Haim Moshe

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Haim Moshe
חיים משה
NazionalitàBandiera d'Israele Israele
GenereMusica mizrahì
Pop
Periodo di attività musicale1975 – in attività

Haim Moshe (in ebraico חיים משה?; Ramat HaSharon, 20 settembre 1955) è un cantante israeliano. All'inizio della sua carriera, il suo stile musicale trovava origine nella tradizionale musica yemenita e mediterranea. Le sue produzioni portarono la musica mizrahì a raggiungere un'ampia popolarità tra il pubblico israeliano e nel mondo arabo. Nel corso degli anni, Moshe ha incluso nella sua musica elementi della musica pop occidentale.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Haim Moshe è nato nel 1955 a Ramat HaSharon da famiglia ebraica yemenita immigrata in Israele dopo la seconda guerra mondiale. Da bambino ha imparato a cantare nell'ambito della musica religiosa in sinagoga e in quella popolare greca, turca e araba, nella quale si esibiva nei matrimoni e nei Bar mitzvah.[2] Da giovane, Moshe ha lavorato in una tipografia e ha prestato servizio nell'esercito israeliano a metà degli anni 1970.[3]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Moshe ha iniziato la sua carriera musicale da professionista come membro del gruppo musicale dei Tzliley Ha-Kerem, insieme a Daklon e a Moshe Ben- Mosh, suonando nei club e ai matrimoni.[3] La loro musica è stata distribuita dai fratelli Asher e Meir Reuveni, che avevano iniziato a vendere in modo informale registrazioni su cassette degli spettacoli matrimoniali di Daklon e di altri ancora. Questo stile mediterraneo e orientale, allora trascurato dall'industria musicale israeliana, divenne noto come "musica a cassetta" e avrebbe rappresentato una delle prime manifestazioni della musica mizrahì. Molte delle canzoni condividevano lo stile musicale col pop greco e turco, con testi tradotti in ebraico e la musica riarrangiata nello stile yemenita. Il genere è cresciuto in popolarità dopo il 1980 ed è alla fine diventato un'attività redditizia per i fratelli Reuveni.[4][5] Nel 1983, Haim Moshe pubblicò il suo primo album, Ahavat Hayay, che registrò oltre 200.000 vendite.[3] Questo album incluse due canzoni che ebbero un enorme successo: Ahavat Hayay, in stile yemenita, e Linda, canzone libanese cantata in arabo.[6]

Linda non conobbe un successo immediato nella radio israeliana, ma fece guadagnare a Moshe un enorme seguito tra il pubblico arabo.[4]

Da metà degli anni 1980, Moshe iniziò a incorporare temi patriottici nelle sue canzoni, iniziativa che lo portò a raggiungere una maggiore popolarità in Israele, ma che gli valse anche enormi critiche secondo le quali avesse abbandonando le sue radici culturali per avvicinarsi al pubblico aschenazita.[4][7]

Nel corso dei decenni successivi, Moshe pubblicò una serie di album di successo, tra i quali Ten LaZman Lalekhet.[8]

La musica di Haim Moshe divenne popolare non solo tra gli israeliani, ma anche tra gli arabi dei Paesi vicini. Iniziò a ricevere lettere e riscontri tra un crescente numero di giovani fan in Siria e in tutto il Medio Oriente.[1] Secondo alcune testimonianze, nel corso della Guerra del Libano, sia i soldati israeliani che quelli siriani ascoltavano Linda nei loro carri armati.[2] Haim Moshe è diventato un simbolo importante e positivo della cultura israeliana nel mondo arabo,[9] e della cultura mizrahì in Israele.[2][4]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ahavat Hayay (1983)
  • Hakolot shel Piraeus (1990)
  • Etmol (1995)
  • Hatmonot SheBa'albom (1998)
  • Od Shana Chalfa (2000)
  • Emtza Hachayim (2001)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Thomas Friedman, Using songs, Israelis touch Arab feelings, The New York Times, 3 maggio 1987.
  2. ^ a b c (EN) Dan Petreanu, The Thursday Interview: Haim Moshe. A musician, not a political crusader., The Jerusalem Post, 2 febbraio 1989.
  3. ^ a b c (EN) Motti Regev e Edwin Seroussi, Popular Music and National Culture in Israel, University of California Press, 2004, p. 215, ISBN 0-520-23652-1.
  4. ^ a b c d (EN) Amy Horowitz, Israeli Mediterranean Music: Straddling Disputed Territories, in The Journal of American Folklore, vol. 112, 1999, pp. 450–463, DOI:10.2307/541372, JSTOR 541372.
  5. ^ (EN) Tirzah Agassi, Bus Station Blues, The Jerusalem Post, 3 maggio 1991.
  6. ^ (EN) Motti Regev, Musica Mizrakhit, Israeli Rock and National Culture in Israel, in Popular Music, vol. 15, October 1996, pp. 275–284, DOI:10.1017/S0261143000008278, JSTOR 931329.
  7. ^ (EN) Jeff Halper, Edwin Seroussi e Pamela Squires-Kidron, Musica mizrakhit: Ethnicity and Class Culture in Israel, in Popular Music, vol. 8, maggio 1989, pp. 131–141, DOI:10.1017/S0261143000003329, JSTOR 853463.
  8. ^ (EN) Andy Goldberg, Oriental Duo to Tour, The Jerusalem Post, 26 gennaio 1989.
  9. ^ (EN) Ben Lynfield, Peace, Rattle and Roll, The Jerusalem Post, 31 marzo 1989.

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Controllo di autoritàVIAF (EN29743797 · ISNI (EN0000 0000 8109 0343 · Europeana agent/base/109804 · LCCN (ENno2004057642 · BNF (FRcb14209035w (data) · J9U (ENHE987007306231105171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2004057642