György Bessenyei

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György Bessenyei

György Bessenyei (Tiszabercel, 1747Pusztakovácsi, 24 febbraio 1811) è stato uno scrittore e filosofo ungherese, una delle personalità principali del primo periodo dell'Illuminismo del suo paese[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il rilievo di György Bessenyei a Seghedino (creato da Lajos Mátrai Lajos)

György Bessenyei nacque a Tiszabercel nel 1747 in una famiglia nobile.[2]

Dal 1755 al 1760 studiò al collegio di Sárospatak, dopodiché suo padre lo tolse dalla scuola.[2]

Ricominciò a studiare quando si trasferì, come membro della guardia nobiliare,[3][4] a Vienna nel 1765, raggiungendo i suoi due fratelli;[2] a Vienna studiò lingue, effettuò molte letture e fece conoscenza dei movimenti letterari e delle idee illuministiche,[2][4] ed essendosi accorto dell'arretratezza culturale del suo paese,[1] si impegnò per migliorare la cultura ungherese e diffondere i nuovi stili letterari e le idee filosofiche occidentali.[1][3][4]

Nel 1769 partì per un viaggio di lavoro in Italia e l'anno seguente iniziò a scrivere le sue prime opere, che pubblicò dal 1772 in poi.[2] Era in stretto contatto con Adam Kollár, un influente consigliere di Maria Teresa d'Austria, con Miklós Beleznai, leader dei protestanti ungheresi, e con gli scrittori, Abraham Barcsay e Lincoln Orczy,[2] appartenenti anche loro alla guardia nobiliare,[1]che assieme a Bessenyei formarono un circolo letterario.[3]

A Vienna nel 1779 si convertì alla religione cattolica e l'anno seguente ottenne l'incarico di bibliotecario.[2]

Nel 1781 pubblicò un articolo in tedesco intitolato Uomo senza pregiudizi (Der Mann ohne Vorurteil).[2]

Per realizzare il suo progetto di politica culturale per il suo paese scrisse tragedie, poemi epici e didattici, trattati storici e pedagogici, romanzi;[1] inoltre effettuò numerose traduzioni e rielaborò opere straniere.[1]

L'importanza della sua attività e la sua influenza risultarono notevoli, anche se rimase una guida culturale per il suo paese per un breve periodo,[1] poiché da quando Giuseppe II d'Asburgo-Lorena non gli confermò il vitalizio (1782) ottenuto grazie a Maria Teresa, Bessenyei si ritirò nei suoi possedimenti e visse gli ultimi trent'anni un po' isolato.[1]

Quando nel 1804 apprese che la censura non permetteva la pubblicazione delle sue opere, smise di scrivere e si occupò della sopravvivenza dei suoi lavori.[2]

L'anno in cui iniziò la sua attività letteraria, il 1772, è definito l'anno di avvio del "rinnovamento nazionale ungherese".[1]

Nel suo opuscolo del 1781, sollecitò la creazione dell'Accademia della scienza ed elaborò le sue regole operative: «La povertà e l'ignoranza sono pervasive», così è il compito della futura accademia di diffondere la scienza a tutta la popolazione.[2][4]

Bessenye sostenne che il mezzo del bene comune è "la scienza", e la chiave della scienza è la lingua, cioè il linguaggio non di pochi studiosi, il latino, ma dell'intera nazione, l'ungherese.[2][4]

Lo scopo dell'intero suo programma era finalizzato anche a ridurre la differenza tra nobiltà e classi inferiori in un duplice senso: il miglioramento dell'educazione scientifica contribuisce al progresso sociale, inoltre la diffusione della scienza aumenta anche il livello di felicità generale.[2]

Le sue opere letterarie non sempre si dimostrarono originali e formalmente impeccabili, ma ebbero il pregio di essere i primi esempi quasi in tutti i generi letterari.[1]

Tra i suoi lavori si ricordano le tragedie Ágis tragédiája (1772), Hunyadi László (1772) e Buda (1773), le commedie Il filosofo (A filozófus, 1777) e La testarda (Lais testarda), aventi più valore culturale che estetico.[3][4] Scrisse un poema su Mattia Corvino e un poemetto sull'Incendio di Debrecen.[4] I suoi diecimila versi su Il mondo della natura sono un genere misto tra poema didascalico e descrittivo.[4]Raccolse i suoi scritti filosofici in L'eremita di Bihar e compose il romanzo utopistico Il viaggio di Tarimene.[4]

Per le sue opere si ispirò a Voltaire, Alexander Pope, Philippe Néricault Destouches, Johann Christoph Gottsched, mentre per quanto riguarda la filosofia, seguì gli insegnamenti di Voltaire, Jean-Jacques Rousseau, Thomas Hobbes, John Locke.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Ágis tragédiája (1772);
  • Hunyadi László (1772);
  • Buda (1773);
  • Il filosofo (A filozófus, 1777);
  • La testarda (Lais testarda);
  • Mattia Corvino;
  • Incendio di Debrecen;
  • Il mondo della natura;
  • L'eremita di Bihar;
  • Il viaggio di Tarimene;
  • Il lieto convito di Esterháza;
  • Le delizie mattutine del Tibisco;
  • Magiarità.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k György Bessenyei, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 232.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l (HU) Bessenyei György (1746-1811), su enciklopedia.fazekas.hu. URL consultato il 12 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2007).
  3. ^ a b c d György Bessenyei, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 12 giugno 2019.
  4. ^ a b c d e f g h i Bessenyei, György, su sapere.it. URL consultato il 12 giugno 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (HU) Ferenc Belohorszky, A Bessenyei irodalom, Nyíregyháza, Kétz Ny., 1941.
  • (HU) Ferenc Belohorszky, Bessenyei György. Irodalmi tanulmány, Nyíregyháza, Klafter Ny., 1934.
  • (HU) Ferenc Belohorszky, Bessenyei és A philosophus, Dunántúl Ny., 1929.
  • (HU) Elemér Császár, Bessenyei György emlékezete, Franklin Ny., 1911.
  • (HU) Júlia Fischer, A nevelés gondolata Bessenyei György munkáiban, Seghedino, Árpás ny., 1934.
  • (HU) M. Juhász Margit, Bessenyei-mozaikok, Stephaneum Ny., 1934.
  • (HU) József Marton, Magyar Voltaire. Bessenyei György, magyar enciklopedisták, Nagyszombat, 1900.
  • (HU) Oszkár Merényi, Bessenyei György. Tanulmányok, Nyíregyháza, 1943.
  • (HU) Jenő Pallós, Millot és Bessenyei, Sárkány Ny., 1934.
  • (HU) Jenő Pintér, A magyar irodalom története a legrégibb időktől Bessenyei György fellépéséig, Rényi Károly, 1909.
  • (HU) Jenő Zoványi, Bessenyei György mint ref. főconsistoriumi titkár, Sárospatak, Református Főiskola Ny., 1909.

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