Harun Osman Osmanoğlu

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Harun Osman Osmanoğlu
Capo della Casa Imperiale di Osman
Şehzade
In carica18 gennaio 2021 –
in carica
PredecessoreDündar Ali Osman Osmanoğlu
Nome completoHarun Osman Osmanoğlu
Sultan Osman VII (per i monarchici)
NascitaDamasco, 22 gennaio 1932 (92 anni)
DinastiaCasa di Osman
PadreŞehzade Mehmed Abdülkerim
MadreNimat Hanim
ConiugeFarizet Hanim
FigliOrhan Osmanoğlu
Nurhan Osmanoğlu
Abdulhamid Kayıhan Osmanoğlu
ReligioneIslam sunnita

Harun Osman Osmanoğlu (Damasco, 22 gennaio 1932) è un principe ottomano, 46º e attuale Capo della Casa Imperiale di Osman.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Harun Osman, noto dopo il 1934 come Harun Osman Osmanoğlu in virtù della legge sul cognome e come Şehzade Harun Osman dai realisti ottomani, è nato il 22 gennaio 1932 a Damasco. Suo padre era Şehzade Mehmed Abdülkerim, nipote del sultano ottomano Abdülhamid II tramite suo figlio Şehzade Mehmed Selim, e sua madre la sua consorte Nimet Hanım. Aveva un fratello maggiore, Dündar Ali Osman, precedente capo della casata.

Al momento della sua nascita, la dinastia ottomana era in esilio da otto anni. Rimase orfano di padre a tre anni.

Dopo aver trascorso parte della sua vita a Damasco e Beirut, Harun rientrò a Istanbul in Turchia nel 1974, quando la sentenza d'esilio venne revocata.

Nel 2021 suo fratello morì e lui divenne il 46° e attuale Capo della Casa Imperiale di Osman. In quell'occasione il presidente turco Erdogan gli telefonò per esprimere le sue condoglianze per la morte del fratello, al che Harun ringraziò e disse al presidente che pregava per lui.

Harun Osman è stato al centro di polemiche internazionali per aver espresso il suo apprezzamento e sostegno per la serie TV storica turca Payitaht: Abdulhamit, che narra degli ultimi anni di regno del suo bisnonno Abdülhamid II. La serie, popolarissima in Turchia, in Occidente è stata accusata, fra le varie cose, di revisionismo storico, anti-semitismo, anti-occidentalismo e di sostenere valori imperialisti e anti-democratici. Harun Osman ha replicato rivendicando il diritto dei turchi a raccontare la storia dal loro punto di vista invece di accettare passivamente la versione imposta dall'Occidente e ha accusato gli occidentali di voler imporre forzatamente una visione e un'interpretazione della storia unilaterale e di insistere a imporre i loro valori come universali, oltre che di doppi standard nel decidere a chi e quali versioni della storia è "permesso" essere divulgati e di chi può o meno essere rappresentato in luce negativa. Le sue dichiarazioni sono state interpretate come sostegno alle posizioni del neo-ottomanesimo[1][2][3][4][5][6].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Harun Osman ha una moglie, Farizet Hanim. Da lei ha avuto due figli e una figlia:[7][8][9][10][11][12][13]

