Jakov Aleksandrovič Malik

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Jakov Aleksandrovič Malik

Rappresentante permanente dell'Unione Sovietica presso le Nazioni Unite
Durata mandatoMaggio 1948 –
Ottobre 1952
PredecessoreAndrej Andreevič Gromyko
SuccessoreValerian Zorin

Durata mandato1968 –
Novembre 1976
PredecessoreNikolai Trofimovič Fedorenko
SuccessoreOleg Troianovski

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista dell'Unione Sovietica
ProfessioneDiplomatico

Jakov Aleksandrovič Malik (in russo Яков Александрович Малик?; Ostroverchovka, 6 dicembre 1906Mosca, 11 febbraio 1980) è stato un diplomatico e politico sovietico.

Nato nel 1906 nei pressi di Char'kov, nell'allora Russia zarista, entrò nel 1939 in diplomazia. Dal 1943 al 1945 fu ambasciatore in Giappone e successivamente rappresentante sovietico della commissione di controllo alleata.

Divenne poi vice-ministro degli Esteri e dal 1946 al 1953 fu delegato sovietico alle Nazioni Unite. Allo scoppio della guerra di Corea (25 giugno 1950), Malik non partecipò alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per protestare per la mancata sostituzione del rappresentante della Cina nazionalista con il rappresentante della Cina popolare. In tal modo l'Unione Sovietica non esercitò il proprio diritto di veto ed il Consiglio di Sicurezza approvò la richiesta di ritiro delle truppe della Corea del Nord con nove voti a favore, un astenuto (la Jugoslavia) e nessuno contrario.

Malik non fu presente neanche alla riunione del Consiglio di Sicurezza del 27 giugno, dove fu accolta la risoluzione americana che chiedeva a tutte le nazioni di non favorire l'aggressione nord-coreana ed anzi di collaborare alla difesa della Corea del Sud. La risoluzione fu approvata con 7 voti favorevoli, 2 astenuti (India ed Egitto) ed il voto contrario della Jugoslavia. Tale risoluzione portò poi all'intervento delle Nazioni Unite nel conflitto[1].

Fu poi ambasciatore a Londra e ricoprì altri importanti incarichi diplomatici.

  1. ^ B. P. Boschesi, Storia della guerra fredda, Arnoldo Mondadori Editore, 1977, pp. 70-71.
  • B. P. Boschesi, Storia della guerra fredda (1965-1962), Arnoldo Mondadori Editore, 1977, pag. 23

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Controllo di autoritàVIAF (EN93554582 · ISNI (EN0000 0004 4719 8253 · LCCN (ENno2008060431 · GND (DE1070825328