarca).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Christoffer vive a Stoccolma con la moglie ed attrice Maria ed insieme mandano avanti un ristorante di ottimo livello. La famiglia di Christoffer è proprietaria di un'importante acciaieria danese che però sta attraversando un difficile periodo di crisi. L'improvviso suicidio del fondatore della fabbrica, nonché suo padre, costringe Christoffer, che non si era mai voluto occupare dell'acciaieria, a ritornare a casa per prendere in mano le redini dell'azienda e salvarla dalla bancarotta. Appoggiato dalla ferrea madre Annelise, Christoffer riesce a risollevare le sorti della fabbrica, ma il raggiungimento di quest'impresa arriva a caro prezzo, costringendolo a sacrificare totalmente la sua vita privata e mandando in frantumi il suo matrimonio con Marie.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

  • Dramma altoborghese, quasi un Ibsen aggiornato all'era dell'economia globale, non lontano dalla tragedia classica: si affaccia sulla nozione di destino che determina le scelte del protagonista e di cui la sua terribile madre sembra l'esecutore. Commento del dizionario Morandini che assegna al film tre stelle su cinque di giudizio.[1]
  • Il Dogma 95 si sgretola lasciando in eredità (sic!) una miriade di stilemi che perdono gran parte del loro significato una volta smarrito l'originario spirito rivoluzionario. Commento del dizionario Farinotti che assegna al film due stelle su cinque di giudizio[2].

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Il regista fa un cameo ed appare nel ruolo di un cameriere.
  • Nikolaj Lie Kaas era la prima scelta per il ruolo del protagonista.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Commento de Il Morandini su Mymovies.it
  2. ^ Pino Farinotti, Il Farinotti 2009, Newton Compton Editori 2008 - pag 706

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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