  • Şehzade Orhan Osmanoğlu (Damasco, 25 agosto 1963). Sposato dal 22 dicembre 1985 con Nuran Yıldız Hanim (n.1967). Hanno un figlio e quattro figlie:
    • Nilhan Sultan Osmanoğlu (Istanbul, 25 aprile 1987). Possiede un'azienda di abiti, gioielli e mobilio in stile ottomano, è nota in Turchia per aver intentato causa per reclamare la proprietà dell'Isola Galatasaray. Sposata dal 22 settembre 2012 con Mehmet Behlül Vatansever, ha una figlia e un figlio:
      • Hanzade Hanımsultan Vatansever (n. 2 luglio 2013)
      • Sultanzade Mehmet Vahdeddinin Vatansever (n.14 ottobre 2014)
    • Şehzade Yusuf Selim Osmanoğlu (Istanbul, 22 febbraio 1989). Sposato dal 4 luglio 2021 con Damla Işık.
    • Nilüfer Sultan Osmanoğlu (Istanbul, 5 maggio 1995). Sposata dal 12 giugno 2021 con Melih Baştuğ.
    • Berna Sultan Osmanoğlu (Istanbul, 1 ottobre 1998)
    • Asyahan Sultan Osmanoğlu (Istanbul, 2004).
  • Nurhan Sultan Osmanoğlu (Damasco, 20 novembre 1973). Sposata in prime nozze Samir Hashem (n.24 gennaio 1959) a Istanbul il 15 aprile 1994, poi divorziata. Sposata in seconde nozze con Muhammed Ammar Sagherji (n.1972). Da lui ha un figlio e una figlia:
    • Sultanzade Muhammed Halil Sagherji Bey (n. 2002)
    • Sara Hanımsultan Sagherji (n. 2004)
  • Şehzade Abdulhamid Kayıhan Osmanoğlu (4 agosto 1979). Sposato con Walaa Hanim, ha due figli:
    • Şehzade Harun Osmanoğlu (n. 1 dicembre 2007)
    • Şehzade Abdülaziz Osmanoğlu (n.12 agosto 2016)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (TR) Suriye, Aile Kabristanı'nda define izin vermedi, su Sabah. URL consultato il 17 febbraio 2021.
  2. ^ (EN) DAILY SABAH, Last heir to Ottoman throne passes away at 90, su Daily Sabah, 19 gennaio 2021. URL consultato il 17 febbraio 2021.
  3. ^ (EN) daily abah, Ottoman dynasty welcomes newest prince, 5th generation grandson of Sultan Abdülhamid II, su Daily Sabah, 12 agosto 2016. URL consultato il 17 febbraio 2021.
  4. ^ Erdogan présente ses condoléances pour la mort du prince Abdulkerim Dundar Osmanoglu, su trt.net.tr. URL consultato il 14 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2021).
  5. ^ (EN) The defeat of the 'real' neo-Ottomanists, su openDemocracy. URL consultato il 14 marzo 2021.
  6. ^ (EN) Turkish Republic is continuation of Ottomans: President Erdoğan - Turkey News, su Hürriyet Daily News. URL consultato il 14 marzo 2021.
  7. ^ Adra, Jamil (2005). Genealogy of the Imperial Ottoman Family 2005. p. 25.
  8. ^ (TR) Sultan Abdülhamid Han'ın torunu doğdu, su Haber7, 2 luglio 2013. URL consultato il 16 febbraio 2021.
  9. ^ (TR) 2. Abdülhamid'in 6. Kuşak Torunu Erkekliğe Adım Attı, su Haberler.com, 14 ottobre 2014. URL consultato il 26 gennaio 2022.
  10. ^ (TR) Bir Osmanlı şehzadesi daha dünya evine girdi! Yavuz Selim Osmanoğlu Maslak Kasrı'nda evlendi, su Hakimiyet, 4 luglio 2021. URL consultato il 26 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2022).
  11. ^ (TR) Osmanlı hanedan ailesinin mutlu günü, su Sabah, 13 giugno 2021. URL consultato il 26 gennaio 2022.
  12. ^ Daily Sabah, Ottoman dynasty welcomes newest prince, 5th generation grandson of Sultan Abdülhamid II, su Daily Sabah, 12 agosto 2016. URL consultato il 16 febbraio 2021.
  13. ^ (TR) Sultan 2. Abdülhamid'in 4. Kuşak İlk Erkek Torunu Harun Osmanoğlu Dünyaya Geldi, su Haberler.com, 1º dicembre 2007. URL consultato il 16 febbraio 2021.