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Irene Stefani

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Beata Irene Stefani
 

Missionaria

 
Nascita2 agosto 1891, Anfo
Morte31 ottobre 1930, Gikondi
Venerata daChiesa cattolica
Beatificazione23 maggio 2015 da papa Francesco
Ricorrenza31 ottobre

Irene (al secolo Aurelia Mercede) Stefani (Anfo, 2 agosto 1891Gikondi, 31 ottobre 1930) è stata una religiosa italiana della congregazione delle suore della Consolata, missionaria in Kenya; è stata beatificata sotto il pontificato di papa Francesco nel 2015.

Nacque ad Anfo, in provincia di Brescia, il 22 agosto 1891, quinta dei dodici figli di Giovanni Stefani e Annunziata Massari, ferventi cattolici[1], e fu battezzata come Aurelia Jacoba Mercede. Entrata nel 1911 nella congregazione delle suore missionarie della Consolata, fondata l'anno precedente dal canonico Giuseppe Allamano (beatificato nel 1990), prese i voti il 29 gennaio 1914 dopo aver assunto il nome di suor Irene, e alla fine dell'anno partì per il Kenya.

Fino al 1920 svolse la sua missione negli ospedali militari della Tanzania (era in corso la prima guerra mondiale), assistendo i malati con umanità e dolcezza e battezzando più di tremila persone. Dal 1920 visse in Kenya a Gikondi, insegnando e fornendo assistenza materiale e spirituale alla popolazione. Curando un ammalato durante un'epidemia di peste contrasse la malattia, morendone il 31 ottobre 1930.[2]

L'inchiesta diocesana sulla beatificazione di suor Stefani si è aperta a Nyeri nel 1984 e si è chiusa nel 1987; nel 1996 la positio è stata sottoposta all'esame della Congregazione delle cause dei santi.

Il 2 aprile 2011 papa Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche della missionaria, riconoscendole il titolo di venerabile.

Nel 2014 è stata riconosciuta dalla Chiesa cattolica l'autenticità di un miracolo attribuito all'intercessione della religiosa: dal 10 al 13 gennaio 1989 nel villaggio di Nipepe, in Mozambico, duecentotrenta persone nei primi due giorni, e ottanta il terzo giorno, assediate dai miliziani della Renamo, riuscirono a dissetarsi con i pochi litri di acqua contenuti nel fonte battesimale, senza che questa si esaurisse. Il 23 maggio 2015, presso la Dedan Kimathi University di Nyeri, si è celebrato il rito di beatificazione presieduto dal cardinale Polycarp Pengo[3].

Lo stesso argomento in dettaglio: Miracolo dell'acqua di Nipepe.
  1. ^ Angelo Montonati, Il vangelo del sorriso, Edizioni San Paolo, 2003, p. 12.
  2. ^ Beata Irene (Aurelia Jacoba Mercede) Stefani Vergine, su santiebeati.it. URL consultato l'11 settembre 2019.
  3. ^ Beata Irene Stefani, su suorirenestefani.org. URL consultato l'11 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2016).

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Collegamenti esterni

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