Hatice Sultan (figlia di Mehmed IV)

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Hatice Sultan
Sultana dell'impero ottomano
NascitaCostantinopoli o Edirne, 1660
MorteEdirne, 5 luglio 1743
SepolturaTürbe di Turhan Sultan
Luogo di sepolturaYeni Cami, Istanbul
DinastiaCasa di Osman
PadreMehmed IV
MadreGülnuş Sultan
ConiugiKuloğlu Musahip Mustafa Pasha
(1675-1686, ved.)

Moralı Enişte Hasan Pasha
(1691-1713, ved.)
Figli
Primo matrimonio

Sultanzade Mehmed Bey
Sultanzade Hasan Bey
Sultanzade Çamur Vasif Bey
Sultanzade Abbas Ali Bey
Sultanzade Abdüllah Bey
Secondo matrimonio

Rukiye Ayşe Hanımsultan
ReligioneIslam sunnita

Hatice Sultan (turco ottomano: خدیجه سلطان, "fanciulla rispettosa"; Edirne o Costantinopoli, circa 1660Edirne, 5 luglio 1743) è stata una principessa ottomana, primogenita del sultano Mehmed IV e dell'Haseki Gülnuş Sultan. Era sorella dei sultani Mustafa II e Ahmed III.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Hatice nacque a Edirne o a Costantinopoli nel 1660. Suo padre era il sultano ottomano Mehmed IV e sua madre la sua favorita e Haseki Gülnuş Sultan. Era la primogenita per entrambi. Aveva due fratelli e tre sorelle minori: Mustafa II, Ahmed III, Ayşe Sultan, Fatma Emetullah Sultan e Ümmügülsüm Sultan, oltre ad alcuni fratellastri e sorellastre[1][2][3]

Matrimoni[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 giugno 1675 Hatice venne promessa in sposa a Kuloğlu Musahip Mustafa Pasha, Kapudan della flotta[3]. Anni prima, a Musahip era stata offerta in moglie Bican Sultan, una delle figlie di Ibrahim I, ma aveva rifiutato. Le nozze si tennero il 30 giugno 1675, insieme alla circoncisione dei suoi fratelli Mustafa e Ahmed[4][5][6].

I festeggiamenti durarono 20 giorni e furono descritti come sontuosi, con spettacoli teatrali, fuochi d'artificio e banchetti. La dote di Hatice era trasportata da 86 muli riccamente bardati, e comprendeva letti, biancheria, tovaglie, tappeti, scendiletto, candelieri d'oro e porcellana, scarpe, pantofole e stivali di pelle con perle, bardature per cavalli, gioielli di gran valore, binocoli da teatro con gemme, mobili di materiali preziosi e gemme, casse di zuccheriere e servizi da the e modellini in zucchero dei Palazzi Imperiali[7][2][8][9][10].

Il 4 luglio la coppia s'insediò nel loro nuovo palazzo, l'Hatice Sultan Palace.[4] Insieme ebbero cinque figli[11].

Hatice rimase vedova nell'ottobre 1686. I suoi figli furono portati dal nonno Mehmed alla scuola Enderun del Palazzo Interno per essere istruiti, ma tutti e cinque morirono in giovane età[11].

Mehmed progettò anche di risposarla con Yeğen Osman Paşah, ma fu deposto nel 1687 e il fidanzamento venne annullato[6][4].

Nel 1691 Solimano II, fratellastro di Mehmed e zio di Hatice, nuovo sultano salito al trono dopo la deposizione di Mehmed, la diede in moglie a Moralı Enişte Hasan Pasha, governatore d'Egitto e poi Gran Visir, assegnando loro come residenza il Palazzo Sinan Paşah. Il matrimonio si tenne il 13 marzo 1691 e i due ebbero una figlia, che sopravvisse fino all'età adulta[6][11].

Nel 1704, durante il regno di suo fratello Ahmed III, il marito di Hatice fu licenziato e esiliato a Izmit. Hatice andò con lui e visse lì per tre anni, dopodiché suo marito venne perdonato e nominato governatore d'Egitto, Tripoli e Kütahya. Hatice venne invece richiamata a Costantinopoli.

