Gustave de Martinel

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Gustavo de Martinel)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gustave de Martinel

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaI, II, III, IV, V, VI, VII
Sito istituzionale

Consigliere del cantone di La Motte-Servolex
Durata mandato1861 –
1870

Gustave de Martinel, noto anche con il nome italianizzato di Gustavo De Martinel, (Chambéry, 30 ottobre 1813Chambéry, 25 gennaio 1901), è stato un politico francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

François Gustave Joseph de Martinel è nato nel 1813 a Chambéry[1], che allora faceva parte del dipartimento del Monte Bianco. Il ducato di Savoia era stato annesso alla Francia nel 1792.

La madre Angélique Louise Camille de Caze de Méry era vedova di Alban, un colonnello caduto nel 1813 alla battaglia di Lützen e si era risposata con il generale Gabriel de Launay[2] · [3]. Lo zio, Joseph-Français-Marie de Martinel, gli lasciò come legato il castello de Martinel, a Cognin[1].

La Savoia tornò in possesso del regno di Sardegna nel 1815.

Sposò in 15 febbraio 1843 Alexandrine Gertrude Clémentine de Crousaz-Cretet, figlia del barone Crousaz-Crétet[1].

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Lo Statuto albertino offre nuove prospettive politiche. Gustave de Martinel è eletto deputato conservatore del Regno di Sardegna, nel collegio di Aix les Bains nell'aprile del 1848, per la I legislatura del Regno di Sardegna. Mantiene il mandato fino alla VII legislatura, quando la Savoia viene ceduta alla Francia imperiale.

Durante il dibattito per l'annessione della Savoia alla Francia, fa parte della delegazione di 41 savoiardi (nobili, borghesi, funzionari ministeriali)[4] favorevoli all'annessione, guidata dal conte Amédée Greyfié de Bellecombe e ricevuta dall'imperatore Napoleone III[5].

Durante il Secondo Impero è eletto nel 1860 consigliere generale del cantone di La Motte-Servolex, carica che conserva fino al 1871.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c GREH, p. 4.
  2. ^ (FR) Paul Guichonnet, Histoire de l'Annexion de la Savoie à la France et ses dossiers secrets, Le Messager - Horvath, 1982, p. 134..
  3. ^ Camillo Cavour e Carlo Pischedda, Camillo Cavour, Epistolario, vol. 10, Olschki, 1985, p. 441, ISBN 978-88-222-3379-0..
  4. ^ La delegazione condotta dal conte Amédée Greyfié de Bellecombe, comprende per la provincia di Chambéry, i consiglieri provinciali Louis Bérard, Maurice Blanc, Ernest de Boigne, i baroni Frédéric d'Alexandry d'Orengiani e Louis Girod de Montfalcon, oltre a Charles Bertier, Alexis Falcoz, Pierre-Louis Besson, l'avvocato Antoine Bourbon, il dottor Dardel, Jacques Prosper Degaillon, Charles François, Félix Gruat, Pierre Viviand, Savey-Guerraz e il maggiore della Garde nationale Vuagnat. La provincia d'Annecy è rappresentata dai Albert-Eugène Lachenal, Joseph Ginet (Rumilly), Hippolyte Pissard (Saint-Julien) et Jacques Replat (Annecy), accompagnati da Claude Bastian (anziano deputato di Saint-Julien), Dufour, i baroni Scipion Ruphy (Annecy) e Jules Blanc (Faverges), François Bétrix (direttore della Banque de Savoie), il dottor Descotes, Magnin, Masset, Alexis Rollier. Da notare che il Chiablese, più favorevole a un'unione con la vicina Svizzera manda solo Édouard Dessaix, Félix Jordan, François Ramel e Gustave Folliet. Citati da Régine Boisier/Paul Guichonnet.
  5. ^ (FR) Boisier Régine, Fils de paysan, appelé l'aristo, in Adrien, La Fontaine de Siloé, 2003, p. 190, ISBN 978-2-84206-213-2..

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]