Il cacciatore ricoperto di campanelli

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Il cacciatore ricoperto di campanelli
AutoreGiuseppe Lo Presti
1ª ed. originale1990
Genereromanzo
Lingua originaleitaliano

Il cacciatore ricoperto di campanelli è il romanzo d'esordio dello scrittore siciliano Giuseppe Lo Presti. Il romanzo fu inizialmente pubblicato nel 1986 con il titolo "L'indominio della discordanza" su iniziativa della rivista Avanguardia di Trapani, che si rivolse alla Società Editrice Barbarossa per la pubblicazione[1], passando però quasi inosservato. Fu poi ripubblicato da Mondadori nella collana Oscar Originals nel 1990 con il nuovo titolo, grazie all'apprezzamento di Aldo Busi, che curò anche l'introduzione della nuova edizione.

Il libro riscosse un buon successo di critica[2][3][4][5][6], e fu anche tradotto in olandese[7], ma non ristampato per venticinque anni, diventando uno dei libri rari più ricercati dai collezionisti italiani[8][9].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

“B”, un trentenne succube della madre-padrona, le si ribella schiantando per terra un suo prezioso vaso cinese, e viene per questo rinchiuso in una cella psichiatrica nonostante i vani tentativi di dissuadere il medico, dottor “A”, dal segregarlo. Il percorso che domina l’intera narrazione è proprio il serrato duello dialogico fra il giornalista “B” e lo psichiatra “A”, tra la ragione e il ‘buon senso’ tra la logica e la ‘saggezza’, tra la libertà e l’agire liberamente, tra il dolore impaziente e distruttivo e la pacata sofferenza. “B” rivendica di non essere matto: la sua malattia sarebbe, semmai, un eccesso di lucidità, un suo uso smodato, esasperato, ai limiti della chiaroveggenza. Afferma di non amare la vita e a tenervelo lontano sarebbe l’onnipresente genitrice, che lo avrebbe «condannato a essere felice»[10].

Ma alla soglia del trentesimo anno, egli sa che nessun preordinato paradiso terrestre potrà soddisfarlo: per vivere in modo reale, autentico, sono preferibili, se non imprescindibili, la violazione delle sedicenti buone maniere e delle ipocrite regole; e perfino il ‘peccato’ e l’infelicità. “B”, nella seconda parte del libro, è perciò alle prese con le prelibatezze e con le pene dell’amore. Il dato ‘nuovo’, in questo suo viaggio verso la conoscenza, è che ciascuno persegue una propria egoistica, misera, bassa ‘felicità’. Di fronte alla risolutezza e all’inflessibile argomentare del giovane, lo psichiatra butta sul tavolo la sua ultima carta, prima di spedirlo al manicomio: «Mangi le fragole! È il solo modo per uscirne. (…). Lei è un sognatore. Scriva dei poemi (…)» (pp. 66 e 68). Quell’invito ad accettare la realtà così com’è e a ricrearla nell’arte della scrittura o nella politica incontra, tuttavia, un’altra porta sbarrata, da parte del giovane: «La letteratura, la politica, non sono per me» (p. 70). Accennando a uno scritto a cui attendeva, egli precisa che:

«Non avevo, come quel poeta, l’ossessione di annerire la carta. Il foglio bianco aveva per me soltanto virtù. I pensieri più belli sono quelli che non sono mai stati scritti, e io amo la perfezione»

Per poter chiudere il cerchio, su di sé e sugli altri, il giovane fa anche i conti con la religione, si “chiarisce” con Dio. “B”, a quel punto, verrà radiato dal mondo dei vivi. Ma prima che ciò accada, egli intende porre in essere un gesto esemplare e degno di ricordo.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • L'indominio della discordanza, prefazione di Leonardo Fonte, Saluzzo, Barbarossa, 1986
  • Il cacciatore ricoperto di campanelli, prefazione di Aldo Busi, Milano, Mondadori, 1990. ISBN 88-04-33122-4 (nuova ed. del precedente romanzo).
  • Il cacciatore. Due romanzi degli “anni di piombo”, prefazione di Marcello Baraghini, a cura e con un saggio di Salvatore Mugno, Viterbo, Stampa Alternativa, 2015 (oltre al suo lavoro più noto, include il romanzo inedito Vittorino testa di bue). ISBN 978-88-6222-477-2[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Art & Bibliophilia
  2. ^ [https://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view.shtml#!/NDovZXMvaXQvcmNzZGF0aS9ANTIwODI%3D F. Brevini, Principianti assoluti: ma il migliore è quello in nero, «Corriere della Sera», Milano, 25 febbraio 1990. E. Paccagnini
  3. ^ Dimensione onirica con i campanelli, «Il Sole 24 ore», Milano, 1 aprile 1990. G. Pampaloni
  4. ^ Lo scrittore è proprio “magnific”, «Il Giornale», Milano, 1 aprile 1990. V. Spinazzola
  5. ^ Quando la mamma ama troppo, «l’Unità», Roma, 23 maggio 1990
  6. ^ G. Pacchiano, Eloqui notturni di un visionario, «la Repubblica», Roma, 28 aprile 1990
  7. ^ De jager met de belletjes
  8. ^ P. Biondi, Questi libri maledetti salvati dai remainders, «Secolo d’Italia», Roma, 17 giugno 2007 . S. Ferlita, Lo Presti, il terrorista nero che scrisse un capolavoro, «la Repubblica», 25 gennaio 2009.S. Berni, Manuale del cacciatore di libri, Macerata, Biblohaus, 2010, pp. 143-144Mille e non più mille… libri da ristampare!/7, «Samgha», 27 gennaio 2011.
  9. ^ P. Di Stefano, I momenti di gloria dell'autore scomparso, «Corriere della sera», Milano, 5 luglio 2011.A. Ronci, Un caso editoriale mai rientrato: Il cacciatore ricoperto di campanelli di Giuseppe Lo Presti, «Il Paradiso degli Orchi», 13 febbraio 2012M. Ciriello, Romanzi criminali, «Il Messaggero», Roma, 3 settembre 2014 (è uscito anche su «Mexican Journalist», 27 ottobre 2016)A. Franchini, Cronaca della fine, Venezia, Marsilio, 2016Luontopolut, Lo Presti, Maniero e Pazienza: quando lo scrittore è dietro le sbarre, «buffalora.wordpress.com», 13 gennaio 2019A. Ventrone, L’Italia delle stragi. Le trame eversive nella ricostruzione dei magistrati protagonisti delle inchieste (1969-1980), Donzelli Editore, 2019A. Tempi, Il falso mito dello scrittore unius libri, «VGS Libri», 8 giugno 2020G. Franchi, Grandi romanzi italiani. Una classifica franca. 64 titoli, «Porto Franco», 26 marzo 2021E. Tazzari – F. Testa, Giuseppe Lo Presti, il terrorista della letteratura, sesto episodio di «The Outsider», Spotify, 14 aprile 2024.
  10. ^ Il cacciatore, ed. 2015, p. 19
  11. ^ G. Franchi, Il cacciatore, «Porto Franco», 23 luglio 2015M. Iacona, La pazzia del “cacciatore” Lo Presti, «Il Giornale», 2 dicembre 2015E. Gucci, Gli anni bui dello scrittore terrorista che la letteratura non poté redimere, «La Lettura - Corriere della Sera», 20 gennaio 2019.
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