Rimase vedova nel dicembre 1713[7][11]. Non si risposò più, interessandosi invece di politica e diventando la consigliera più fidata di suo fratello Ahmed III fino alla sua deposizione.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal suo primo matrimonio, Hatice ebbe cinque figli morti in giovane età[12]:

  • Sultanzade Mehmed Bey (1675 - ?)
  • Sultanzade Hasan Bey (1677 - 1684)
  • Sultanzade Çamur Vasif Bey (? - ?)
  • Sultanzade Abbas Ali Bey (? - ?)
  • Sultanzade Abdüllah Bey (? - ?)

Dal suo secondo matrimonio, Hatice ebbe una figlia[11]:

  • Rukiye Ayşe Hanımsultan (dopo il 1691 - 1717)

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la deposizione di suo fratello Ahmed III e la salita al trono di suo nipote Mahmud I (figlio dell'altro suo fratello Mustafa II) si ritirò a Edirne, dove morì il 5 luglio 1743. A ottantatre anni, era stata fra le principesse ottomane più longeve.

Venne sepolta a Costantinopoli, nella Moschea Nuova, all'interno della türbe (mausoleo) di sua nonna paterna Turhan Sultan[13][6][14][15].

Beneficenza e hobby[modifica | modifica wikitesto]

Hatice era una patrona dell'architettura: costruì scuole, fontane e moschee sia a Costantinopoli che a Edirne. In particolare, è segnalata una fontana a Costantinopoli del 1711, progettata da Bekir Ağa, e la ricostruzione e ristrutturazione della Moschea Yavedud, nel quartiere Eyüp[16][14].

Hatice era anche una appassionata collezionista di porcellane orientali ed europee. Dai 311 pezzi datole per la sua dote, al momento della sua morte il totale ammontava a 2.377 pezzi[17].

Era inoltre nota per la sua passione per feste e banchetti, che organizzava nei suoi palazzi e a cui invitava spesso i fratelli. Particolarmente famoso è quello che tenne a Üskudar nel 1703, alla vigilia della Rivolta Patrona Halil, a cui presero parte il sultano Ahmed III, il Gran Visir e buona parte dei dignitari di corte[18].

Cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

  • Nella serie televisiva storica turca del 2012 Bir Zamanlar Osmanlı: Kıyam, Hatice Sultan è interpretata dall'attrice turca Türkan Şoray.
  • Nella serie televisiva storica turca del 2013, Osmanlı'da Derin Devlet, Hatice Sultan è interpretata dall'attrice turca Perihan Savaş

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Uluçay 2011, p. 108.
  2. ^ a b Sakaoğlu 2008, p. 380
  3. ^ a b Silahdar Findiklili Mehmed Agha (2012). Zeyl-İ Fezleke (1065-22 Ca.1106 / 1654-7 Şubat 1695). p. 530
  4. ^ a b c Sakaoğlu 2008, p. 381.
  5. ^ Sakaoğlu 2015, p. 286.
  6. ^ a b c d Uluçay 2011, p. 109.
  7. ^ a b Uluçay 2011, p. 109
  8. ^ İslam Ansiklopedisi, Cilt: 08 p. 298
  9. ^ Baron Joseph Von Hammer Purgstall, Ottoman State History, C. XI, Istanbul, 1986, p. 286; Speech, the same work, p. 130-140
  10. ^ Silahdar Findiklili Mehmed Agha (2012). Zeyl-İ Fezleke (1065-22 Ca.1106 / 1654-7 Şubat 1695). p. 752.
  11. ^ a b c d e Sakaoğlu 2008, p. 382.
  12. ^ Sakaoğlu 2008, p. 382
  13. ^ Sakaoğlu 2008, p. 381
  14. ^ a b Sakaoğlu 2008, p. 383.
  15. ^ Uluçay 1992, p. 109.
  16. ^ Uluçay 2011, p. 110
  17. ^ Artan 2011, p. 125.
  18. ^ Artan 2011, p. 125

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Uluçay, Mustafa Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ankara, Ötüken.
  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu mülkün kadın sultanları: Vâlide sultanlar, hâtunlar, hasekiler, kadınefendiler, sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-9-753-29623-6.
  • Uluçay, Mustafa Çağatay (1992). Padişahların kadınları ve kızları. Ankara, Ötüken.
  • Sakaoğlu, Necdet (2015). Bu Mülkün Sultanları. Alfa Yayıncılık. ISBN 978-6-051-71080-8.
  • Artan, Tülay (2011). Eighteenth century Ottoman princesses as collectors: Chinese and European porcelains in the Topkapı Palace Museum.
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